Tenta la truffa dello specchietto, ma la signora non ci casca

LONGUELO. Trentenne su Audi blu le chiede 250 euro. Lei nota che il danno è incompatibile con l’urto e propone la constatazione amichevole e lui se ne va.

Sui 35/40 anni, capelli scuri, abbronzato, accento meridionale, alla guida di un’Audi berlina di colore blu, non nuovissima, con i vetri oscurati. È l’uomo che la mattina di martedì 22 agosto a Longuelo ha tentato la «truffa dello specchietto» ai danni di una donna. La quale però si è insospettita, ha chiamato il figlio al telefono e alla fine ha rifiutato le richieste di rimborso «cash», 250 euro, avanzate dal presunto truffatore. «Facciamo la constatazione amichevole, oppure vada da un carrozziere faccia aggiustare lo specchietto e mi spedisca la fattura che provvederò a farle un bonifico», gli ha risposto. Ma quello se n’è andato.

La dinamica

È accaduto intorno alle 10,30. La donna, al volante di un’utilitaria, stava rincasando dopo aver fatto la spesa. «All’improvviso ho sentito un botto - racconta -. Pensavo mi fossero cadute le borse dal sedile posteriore. Pochi attimi dopo ho parcheggiato l’auto, ma sono stata affiancata da questo giovane, che non è sceso dalla sua Audi. Mi ha mostrato il suo specchietto retrovisore, lato guidatore, e mi ha detto che passando, mentre lui era parcheggiato a bordo strada, l’avevo urtato con lo specchietto laterale destro della mia auto».

I sospetti

La signora comincia ad andare in agitazione, ma mantiene quel pizzico di lucidità che le consente di notare alcuni particolari che non tornano. «Mi ha detto che lo specchietto costava 250 euro. Fortuna che non avevo quella cifra con me, perché magari gli avrei dato qualcosa - ricostruisce -. Guardando bene ho però notato che il suo specchietto era crepato, come se fosse stato colpito da un sasso, e che era in posizione normale. Se l’avessi urtato col mio specchietto destro, che era effettivamente piegato all’indietro, il suo doveva risultare piegato in avanti e doveva risultare danneggiata anche la calotta, che invece era intatta».

Così, lei ha cominciato a chiedergli: «Ma è sicuro?». Poi ha chiamato il figlio al telefono mettendolo in viva voce. «A quell’uomo ho proposto di fare la constatazione amichevole - racconta lei -. Ma lui ha risposto: “Per così poco? Non le conviene”. Allora gli ho detto: “Vada da un carrozziere, se lo faccia riparare e poi mi mandi la fattura e il suo Iban che provvederò a farle un bonifico”. Ma lui mi ha detto che non aveva Iban».

Ultima proposta della signora: incontrarsi alle 16 nel parcheggio per ridiscutere la questione alla presenza del figlio di lei. «Lui ha protestato: “Sono di Torino, devo rientrare”. E se ne è andato», ricostruisce la donna. Che, per correttezza, alle 16 era presente nel parcheggio. «Ma quello non s’è visto - dice -. Parlando con alcuni ragazzi del bar vicino a casa, ho saputo che era già il secondo o terzo tentativo che quel tipo faceva in zona. Mi hanno spiegato che la tecnica è quella di urtare con la mano lo specchietto delle auto che passano e poi far finta di aver subìto danni».

La «truffa del monopattino»

Diversi episodi di «truffa dello specchietto» si sono verificati in passato in città. Ieri alle forze dell’ordine non risultavano denunciati altri fatti simili. E ora imperversa un’altra tecnica, che a Bergamo non s’è ancora registrata: la «truffa del monopattino». Il truffatore in monopattino si affianca a un’auto, urta la fiancata destra e finge di essere stato sbattuto a terra dalla vettura. Poi, mostrando un telefonino o un tablet rotti, esige il risarcimento. Nei giorni scorsi un romano all’Isola d’Elba è stato denunciato, dopo che una telecamera di sicurezza aveva immortalato la scena: lui in monopattino s’era gettato contro la fiancata di un’auto che stava transitando all’altezza delle strisce pedonali, simulando di essere stato investito. Poi aveva esibito un tablet rotto, chiedendo i danni in contanti. Il consiglio delle forze dell’ordine è quello di non sborsare mai nulla all’istante, ma procedere attraverso la constatazione amichevole o chiamare il 112.

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