Stress e carichi di lavoro, medici in fuga dagli ospedali: la ricerca

Sanità Confronto tra strutture lombarde sul numero dei «cessati», esclusi i pensionati. Il sindacato Anaao: valori più alti al «Papa Giovanni».

Il fenomeno è in corso da diversi anni, con differenti valori, in molti ospedali della Lombardia: è la «fuga» dei medici dalla propria struttura di lavoro o verso il privato o verso la libera professione o verso la medicina generale. E, in un recente studio, appena ultimato, dall’Anaao Lombardia (il sindacato più rappresentativo dei medici ospedalieri pubblici) i dati che riguardano l’Asst Papa Giovanni di Bergamo indicano numeri più elevati di queste «cessazioni», sia sul territorio provinciale sia regionale, sia nel confronto con altre Asst sia se messe a paragone con le cifre di ospedali di pari importanza e grandezza.

Va però detto, per una valutazione obiettiva, che nei dati non viene presa in considerazione l’età media dell’organico dei medici di ciascuna azienda né di quella dei «cessati» in ciascun ospedale, ed è un valore che potrebbe avere un peso nell’esame complessivo del fenomeno.

Non noti i dati 2021

«Abbiamo studiato i movimenti dei medici (sono quindi esclusi altri laureati sanitari quali biologi, fisici, chimici, farmacisti, psicologi) che lasciano l’azienda per altri lavori. Non vengono prese in considerazione le uscite per pensionamento o mobilità – sottolinea Stefano Magnone, chirurgo all’Asst Papa Giovanni e segretario regionale dell’Anaao-Assomed Lombardia –. Si tratta di dimissioni conseguenti a spostamenti verso altre aziende pubbliche o private o verso la libera professione o verso la medicina generale. Già nel 2019 una nostra ricerca faceva supporre che la scelta di lasciare il “Papa Giovanni” fosse dettata dai carichi di lavoro. Ora vorremmo fare un passo in avanti e cercare di capire se questa fuga è legata anche allo scarso benessere organizzativo, quando non a una vera “desistenza” rispetto alla mancata presa in carico di situazioni di burn out, di stress lavoro-correlato». I dati utilizzati per la nuova ricerca dell’Anaao-Assomed riguardano i cessati «fino al 2020, i dati del 2021 – spiega la rappresentanza sindacale – non sono stati ancora resi disponibili».

Ma nell’anno dello scoppio della pandemia l’Asst di Bergamo ha visto frenare il fenomeno

«A nostro giudizio, dopo l’impennata del 2019, il Covid ha probabilmente inciso nell’Asst Papa Giovanni più che altrove sulla scelta di non lasciare l’azienda. In pratica l’abnegazione e la professionalità dei medici li ha “trattenuti” in trincea – rimarca Magnone –. Può darsi che i dati sul 2021, ancora non disponibili, confermino o smentiscano questo trend. Se però mettiamo a confronto l’Asst Papa Giovanni XXIII di Bergamo con altre 9 Asst lombarde, notiamo come all’ospedale Papa Giovanni XXIII le uscite siano molto più numerose che altrove».

L’effetto pandemia

Qualche numero dettagliato: dal 2016 al 2019 i «cessati» nell’Asst Papa Giovanni sono cresciuti progressivamente, dai dieci del 2016 fino al picco di 34 del 2019, per poi scendere a 16 nel 2020. Facendo un confronto con altre 9 Asst lombarde nel periodo 2016-2020 si scopre che se il «Papa Giovanni» è arrivato complessivamente a 100 cessati, al «Sacco» di Milano e agli Spedali Civili di Brescia il dato complessivo non supera di molto l’ottantina di medici, mentre si arriva fino agli oltre 140 dell’Asst Valle Olona (che però ha ceduto un intero ospedale all’Asst Sette Laghi, fa sapere l’Anaao) e agli oltre 100 dell’Asst di Lecco, Lariana e di Mantova. A livello provinciale, il confronto tra le altre due Asst vede in testa il «Papa Giovanni»: nella Bergamo Est dal 2016 al 2020 le cessazioni sono state in totale 51 (e qui l’impennata si ha al contrario del «Papa Giovanni» proprio nel 2020, con 20 «cessati» nell’anno della tempesta Covid, contro i 2 del 2019); nella Bergamo Ovest in totale i cessati sono stati 12 in tutto, nessuno è andato via nell’anno del Covid, il 2020. Si dirà, il «Papa Giovanni» è un ospedale di dimensioni maggiori rispetto ad altre Asst e quindi i numeri sono più elevati rispetto ad altre Asst. Ha anche più personale di altri, e anche questo ha un peso.

