Siccità, le piogge fanno rientrare l’allarme. Ma l’attenzione resta alta

AMBIENTE. Il maltempo ha rifornito fiumi e bacini. Per Uniacque occorre prudenza: l’acqua caduta è comunque inferiore a quella dei primi cinque mesi del 2022.

L’allarme siccità in questo 2023, almeno per ora, è rientrato, ma bisogna comunque continuare a utilizzare l’acqua con attenzione. A confermare l’attuale buona situazione della risorsa idrica nella provincia di Bergamo è Pierangelo Bertocchi, amministratore delegato di Uniacque, che spiega come «il merito di questo miglioramento è sicuramente delle piogge che ormai da inizio maggio bagnano quasi costantemente il territorio orobico». Il recupero della risorsa idrica, tornata oggi a livelli non preoccupanti, è visibile anche dai dati forniti proprio da Uniacque nel report periodico sulla siccità. Dati che ormai da quasi un mese parlano di una situazione stazionaria grazie soprattutto all’arrivo della pioggia. Perturbazioni che erano mancate quasi del tutto nei primi mesi dell’anno con un deficit delle risorse idriche in costante aumento, fino ad un quadro molto preoccupante che si è manifestato a fine aprile.

I comuni in difficoltà

Nel report del 17 maggio, infatti, Uniacque evidenziava una diminuzione del rischio in 20 Comuni, con 14 paesi che dal rischio di livello 3 (su una scala di rischi individuati proprio da Uniacque in modo decrescente dal livello 4, dove il rischio di attenzione è ordinario, al livello 1 per i comuni con criticità su parte significativa dell’abitato e con interventi di somma urgenza, il livello 3 indica comuni con livello di attenzione elevato) erano scesi al livello 4 e i 6 comuni più critici – Val Brembilla, Gandellino, Alzano Lombardo, Oneta, Nembro e Albino – che da un livello 2 (corrispondente a criticità limitate alle reti locali delle frazioni per abbassamento sorgenti o portate disponibili) in alcune località passavano a livello 3. «Da quel momento – dichiara Bertocchi – la situazione è rimasta invariata, come si vede dai successivi report, e non si sono più utilizzate le autobotti nei 6 paesi più critici, mentre in precedenza erano state necessarie. Questo miglioramento, che persiste ancora ora, è iniziato grazie alle piogge di inizio maggio che hanno dato un minimo di tranquillità (e continuano a darla) a una situazione che prima era invece critica». Tra i comuni gestiti da Unicque però sono ancora 76 quelli in cui permane un livello di rischio 3. Comuni in cui, su richiesta di Uniacque, sono rimaste attive le ordinanze di «Risparmio idrico e limitazioni per l’utilizzo dell’acqua potabile. Livello 03 – Giallo», che prevedono alcune accortezze come non bagnare il giardino di giorno e non lavare l’auto a casa.

I benefici per l’agricoltura

«Nonostante la buona situazione attuale della risorsa idrica – continua –, abbiamo detto ai sindaci di lasciare le ordinanze perché, anche se è vero che ha piovuto e piove, la piovosità dei primi 5 mesi del 2023 è comunque inferiore a quella dei primi 5 mesi del 2022, che è stato, lo ricordiamo bene, un anno critico. Poi perché le piogge si sono verificate nel mese di maggio, quando il terreno era già talmente arido che l’acqua è fuggita via subito. Quindi in realtà per le prime 2-3 settimane di pioggia l’acqua è scivolata via e ha iniziato da poco a drenare un po’ in profondità. La prova di questo è il fatto che laghi e fiumi sono cresciuti subito e in fretta nelle prime settimane di pioggia». E questo ha comportato e comporta benefici per l’agricoltura, che necessita di acqua da laghi e fiumi per irrigare i campi.

Lo stato delle sorgenti

«Per le sorgenti, invece – spiega ancora Bertocchi – è diverso. Le piogge infatti hanno permesso alle piccole sorgenti montane di ricaricare i bacini di accumulo. Queste sorgenti, che sono quelle vanno in emergenza prima, come ad esempio quella di Salmezza, sono quelle meno profonde ma sono anche quelle che quando piove un poco ne risentono subito in modo positivo (per questo abbiamo potuto interrompere le uscite delle autobotti). Quelle più profonde, invece, che sono la maggior parte nella bergamasca, non hanno ancora accumulato acqua ai livelli degli anni passati, anche se sono pure queste in risalita. Per tutti questi motivi abbiamo chiesto di mantenere attive le ordinanze». La situazione quindi rimane attenzionata, anche se più alleggerita rispetto ai mesi precedenti. «Se togliessimo le ordinanze – conclude –, con il consumo libero dell’acqua, senza le riserve ancora ai livelli ottimali per la stagione, nel momento in cui arriva il caldo estivo rischieremmo di perdere i benefici che abbiamo ottenuto da queste piogge e di vanificare gli sforzi fatti fino a oggi. È bene poi mantenere le ordinanze in vigore anche per far maturare la coscienza delle persone sul tema: l’acqua è un bene prezioso, una risorsa indispensabile ma non infinita e dobbiamo prendercene cura».

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