Ondata di caldo, il picco nel weekend. A Bergamo, in via Meucci maglia nera per l’ozono in Lombardia

PARLANO GLI ESPERTI. 3bMeteo: «Picco nel weekend, settimana prossima massime attorno ai 30 gradi». I dati Ispra delle centraline: a Bergamo 90 sforamenti contro i 25 consentiti.

Caldo, afa, allarme ozono. È iniziata l’estate e sono cominciate anche le tradizionali «reazioni a catena», con l’impatto del meteo sulla qualità dell’aria. In Bergamasca giovedì 12 giugno tra la città e l’hinterland, secondo i dati dell’Arpa e di 3bmeteo, la temperatura ha sfiorato i 33 gradi: «È la prima vera ondata di caldo dell’estate – conferma Daniele Berlusconi, meteorologo di 3bmeteo -, il picco è atteso per il fine settimana: tra venerdì 13 e sabato 14 si potranno toccare anche i 33-34 anni, con un caldo afoso e abbastanza intenso, seppur al momento non si tratti di valori eccezionali o record».

Dietro l’angolo c’è qualche oscillazione, ma senza scossoni: «Fra sabato e domenica - prosegue Berlusconi - è possibile qualche temporale sulle Orobie, mentre in pianura la situazione è più difficile da decifrare e i rovesci non sono esclusi nemmeno lì. Ma i temporali non rinfrescheranno molto, il caldo rimarrà e raggiungerà l’apice proprio sabato. Anche per la prossima settimana le temperature si manterranno alte, con massime attorno ai 30 gradi».

Il picco è atteso per il fine settimana: tra venerdì e sabato 14 giugno si potranno toccare anche i 33-34 anni, con un caldo afoso e abbastanza intenso, seppur al momento non si tratti di valori eccezionali o record»

Insomma: la stagione estiva entra nel vivo. E con lei il corollario noto legato all’ozono, componente dell’atmosfera che con le temperature alte diventa dannoso per la salute.

Sforamenti ozono

L’Arpa, l’Agenzia regionale per la protezione dell’ambiente, ha già registrato i primi sforamenti: il bollettino riferito alla giornata di mercoledì ha rilevato nella centralina di Bergamo-via Meucci una concentrazione media giornaliera di ozono pari a 190 microgrammi per metro cubo d’aria, a fronte di una «soglia d’informazione» fissata a 180 (il primo dei due step di sforamento dei limiti, l’altro è la «soglia d’allarme» che scatta quando la concentrazione supera quota 240 microgrammi per metro cubo d’aria per almeno un’ora); anche in provincia si è andati oltre i parametri di riferimento, con i 191 microgrammi per metro cubo d’aria segnalati a Osio Sotto, i 187 segnalati a Calusco e i 193 di Casirate d’Adda.

L’impatto dell’ozono

Così, pure Legambiente Lombardia alza le antenne: «Con il primo episodio di caldo torrido, che ha colpito le regioni del Centro Nord – interviene Giorgio Zampetti, direttore generale dell’associazione, che ieri ha presentato uno specifico dossier sull’ozono in pianura padana -, torna il problema dell’inquinamento da ozono, una sostanza pericolosa anche per la salute, che si forma dagli inquinanti che risiedono nell’atmosfera quando questi sono esposti a intensa radiazione solare. La strada maestra per affrontare l’inquinamento da ozono richiede una grande collaborazione dei Paesi firmatari del Global Methane Pledge, l’accordo globale che prevede una riduzione del 30% delle emissioni di metano entro il 2030, rispetto ai livelli del 2020. Purtroppo, siamo lontani da quell’obiettivo».

Tra il 2022 e il 2024, secondo il report di Legambiente basato sui dati dell’Ispra (l’Istituto superiore per la protezione dell’ambiente, branca del ministero dell’Ambiente), la centralina di Bergamo-via Meucci ha superato in media ogni anno per 90 volte questa asticella. È il dato peggiore tra i capoluoghi lombardi: e circa il 90% delle città lombarde è andato oltre la soglia delle 25 giornate annue «off limits»

Legambiente ha anche calcolato, per il triennio 2022-2024, la situazione rispetto all’«obiettivo di lungo termine» fissato dall’Organizzazione mondiale della sanità (ma anche da un decreto legislativo italiano del 2010) e posto a un massimo di 120 microgrammi per metro cubo come media calcolata su otto ore giornaliere, una soglia da sforare per non più di 25 giorni l’anno. Il responso non è certo incoraggiante: tra il 2022 e il 2024, secondo il report di Legambiente basato sui dati dell’Ispra (l’Istituto superiore per la protezione dell’ambiente, branca del ministero dell’Ambiente), la centralina di Bergamo-via Meucci ha superato in media ogni anno per 90 volte questa asticella. È il dato peggiore tra i capoluoghi lombardi: e circa il 90% delle città lombarde è andato oltre la soglia delle 25 giornate annue «off limits».

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