Presidi «omologhi»

Ma l’Anaao-Assomed nella sua ricerca ha anche scelto di mettere a confronto, sia in numeri assoluti che in percentuale (percentuali calcolate, spiega il sindacato sul totale dei medici delle rispettive Asst, anno su anno), l’Asst Papa Giovanni, che è dotato di un Centro Trauma ad alta specializzazione con altri 5 ospedali lombardi dotati degli stessi centri. I risultati: il «Papa Giovanni» è sempre al primo posto, con cifre che in alcuni casi arrivano fino al triplo di altri centri omologhi.

I numeri: se si guardano le cifre assolute, nel periodo tra il 2017 e il 2020, dei 6 centri con Centro trauma ad alta specialità lombardi il «Papa Giovanni» arriva a 90 «cessati», seguito dagli Spedali Civili di Brescia con 70, al terzo posto c’è l’Asst Grande ospedale metropolitano di Milano, ovvero il Niguarda (quasi 60), l’Asst di Monza, (tra i 50 e i 60), il Policlinico San Matteo di Pavia (poco più di 50) e all’ultimo posto l’Asst Sette Laghi (meno di 10 cessati). Lo stesso gruppo, in un confronto sulle percentuali dei cessati vede ancora l’Asst Papa Giovanni in testa con quasi il 12%, seguito dal San Matteo di Pavia quasi al 10%, poi l’Asst di Monza con circa l’8%, l’Asst Grande ospedale metropolitano di Milano con poco più del 6% al pari dei Civili di Brescia e l’Asst Sette Laghi che non arriva al 2%.

Magnone: «Questa ricerca conferma quanto sosteniamo da tempo. E il 2022 non è confortante»

«Se si prende in considerazione il totale dei cessati, occorre tenere presente la tipologia di azienda, che nel caso del “Papa Giovanni” è un ospedale di rilievo nazionale altamente attrattivo, e di grandi dimensioni. Più alto è il numero dei medici, infatti, maggiori dovrebbero essere le uscite – spiega Magnone –. Vediamo però che non è del tutto vero: Asst più piccole possono avere maggiori uscite, solitamente perché più periferiche, dotate di ospedali di dimensioni minori e quindi potenzialmente meno attrattivi e avere perciò uscite più numerose. Purtroppo però il “Papa Giovanni”, uno dei più grandi poli ospedalieri italiani, ha sia in termini assoluti che percentuali molte più uscite dei suoi pari grado lombardi. Nel confronto con altre 9 Asst lombarde, le prime Asst con numeri alti sono periferiche oppure hanno ospedali di medie o piccole dimensioni, mentre la prima Asst per numero di “cessati” dotata di un grande ospedale è proprio il “Papa Giovanni”. Se invece si considerano i 6 Centri Trauma ad alta specializzazione (Cts), ospedali quindi in teoria tutti attrattivi, il “Papa Giovanni” è anche in questo caso il primo sia in termini assoluti che percentuali».

«Questa ricerca ci sembra confermi quanto già sostenuto: carichi di lavoro eccessivi, soprattutto in alcuni reparti»

Quali possono essere le cause? «Questa ricerca ci sembra confermi quanto già sostenuto: carichi di lavoro eccessivi, soprattutto in alcuni reparti. E questo è un aspetto comune a molte altre Asst – rimarca Magnone –; ma anche insufficiente gestione di stress e burn out, e mancate risposte di fronte a sollecitazioni del sindacato riguardanti il disagio lavorativo dei medici. Non ci sembra un quadro confortante e anche in questi primi mesi del 2022, pur non conoscendo i dati 2021, abbiamo riscontrato uscite di professionisti di alto rilievo».

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