Trasporti e scuole: «Bus pieni all’80%
Solo così il sistema può reggere»

Parla Scarfone (Atb): «Così più facile trovare la quadra». Circa 8 mila studenti rischierebbero comunque di restare a piedi.

Il numero dell’equilibrio dovrebbe essere 80. Dovrebbe, sempre al condizionale, perché l’ultima parola – quella scritta, incisa nelle norme – ancora non c’è. Potrebbe, altro condizionale, arrivare lunedì 31 agosto: lunedì appunto ci sarà un nuovo incontro, decisivo, tra le Regioni e il governo sulle misure da adottare definitivamente nel trasporto pubblico locale in vista della ripresa di scuole e pendolarismo. La quadra pare appunto essere quella di consentire sui bus – con tutte le precauzioni necessarie – un riempimento dell’80%, secondo la posizione portata avanti in particolare dalle Regioni, qualcosa in più del 75% che invece vorrebbe il governo.

Il banco di prova è d’alto impatto, anche per la Bergamasca. Il bacino della popolazione studentesca s’aggira attorno alle 55 mila unità, di cui circa l’80-90% frequenterà giornalmente gli istituti, dunque senza lezioni da remoto; tolta quest’ultima quota, resta una platea stimata di circa 45 mila studenti, diluiti prevalentemente sui due turni d’ingresso delle 8 e delle 10; escludendo chi si muove a piedi, si arriva infine a circa 20 mila studenti per ciascuna delle due fasce d’entrata. Difficile soddisfare questa domanda con le attuali capienze: i circa 690 bus delle aziende del trasporto pubblico locale orobico viaggiano ancora al 50-60% della capienza massima, perché precauzionalmente non hanno alzato l’asticella come invece già consentirebbe la Regione (fino al 100% dei posti a sedere). In sostanza, a oggi la maggior parte dei pullman si muove – lo si legge facilmente sui cartelli affissi sul lunotto dei mezzi – potendo accogliere al massimo 40 passeggeri: pochi, in vista del boom del 14 settembre. Se si passasse invece all’80% (ma il testo dovrà chiarire se ci saranno distinzioni tra posti a sedere e posti in piedi), un equilibrio sarebbe più facile da raggiungere. Anche perché mettere in strada nuovi autobus è impossibile. «Sicuramente con un limite di capienza più alto lo scenario cambierebbe – sintetizza Gianni Scarfone, direttore generale di Atb e presidente di Asstra Lombardia, l’associazione che rappresenta le aziende del trasporto -. Il dato va calibrato su ogni autobus e definito in base a quali saranno le prescrizioni che entreranno in vigore: considerando le capienze medie dei mezzi che s’aggirano sui 90 posti, si può immaginare di ragionare su un ordine di grandezza tra i 65 e i quasi 80 passeggeri su ogni mezzo. Naturalmente sempre garantendo la sicurezza di tutti, a partire dal corretto utilizzo dei dispositivi di protezione».

L’incognita, ovviamente, è per quel restante 20% di passeggeri che non potrebbe essere accolto sui mezzi (se gli studenti che li utilizzano sono 40 mila, a rischio potrebbero essercene allora 8 mila): «La programmazione dei due turni d’ingresso gli orari d’uscita diversificati, accompagnati a una parte di lezioni ancora a distanza, sono delle riorganizzazioni che dovrebbero venire incontro a tutti, con l’impegno da parte dei diversi soggetti coinvolti», riflette Scarfone.

I preparativi per il 14, in sostanza, proseguono giorno dopo giorno. «Noi come Atb, così come la gran parte delle aziende di trasporto passeggeri su gomma della Lombardia, eravamo stati più prudenti anche dopo l’ultima ordinanza della Regione che consentiva una capienza maggiore: abbiamo scelto invece di rimanere a una capienza di circa il 50% - ricorda Scarfone -. Lunedì faremo una ulteriore valutazione con tutti i collaboratori, ma almeno per il momento l’orientamento è di mantenere un atteggiamento prudente; dopodiché, quando saranno definite ufficialmente le nuove indicazioni ci muoveremo di conseguenza».

Indicazioni che devono però arrivare in fretta, perché quelle attuali (Dpcm e ordinanza regionale) scadono ufficialmente il 10 settembre, e la scuola parte di lì a quattro giorni. Uno spazio strettissimo per rivoluzionare gli autobus, anche solo per rimodulare migliaia di bolloni per il distanziamento; figurarsi se si dovranno poi adeguare i mezzi con l’installazione di parafiati tra le sedute.

«Una misura efficace», quest’ultima, come l’ha definita Asstra in un position paper pubblicato proprio nei giorni scorsi, «ma che sconta forti limitazioni», tra «l’applicabilità solo su alcune tipologie di trasporti» e «i tempi per la sperimentazione».

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