Scuola, 8.300 studenti bergamaschi tornano sui banchi per l’esame di recupero

I DATI. Al via le prove per i promossi con debito formativo. In città 3.550 rimandati: numeri in aumento in 12 istituti superiori su 17.

Il 12 settembre suona la prima campanella, ma per oltre 8mila studenti delle superiori la scuola riparte in anticipo. Sono circa 8.300 i ragazzi che torneranno in classe prima - qualcuno già domani - per affrontare l’esame di recupero perché promossi con debito formativo. Si tratta di circa il 20% dell’intera popolazione studentesca delle superiori della Bergamasca in base ai dati degli scrutini finali, che fotografano un incremento di rimandati rispetto allo scorso anno scolastico.

Esami entro il 31 agosto

Una cifra significativa che mostra un sistema che tende a evitare l’interruzione del percorso scolastico con la bocciatura, preferendo offrire una seconda chance attraverso il giudizio sospeso. Per la maggior parte delle scuole della città gli esami inizieranno dopo la festa di Sant’Alessandro. Da mercoledì 27 agosto, quindi, ma ci sono istituti quest’anno che hanno anticipato, con le prime prove già sabato 23 o comunque da lunedì 25. L’obiettivo è chiudere la «pratica esami» entro il 31 agosto (ufficialmente data di chiusura dell’anno scolastico 2024/25), anche se il ministero dell’Istruzione ha già confermato una «finestra» fino alla prima settimana di settembre per completare prove e scrutini. Il quadro provinciale rispecchia la tendenza lombarda: meno non ammessi, ma più rimandati.

I numeri in città

A livello cittadino, i tabelloni confermano l’andamento: nelle scuole superiori di Bergamo città sono stati 3.550 gli studenti rimandati (circa il 19% del totale) con aumenti in 12 istituti su 17.

I dirigenti scolastici spiegano questi numeri con l’emergere di una fragilità diffusa, in particolare nel biennio

Nel dettaglio, tra i casi più significativi, la scuola con il maggior numero di studenti rimandati è l’Isis Natta con 408 ragazzi con il debito, con un lieve incremento in percentuale rispetto all’anno scolastico precedente (dal 28 al 29%, in leggero aumento anche rispetto ai dati dei tecnici regionali). Seguono il liceo scientifico Lussana con 352 ragazzi rimandati e l’Itcts Vittorio Emanuele con 334 alunni con debito. Al Liceo di scienze umane Secco Suardo sono stati 263 gli studenti con giudizio sospeso: un aumento del 5% circa (dal 17 al 23%) rispetto all’anno precedente. Caso più eclatante è all’ Iis Rigoni Stern dove sono raddoppiati i debiti, dal 12 al 25,5%.

I dirigenti: pesano le fragilità

I dirigenti scolastici spiegano questi numeri con l’emergere di una fragilità diffusa, in particolare nel biennio, dove le difficoltà emotive e la scarsa consapevolezza della scelta scolastica pesano sugli esiti. Ragazzi che faticano di più durante l’anno, con sempre più diffusi casi d’ansia tra i giovanissimi che rendono difficile, per molti, portare a termine una verifica o un’interrogazione con successo e che hanno quindi bisogno di più tempo per recuperare.

«Poca consapevolezza»

«Abbiamo visto che nell’ultimo periodo dell’anno i ragazzi più fragili si sono arresi. Nella convinzione di non farcela hanno iniziato a frequentare saltuariamente la scuola. Spesso alla base delle difficoltà dei ragazzi c’è la poca consapevolezza della scelta fatta» spiega la dirigente dell’Istituto Natta, Savia Nardone. «È importante dare agli studenti la possibilità di costruire basi solide prima di passare all’anno successivo – sottolinea Nardone –. La sospensione di giudizio è un’opportunità di apprendimento e crescita personale e, se necessario, di ri-orientamento. Per i ragazzi che affrontano momenti di difficoltà che incidono sul loro percorso di studi, abbiamo scelto di privilegiare un approccio supportivo ed inclusivo, offrendo sostegno concreto, senza abbassare gli standard». Se da un lato cresce la quota di studenti fragili, con difficoltà emotive e ansia, dall’altro pesa anche il tema dell’orientamento con scelte scolastiche poco consapevoli che rendono più difficile affrontare il percorso di studi e che si traducono in più esami di recupero a settembre.

«Necessario più orientamento»

«Gli aumenti dei non ammessi rispetto allo scorso anno sono stati nelle classi prima e seconda. Per questo è necessario fare un orientamento in ingresso efficace» sottolinea Simonetta Marafante, dirigente del Lussana, che ha registrato il 22% degli studenti con debito, in aumento rispetto allo scorso anno. Un alto numero di debiti c’è stato anche al Vittorio Emanuele, circa il 27% degli studenti è stato rimandato (lo scorso anno era al 24%): «Il 32% dei debiti è riferito in particolare alle classi prime – afferma la dirigente Patrizia Giaveri -, a pesare sull’esito una scelta non ben ponderata della scuola superiore da frequentare, spesso in disaccordo con il consiglio orientativo».

Dove il dato è in calo

Dati invece in calo al Mascheroni, Manzù, Caniana e Galli. E calano i debiti anche ai Licei dell’ Opera Sant’ Alessandro da 19,90 a 18,50%. «Essere una scuola educativa paritaria cattolica significa per noi offrire un’attenzione educativa profonda che passa dal valore dell’ impegno e della responsabilità», dice la preside del Liceo Sant’Alessandro Annamaria Gabbiadini.

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