Quarantene, regole «soft» per 430mila bergamaschi

Ripassiamo le nuove norme: per i contatti stretti asintomatici autosorveglianza di 5 giorni e obbligo di mascherine Ffp2 per 10. Verso il Super Green Pass su tutti i luoghi di lavoro: potrebbero essere fino a 90 mila i bergamaschi «non coperti».

È la strada imboccata per non bloccare il Paese, facendo comunque leva sulle garanzie conferite dai vaccini. La nuova normativa sulle quarantene, messa a punto alla fine del 2021, ridisegna la disciplina degli «isolamenti» nel momento in cui i numeri indicano il picco di persone costrette a casa dal virus: al 29 dicembre, ultimo dato disponibile, la Bergamasca contava 11.009 persone con l’infezione in corso e perciò in isolamento obbligatorio, e poi 9.062 «contatti» in isolamento fiduciario (totale: 20mila bergamaschi in quarantena). La Lombardia supera le 300mila persone «attualmente positive»; aggiungendoci i contatti stretti, si sfiora realisticamente il milione di cittadini in quarantena. Almeno secondo le vecchie regole, però.

Perché quelle nuove, di regole, limano i numeri. In Bergamasca le disposizioni più soft daranno maggiori libertà potenzialmente fino a circa 430mila cittadini. Il punto di partenza è la circolare diramata dal ministero della Salute il 30 dicembre 2021. I contatti stretti asintomatici di un positivo non dovranno più fare la quarantena, ma limitarsi a un’autosorveglianza di 5 giorni con l’obbligo di Ffp2 per 10 giorni (e fare un tampone in caso di comparsa di sintomi e, se ancora sintomatici, rifarlo al 5° giorno dall’ultima esposizione al contatto positivo), qualora rientrino in queste categorie: se hanno già ricevuto la dose booster, oppure se hanno completato il ciclo vaccinale da meno di 120 giorni (quattro mesi), oppure se sono guariti dal Covid da meno di 120 giorni (quattro mesi).

Quanti sono i bergamaschi con queste «caratteristiche»? Secondo la Regione, sino al 1° gennaio in Bergamasca sono state somministrate 387.703 terze dosi; sempre la Regione, attraverso il suo «contatore», indica che sono circa 40mila i bergamaschi che hanno completato il ciclo vaccinale primario (prima+seconda dose o dose unica) dal 1° ottobre in poi, e che quindi sino a fine gennaio hanno un «cuscinetto» di quattro mesi. A questi vanno aggiunte alcune migliaia di persone guarite dal Covid da meno di 120 giorni.

Questi bergamaschi «trivaccinati» – oppure con la seconda dose da meno di quattro mesi, o guariti dallo stesso periodo – hanno un altro «beneficio», come confermato dalla circolare interpretativa. In caso di contagio (prima si parlava invece di «contatti»), infatti, «l’isolamento può essere ridotto da 10 a 7 giorni, purché i medesimi siano sempre stati asintomatici, o risultino asintomatici da almeno 3 giorni e alla condizione che, al termine di tale periodo, risulti eseguito un test molecolare o antigenico con risultato negativo». La sintesi: grazie alle nuove regole circa 430mila bergamaschi eviteranno la quarantena (e faranno invece un’«autosorveglianza») se «contatti» di un positivo, oppure vedranno ridotto il periodo di isolamento se sono loro stessi a essere positivi.

Un’ulteriore accelerazione nelle misure anti Covid potrebbe essere dietro l’angolo. Si va infatti verso l’obbligo di Super Green Pass sui luoghi di lavoro, cioè l’obbligo di essere o vaccinati o guariti dall’infezione; il solo tampone non basterebbe più. Se così fosse, quanti bergamaschi sarebbero al momento tagliati fuori? La «forza lavoro» in Bergamasca è costituita da circa 500mila persone (compreso chi il lavoro lo sta cercando): calcolando che circa il 90% dei bergamaschi ha aderito alla campagna vaccinale, applicando questa proporzione emergerebbe una platea di circa 450mila lavoratori già in possesso del Super Green Pass (qualcuno però in scadenza, perché dal 1° febbraio avrà validità di soli sei mesi dalla seconda dose) e 50mila lavoratori invece non vaccinati. Se l’obbligo vaccinale fosse generalizzato sui maggiorenni (quindi per tutte le attività ricreative), potrebbero essere in totale circa 90mila i bergamaschi non in regola.

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