Smog, già 23 giorni oltre limite: «Bisogna intervenire subito»

Il dossier. Pm10 sopra il valore medio dell’87%, Pm2,5 del 340%. Legambiente perplessa su raddoppi, nuova stazione e sviluppo di Orio.

Più 87% rispetto al valore medio annuo delle polveri sottili Pm10 suggerito dall’Oms (Organizzazione mondiale della sanità) come limite per la tutela della salute, addirittura più 340% per i Pm2,5 e più 230% per il biossido di azoto. Sono i dati più allarmanti dello smog a Bergamo contenuti nel dossier «Mal d’aria 2022» di Legambiente, versione autunnale. Bergamo è inserita perché nelle 13 città firmatarie del patto europeo per emissioni zero entro il 2030. «L’analisi evidenzia come in molti casi la situazione sia da codice rosso e in altri critica: bisogna intervenire subito per evitare di peggiorare la situazione» si legge nel rapporto.

«Per quanto riguarda il Pm10, il limite di 35 giorni da non superare con una media oltre i 50 microgrammi per metro cubo è stato ampiamente varcato da Torino, Milano e Padova che si trovano già fuori dai limiti rispettivamente con 69, 54 e 47 giornate di sforamento. Situazione da codice giallo per Parma (25 sforamenti), Bergamo e Roma (23) e Bologna (17) che hanno già consumato nei primi 6 mesi dell’anno la metà dei giorni di sforamento a disposizione».

Per il Pm10 le città analizzate hanno una media annuale in corso eccedente il valore Oms che oscilla dal +36% di Perugia, passando a Prato (+50%), Firenze (+52%), Bari (+53%), Bologna (+58), Roma (+65%), Catania (+75%), Parma (+84%), Bergamo e Palermo (+87%), fino ad arrivare al +121% di Torino e Milano (+122%). In generale, «nessuna rispetta al momento il valore suggerito dall’Oms per la tutela della salute» in relazione ai tre inquinanti.

«Fondi Pnrr male investiti»

Ma «facendo scorrere la lista dei progetti previsti per il futuro della nostra città - commenta Elena Ferrario presidente di Legambiente Bergamo - la maggior parte non può che lasciare perplessi. Come il raddoppio ferroviario Montello–Ponte, condivisibile come principio ma sviluppato in maniera inadeguata per le necessità del territorio. Del tutto contrari, invece, per quanto riguarda il collegamento ferroviario per Orio, trasportisticamente confuso e progettualmente inadeguato. Riteniamo, inoltre, che i fondi del Pnrr, siano male investiti per sviluppare una linea di Brt sulla stessa tratta già servita dall’unico binario su cui sono stati fatti importanti investimenti: sarebbero potuti essere impiegati per attivare il Brt su altre direttrici che hanno più urgenza, come molte aree della Bassa».

Critiche anche sul polo intermodale, «in programma sebbene la stazione sia stata oggetto di un restyling in tempi recenti». L’unica opera promossa è la T2 tranviaria per Villa d’Almè. Per Legambiente centrale è il tema del trasporto pubblico e delle risorse mancanti (5 milioni secondo l’Agenzia del Tpl): «Nello sviluppo delle infrastrutture: non possiamo permetterci sistemi con grandi potenzialità senza le risorse per poter operare pienamente». Pollice verso anche su Orio: «Nessuno degli investimenti Pnrr alleggerisce la città dal peso dell’infrastruttura aeroportuale e dai suoi folli obiettivi di sviluppo» conclude l’associazione ambientalista.

© RIPRODUZIONE RISERVATA