Over 50 ancora senza vaccino, le sanzioni in arrivo sono 35mila

In Bergamasca L’obbligo in vigore da febbraio, ora il ministero ha trasmesso i nominativi delle persone inadempienti all’Agenzia delle Entrate. L’importo da versare è di 100 euro.

L’obbligo è formalmente scattato dal 1° febbraio, oltre un mese fa. Ma è solo ora che stanno per scattare le sanzioni: per gli ultracinquantenni non vaccinati – circa 35mila in tutta la Bergamasca – le sanzioni stanno però arrivando. Passo indietro, a ritroso nelle date. Appena prima dell’Epifania il governo aveva varato l’obbligo vaccinale per gli ultracinquantenni, a decorrere appunto dal 1° febbraio: c’erano grosso modo tre settimane per mettersi in regola, pena una sanzione di 100 euro. Voltato il calendario, l’obbligo è diventato concreto, e dal 15 febbraio s’è aggiunto pure l’obbligo di Green pass rafforzato (ottenibile cioè da vaccinazione o da recente guarigione) per i lavoratori ultracinquantenni.

Finora zero multe

Fino ad ora, però, le sanzioni per il mancato obbligo vaccinale non sono ancora state «staccate». Il processo di verifica non è infatti dei più semplici: i nominativi degli inadempienti vengono «pescati» tramite il Sistema Tessera Sanitaria, che fa capo al ministero dell’Economia, sulla base di un incrocio dei dati con l’anagrafe vaccinale nazionale, che a sua volta trae linfa dai dati che caricano i servizi sanitari regionali; alla fine, l’effettiva sanzione dovrebbe essere recapitata a casa tramite l’Agenzia delle Entrate-Riscossione (quella che si chiamava Equitalia). Ora, appunto, la svolta: dopo la pubblicazione in Gazzetta ufficiale dell’ultimo Dpcm del 4 marzo, il ministero della Salute ha effettivamente inviato all’ex Equitalia i codici fiscali degli inadempienti; in tutta Italia sarebbero già stati indicati i primi 600mila nomi, in un elenco che si amplia alla velocità di circa 100mila nominativi al giorno.

In pochi ci ripensano

Secondo un recente aggiornamento sulla copertura vaccinale per classi d’età in provincia di Bergamo, la Regione indicava al 1° marzo un totale di 36.799 cittadini ultracinquantenni che non avevano ricevuto nemmeno la prima iniezione. A questa platea di «fuorilegge» va poi aggiunta una quota residuale: l’obbligo vaccinale non è limitato solo al ciclo vaccinale primario, cioè prima più seconda dose (o dose unica nei casi in cui era prevista), ma anche alla dose booster; più precisamente, gli ultracinquantenni sono obbligati a ricevere anche la terza dose entro sei mesi dalla seconda (sei mesi è appunto la durata del Green pass da vaccinazione primaria). Una fotografia precisa su quanti siano in Bergamasca gli ultracinquantenni con la seconda dose ma privi della terza non è disponibile, ma la stima è che siano molto pochi perché a livello generale l’adesione alla terza dose è attorno al 90% degli aventi diritto (con picchi più alti mano a mano cresce l’età).

Al 1° marzo 36.799 cittadini ultracinquantenni non avevano ricevuto nemmeno la prima dose

C’è però da rilevare un altro dato: fondamentalmente, l’obbligo vaccinale non ha avuto grande effetto. Al 5 gennaio, cioè all’indomani dell’annuncio del provvedimento, erano 43.892 gli over 50 bergamaschi non vaccinati, pari al 7,5% di una platea composta da oltre mezzo milione di persone. A fine gennaio – alla vigilia dell’introduzione effettiva dell’obbligo – si era scesi a 38.044 over 50 non vaccinati, dunque in un mese se ne erano immunizzati 5.848. Al 1° marzo ne mancavano all’appello ancora 36.799: il primo mese di obbligo effettivo ha fatto «ravvedere» solo 1.245 ritardatari, meno di 50 al giorno; in altri termini, si è messo in regola solo il 3% di chi stava sfidando l’obbligo.

I rischi e le norme

Nello specifico, al 1° marzo risultavano non vaccinati 16.653 bergamaschi tra i 50 e i 59 anni, 11.355 tra i 60 e i 69 anni, 5.737 tra i 70 e i 79 anni e 3.054 oltre gli 80 anni. L’obbligo vaccinale per gli ultracinquantenni poggia le basi sulla più triste contabilità di questi due anni di emergenza. Su 38.845 decessi ufficiali per Covid registrati in Lombardia dall’inizio della pandemia, per esempio, solo l’1% ha riguardato persone con meno di cinquant’anni e l’altro 99% comprende invece gli over 50: più in dettaglio, il 6,3% dei decessi s’è osservato tra i 50 e i 65 anni, il 17,06% tra i 65 e i 75 anni, il 75,64% oltre i 75 anni.

Sulla carta, l’obbligo vaccinale è in vigore sino al 15 giugno. Il dibattito politico è aperto

Obbligo fino al 15 giugno

Sulla carta, l’obbligo vaccinale è in vigore sino al 15 giugno. Il dibattito politico è aperto, un fronte preme per accorciarne la validità. «L’obbligo vaccinale per gli over 50 resterà fino al 15 giugno», ha specificato però mercoledì Andrea Costa, sottosegretario alla Salute. Ciò che potrebbe invece essere allentato è l’obbligo di Green pass rafforzato per i lavoratori ultracinquantenni: già prima del 15 giugno, ma solo su questo preciso ambito, si potrebbe tornare al solo obbligo di Green pass base, quello cioè che si ottiene anche col tampone negativo.

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