Telefonia, nuove tariffe indicizzate all’inflazione: rischio altra stangata

GLI AUMENTI. Il meccanismo legato al carovita non prevede un ribasso se i prezzi sono in discesa. E il diritto di recesso è difficoltoso se non impossibile.

Nuove tariffe indicizzate all’inflazione, con aumenti tra 2 e 3 euro al mese. Si profila un’altra stangata per i bilanci delle famiglie e questa volta è il settore della telefonia a complicare la vita ai clienti, rendendo difficoltoso se non impossibile esercitare il diritto di recesso. Alcuni gestori infatti hanno già incrementato nel 2023 i costi per i clienti, con un meccanismo di aumento dei prezzi legato al carovita e che non prevede invece un ribasso se l’inflazione è in discesa.

Tim e WindTre sono le prime compagnie ad aver sperimentato la nuova modulazione delle tariffe indicizzata all’inflazione, ma nel 2024 le tariffe legate al carovita potrebbero diventare il criterio puntuale di riferimento, con un aggiornamento annuale del canone mensile che segue appunto l’andamento dell’inflazione. E un cavillo di cui tener conto: l’incremento sarebbe definito parte integrante delle condizioni contrattuali e quindi non attribuirebbe il diritto di recesso per i clienti.

Approfondisci l'argomento su L'Eco di Bergamo di lunedì 17 aprile 2023

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