Petardi, bottiglie, rifiuti: l’università bacchetta i laureati poco educati

IL CASO. Dopo le cerimonie festeggiamenti sopra le righe. Il rettore: Non possiamo tollerare. Ogni laureando firmerà l’impegno al rispetto delle regole.

Fumogeni, petardi, bicchieri e bottiglie lasciati per terra, coriandoli di plastica che volano ovunque. E ancora: cori, schiamazzi e trombe da stadio. Tutto per festeggiare una laurea, anche tre, quattro volte nella stessa giornata. È ormai un vizio consolidato, non solo a Bergamo e non solo in ambito universitario, l’abitudine di fare festa per la consegna della pergamena (o per la fine degli esami di maturità) in maniera così esagerata da sfociare in atti di vandalismo e di disturbo della quiete pubblica. Gli ultimi episodi venerdì 14 luglio sul sagrato dell’ex chiesa di Sant’Agostino alla Fara, con il personale dell’ateneo preso a male parole dai festeggianti, invitati a moderare toni e atteggiamenti un po’ troppo sopra le righe.

Qualche caso si era registrato già prima della pandemia, ma è con la ripresa delle sessioni di laurea in presenza che il fenomeno è esploso, al punto che già in occasione delle festività natalizie il rettore Sergio Cavalieri aveva fatto appello al buonsenso, chiedendo prova ai futuri laureandi – e, attraverso di loro, a familiari e amici – di un maggiore senso civico. Parole rimaste talvolta inascoltate, che hanno spinto l’Università a chiedere l’aiuto della Consulta degli studenti per provare a mettere un freno a questi episodi. Insieme hanno redatto un documento che è stato presentato nell’ultimo Senato accademico, il 26 giugno; una sorta di assunzione di responsabilità da parte dei futuri dottori, chiamati a sottoscrivere – al momento della richiesta di partecipare alla sessione di laurea – una presa d’atto delle regole da rispettare subito dopo la consegna della pergamena. Con la firma del documento, d’ora in poi ogni laureando s’impegna a «tenere e a far tenere un comportamento corretto e conforme alla dignità del momento istituzionale del conseguimento della laurea» e a «portare le norme a conoscenza dei propri familiari e di chiunque altro sarà invitato ad essere presente alla seduta di laurea». Con un avvertimento: in caso di comportamenti penalmente perseguibili, l’Università si riserva la facoltà di «denunciare i responsabili all’Autorità giudiziaria».

«Festa sì, ma con rispetto»

Nessuna volontà di soffocare la gioia di fare festa per un traguardo sudato e atteso tanti anni, bensì il tentativo di prevenire fatti che hanno già causato le proteste di chi vive nei pressi delle sedi universitarie. E non è un caso che per farlo l’Ateneo abbia chiesto sponda proprio agli studenti. «Parliamo di episodi che stanno diventando deflagranti – dice il rettore –; atteggiamenti incivili da parte degli amici dei laureati, che causano anche problemi di ordine pubblico e al decoro urbano. Purtroppo non si rendono conto del luogo in cui si trovano, lasciandosi andare in atteggiamenti verbalmente aggressivi anche nei confronti dei nostri dipendenti. Sono episodi che non possiamo tollerare».

Da qui il coinvolgimento della Consulta che ha elaborato il documento, condiviso poi con la governance dell’Università. «In altri atenei sono stati chiamati dei vigilantes – fa sapere Cavalieri – noi non vogliamo arrivare a tanto, ma se questi episodi dovessero ripetersi, saremmo costretti, contro la nostra volontà, a rinunciare alle programmazioni sulle lauree triennali e a provvedere alla consegna delle pergamene in segreteria».

Il documento, inserito nel vademecum degli impegni del laureando, è il risultato di un «lavoro sinergico con la Consulta, che ha preso la questione con grande impegno», ha detto Gabriele Cocco, docente delegato al rapporto con gli studenti. «L’Università è un punto d’incontro tra la comunità studentesca e la città, con cui l’Ateneo ha sviluppato un rapporto molto forte, quasi osmotico – ha aggiunto –; il rispetto del bene comune è dunque essenziale. Questa iniziativa nasce proprio dal fatto che siamo in presenza di un fenomeno sociale ormai diffuso, e fa parte della missione educativa dell’Università». Piena sintonia con l’Ateneo è stata espressa da Gianluca Messina, presidente della Consulta degli studenti: «La Consulta – ha detto – punta a sensibilizzare e conciliare modalità di festeggiamenti affinché, nell’entusiasmo del coronamento del percorso universitario, si possa esprimere la gioia del celebrare un traguardo così importante nel pieno rispetto delle regole comunitarie e di sostenibilità ambientale».

© RIPRODUZIONE RISERVATA