Treni, venerdì sciopero nazionale. Disagi anche per il mondo dell’istruzione

DA SAPERE. Una sigla sindacale autonoma ha proclamato uno sciopero nazionale dalla mezzanotte alle ore 21 di venerdì 8 marzo, che potrà interessare anche il servizio ferroviario lombardo. Nel frattempo la Flc Cgil ha proclamato sempre per l’8 marzo un’intera giornata di astensione dal lavoro per il personale della scuola statale e non, università, ricerca, Afam e formazione professionale.

In analoghe circostanze le ripercussioni sul servizio non sono state significative. Eventuali cancellazioni di corse regionali, suburbane e del collegamento aeroportuale Malpensa Express saranno comunicate su sito e App Trenord. Prima dell’inizio dello sciopero, viaggeranno i treni con partenza prevista entro le ore 23.59 del 7 marzo e arrivo alla destinazione finale entro le ore 00.59 dell’8 marzo.

Venerdì nelle fasce orarie 6-9 e 18-21 saranno garantite le corse presenti nell’elenco disponibile al link www.trenord.it/trenigarantiti. Per quanto riguarda il collegamento aeroportuale, saranno previsti autobus sostitutivi, senza fermate intermedie, per eventuali corse non effettuate tra Milano Cadorna e Malpensa Aeroporto – da Milano i bus partiranno da Via Paleocapa, 1 – e tra Stabio e Malpensa Aeroporto.

Giornata di sciopero nella scuola e in università

E la Flc Cgil ha proclamato sempre per l’8 marzo un’intera giornata di astensione dal lavoro per il personale della scuola statale e non, università, ricerca, Afam e formazione professionale. Lo sciopero è stato indetto per «accendere un faro sui diritti delle donne» spiega Fabio Cubito, segretario generale Flc Cgil Bergamo. «L’uguaglianza di genere, l’autodeterminazione, la parità salariale non sono ancora una realtà per tutte, anzi, assistiamo a una messa in discussione dei diritti che le donne si sono conquistate nel corso degli anni – sottolineano i promotori dello sciopero –. Nel frattempo si sta rinsaldando il modello patriarcale, profondo, radicato, pervasivo. Basta guardare a quanta violenza, fisica, psicologica e economica ancora vi sia; ai femminicidi che si susseguono; alle molestie, alle costrizioni, ai ricatti che rabbuiano e rovinano la vita di tante donne. Una realtà, lievitata nell’ombra della pandemia e del lockdown, che trova humus nella crisi sociale che viviamo». «Non si tratta di uno sciopero per ottenere qualcosa nell’immediato –aggiunge Cubito- ma una giornata di lotta per lasciare sotto i riflettori le problematiche che imperversano ormai da secoli, in Italia, in Europa, nel Mondo, affinché la politica intervenga seriamente nella lotta del gender gap. Anche a Bergamo dobbiamo continuare a essere visibili nelle piazze e manifestare affinchè, non solo la politica, ma anche la società, prenda coscienza e cambi in meglio».

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