Stadio, a giugno si parte con i lavori
Tribuna demolita e ricostruita in 100 giorni

Il Comune: per fine mese iter finito. In 100 giorni demolita e ricostruita la tribuna di viale Giulio Cesare. Ma le nuove regole sulla sicurezza nei cantieri post Covid-19 potrebbero allungare i tempi di un paio di settimane.

Fischio d’inizio, giugno. Non 90 minuti ma 100 giorni: senza fretta però, perché il campionato non sarà alle porte. E se sì, saranno comunque chiuse per ancora diverso tempo. L’Atalanta parte con la demolizione e ricostruzione della tribuna di viale Giulio Cesare del Gewiss Stadium. E in realtà non si è mai fermata, considerando che dal punto di vista operativo lo start sarebbe ancora il 25 maggio, ovvero il giorno dopo quella che sarebbe dovuta essere l’ultima partita del campionato 2019-20, quella con l’Inter.

Per il momento la palla è ancora nei palazzi: a livello nazionale quelli della politica e della Lega calcio ancora alle prese con la ripresa (o meno) del campionato. Restando sul locale, il palazzo è quello del Comune, dove l’iter del permesso di costruire sta procedendo senza scossoni di sorta. Come conferma l’assessore alla Riqualificazione Urbana: «Per questo mese tutto dovrebbe essere terminato e il permesso rilasciato».

Tutti i nodi da sciogliere

In realtà l’unico dubbio a questo punto è di natura procedurale. O meglio di sicurezza sul cantiere. La normativa conseguenza del Covid-19 ha introdotto regole molto più severe a tutela di chi ci lavora, e questo potrebbe avere degli inevitabili riflessi sui tempi. Nulla di trascendentale, ma potrebbero servire anche un paio di settimane in più rispetto ai 100 giorni del programma iniziale.

Determinato, va ricordato da una semplice esigenza: realizzare i lavori tra la fine del campionato 2019-20 e l’inizio di quella successivo, così da non far giocare più l’Atalanta in campo neutro. Come successo nelle prime due partite in casa del campionato ora interrotto, giocate a Parma, e le ultime due di quello 2018-19, disputate a Reggio Emilia. Campo che da sempre porta bene ai nerazzurri, più che quello di Parma: 6 punti contro 1, per capirci.

La normativa prevede un numero massimo di persone presenti in contemporanea sul cantiere (secondo grandezza e tipologie), adeguati spazi di servizio, divisione in sottocantieri indipendenti tra loro se fosse necessarie, sanificazione continua. Tutte indicazioni che hanno riflessi importanti in lavori come quello allo stadio dove, nel momento di massimo sforzo della costruzione della nuova Nord, c’erano oltre 250 persone in contemporanea.

La copertura in una seconda fase

Per questo motivo, i 100 giorni potrebbero anche diventare 120, ma del resto alle porte non c’è (purtroppo) nessuna reale possibilità dio rivedere i tifosi sugli spalti. E probabilmente per tutto il 2020 sarà così. Il campionato si giocherà a porte chiuse, sia quella da finire (se verrà terminato) che quello successivo, e non è nemmeno escluso che nelle zone più colpite dal Covid-19 non si giochi proprio, optando per altre regioni. E Bergamo è purtroppo «la» zona più colpita.

Dal punto di vista meramente progettuale, l’intervento prevede la demolizione degli attuali gradoni della tribuna di viale Giulio Cesare (ora Ubi) e la ricostruzione con un angolo diverso e una larghezza maggiore, cosi da accogliere i nuovi e più comodi seggiolini. La facciata esterna, soggetta a vincolo monumentale, verrà preservata: anche l’attuale copertura (ben più recente, inizio anni ’90) non verrà toccata in questa fase, ma sarà predisposto tutto il necessario per una prossima sostituzione con una più grande, così da coprire tutte le file, e in maggiore armonizzazione con quella delle due curve.

La nuova tribuna avrà 4.000 posti: rispetto all’attuale se en perdono 600 che verranno ricavati riempiendo la parte alta degli spazi, ora vuoti, verso le due curve. Aspettando l’Atalanta, tra poche settimane allo stadio torna la squadra del cantiere. Roba da Champions pure questa.

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