Scalo merci, chiusura definitiva a settembre. Stop all’opzione Rovato

IL PUNTO. Da Cisaf e Lotrafer il no definitivo al trasloco: «Impraticabile». Si guarda a Cortenuova, ma servono tempo e risorse. Gandolfi: da Rfi risposta mese prossimo.

Cala il sipario sullo scalo merci, questa volta definitivamente. Nelle scorse settimane le due imprese attive sull’area ferroviaria di Bergamo hanno comunicato a Rfi che non si sposteranno a Rovato, dove era stata trovata una soluzione tampone in vista del nuovo scalo merci a Cortenuova, su cui le istituzioni insieme a Rfi stanno lavorando, un progetto che abbisogna di tempi e risorse. Così da settembre Bergamo si troverà senza un’infrastruttura per il trasporto merci su treno.

Da tempo si conosce il destino dell’area, coinvolta dalla futura stazione europea e del polo intermodale di Bergamo, opera finanziata dal Pnrr con 84 milioni di euro, che dovrà essere pronta per il 2026 (pena la perdita dei fondi). Lo scalo merci stava ancora funzionando a fronte della sesta proroga alla concessione dell’area da parte di Rfi. Un continuo rinvio a cui si è arrivati, su sollecitazione dei privati, grazie ad un interessamento delle istituzioni del territorio. Che sempre si erano spese sulla vicenda, individuando, nel dialogo aperto con Rfi, l’opzione Rovato, considerata però «impraticabile» dalle due aziende operative sull’area, Cisaf e Lotrafer.

«Decisione amara»

La decisione di non spostarsi in provincia di Brescia e di chiudere il ramo d’azienda che si occupava di trasporto carri ferroviari, precisa Andrea Callioni, amministratore unico Cisaf, «è una decisione che prendiamo con amarezza. Già a gennaio erano emersi problemi rimasti irrisolti su Rovato, siamo impossibilitati ad andarci. L’area è grande la metà rispetto a quella attuale e non è possibile lavorare con i trasporti eccezionali. Considerando che i trasporti del traffico non eccezionale rappresentano il 50% del lavoro attuale ed escludendo quelli eccezionali, ci dovremmo spostare per fare un quarto di ciò che facciamo oggi». L’obiettivo di Cisaf è tutelare il personale, «circa 15 persone impegnate allo scalo merci. Stiamo cercando di ricollocarle evitando la cassa integrazione. Al momento non è stato possibile appoggiarci su altri terminal perché sono tutti pieni, continueremo a perseguire anche questa strada, dovendo però affrontare il tema dell’aumento dei costi. È un dispiacere che Bergamo resti senza uno scalo merci quando a Brescia ce ne sono 5 e a Milano almeno una decina».

Il mese scorso i due operatori avevano interpellato anche il ministro delle Infrastrutture Matteo Salvini chiedendo un suo intervento. Ma è stato un nulla di fatto. Si sfoga Roberto Todisco di Lotrafer, l’altra società operativa sullo scalo: «È come quando sono state chiuse le ferrovie delle Valli pensando che fosse una cosa intelligente e indolore. È stato invece un disastro e così sarà con la chiusura dello scalo merci, l’unico a Bergamo. Evidentemente questo sembra non interessare le istituzioni, abbiamo fatto tanti tentativi ma non c’è stato niente da fare e l’ipotesi di Rovato non era davvero percorribile. La cosa assurda è che tante aziende sono interessate al trasporto su ferro, ma quando chiediamo le infrastrutture non ci danno gli spazi. E poi si parla tanto di sostenibilità ambientale. La chiusura dello scalo merci si tradurrà in un aumento del trasporto su gomma».

«Da Rfi risposta mese prossimo»

Impegnato in prima persona, insieme alle altre istituzioni del territorio, per trovare una soluzione al problema dello scalo merci, il presidente della Provincia Pasquale Gandolfi. Che ricorda: «Se gli operatori sono riusciti a restare fino ad oggi allo scalo merci è perché negli ultimi due anni le istituzioni si sono mosse, è da tempo che si conosce il destino di quell’area. Intanto stiamo lavorando in maniera convinta nel localizzare un nuovo scalo merci a Cortenuova, gli operatori lo sanno bene. Tre settimane fa abbiamo avuto un incontro a Roma con Rfi, sono state fatte alcune valutazioni economiche per realizzare un eventuale stacco ferroviario per lo scalo merci. Stiamo attendendo una risposta che dovrebbe arrivare a settembre». Il progetto Cortenuova sembra dunque prendere corpo (starebbe girando anche una bozza di accordo tra le parti coinvolte), ma ci vorrà tempo e un intervento da decine di milioni di euro che dovrebbe essere in carico a Rfi.

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