Ospedale, l’ottava torre più vicina. Fontana: «Pronta entro il mandato»

Il progetto. Dal presidente Attilio Fontana la conferma dell’impegno da parte della Regione. Un investimento da 56 milioni: «Siamo in attesa delle risorse nazionali»

L’ottava torre del Papa Giovanni resta tra le priorità del maxi piano regionale per la sanità. E se l’avvio dei lavori non sarà quasi certamente quest’anno, come aveva annunciato durante la visita dell’ottobre 2021 l’allora assessore al Welfare Letizia Moratti, l’impegno c’è ed è stato ribadito dal presidente Attilio Fontana. Lunedì scorso, durante la presentazione delle linee di mandato, il governatore aveva dedicato un ampio capitolo del suo discorso di insediamento proprio allo «sviluppo del sistema sociosanitario» e ieri, interpellato sullo specifico del progetto con cui l’ospedale bergamasco intende ampliare gli spazi dell’Oncoematologia, ha ribadito la volontà di concretizzarlo entro i prossimi 5 anni: «La realizzazione dell’ottava torre, presentata da Asst Papa Giovanni nel settembre del 2020 - ha ribadito Fontana - fa parte del programma di investimenti in edilizia sanitaria che intendiamo attuare nella legislatura appena cominciata per rendere ancora più funzionali e attrattive le nostre strutture sanitarie».

«L’intervento, pari a circa 56 milioni di euro - aggiunge - sarà finanziato appena ci saranno trasferite le risorse nazionali. Si tratta di un investimento che migliorerà la funzionalità di un reparto di fondamentale importanza del Papa Giovanni XXIII, come quello dell’Oncoematologia, attraverso la creazione di nuovi spazi per l’attività ambulatoriale e i servizi di day hospital». Da Regione dunque un’ulteriore conferma su un finanziamento di cui si attendono però ancora i fondi dallo Stato. Il progetto dell’ottava torre si trova infatti nel capitolo da 1,7 miliardi di euro riconducibile ai contributi statali per l’edilizia sanitaria accanto ad altri interventi come la ristrutturazione del Niguarda, quella del San Matteo di Pavia o della realizzazione del nuovo monoblocco dell’ospedale di Cremona. Nel suo complesso il maxi piano sulla sanità regionale metterà sul piatto oltre 4 miliardi di euro in parte finanziati dal Pnrr, ma integrati anche da risorse regionali (988 milioni). Lo stesso meccanismo che potrebbe scattare anche per l’ottava torre nel caso in cui i finanziamenti dallo Stato non dovessero coprire l’intero intervento. Il progetto - presentato dall’Asst a Regione Lombardia nel settembre 2020 - consentirebbe all’ospedale di ampliarsi e soddisfare l’esigenza particolarmente avvertita di nuovi spazi.

Le reazioni

«Si tratta di un’opera importante - sottolinea Maria Beatrice Stasi, direttore generale dell’Asst Papa Giovanni XXIII - che risolverebbe proprio questo problema riscontrato già nel 2019, all’inizio del mio mandato. L’ottava torre si affiancherebbe infatti alla settima, nell’area ovest, e servirebbe a far “respirare” l’attività oncoematologica in regime diurno. Obiettivo prioritario del progetto è quello di dare più spazi all’Oncoematologia, concentrando in un’unica area tutta l’attività diurna e ambulatoriale per specifiche patologie. Ciò consentirebbe anche di riorganizzare meglio gli attuali spazi da dedicare ad altre attività ad esempio quelle pediatriche».

«La necessità di ampliamento a beneficio dell’attività clinica - aggiunge il direttore sanitario Fabio Pezzoli - si era già manifestata prima della pandemia, in particolar modo nell’area dell’Oncoematologia che registra un bacino di utenza in progressiva e continua crescita, anche da fuori provincia. Una crescita che, per alcune patologie, è dettata anche dall’innovazione tecnologica e dalla ricerca clinica: i nuovi strumenti diagnostici e le modalità terapeutiche sempre più evolute, infatti, rendono oggi per molte prestazioni non più necessario il ricovero ospedaliero a favore di percorsi terapeutici e diagnostici erogabili in giornata. L’esigenza di nuovi spazi si fa così sentire soprattutto a livello ambulatoriale e per tutte quelle attività terapeutiche che non richiedono un ricovero su più giorni. Senza contare che l’emergenza sanitaria ha stressato ulteriormente questa tendenza, per le necessità di distanziamento, in particolare per i pazienti estremamente vulnerabili come quelli oncologici e per i loro famigliari accompagnatori e care givers».

Da qui il progetto per l’ottava torre che, funzionalità a parte, si presenterebbe come un naturale completamento dell’ospedale esistente anche dal punto di vista architettonico e logistico: «L’attuale ospedale - conclude Alessandro Frigeni direttore facente funzioni dell’Unità operativa tecnico patrimoniale dell’Asst Papa Giovanni - è costituito da una piastra centrale, dove si trovano gli spazi per la diagnostica, le sale operatorie e gli ambulatori, e sette torri, a più piani, che ospitano i diversi reparti, con relativi spazi per il ricovero e le prestazioni ambulatoriali. Coerentemente con questo assetto, lo studio di fattibilità per l’ottava torre prevede che l’edificio venga realizzato nell’area ovest del compendio ospedaliero, con una matrice progettuale simile a quella delle altre torri e relativi collegamenti alla piastra». «L’ampliamento - conclude Frigeni - sarebbe già compatibile con i parametri urbanistici del Pgt del Comune di Bergamo che già prevede un incremento volumetrico e di superficie».

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