Tumori al seno, dati in crescita: «Sono 800 i casi ogni anno»

Campagna Nastro Rosa. Incontro all’Ats per il progetto «Insieme si può». L’importanza della prevenzione: con il Covid calata l’adesione agli screening.

Con 57.000 nuovi casi in Italia nel 2022 il cancro al seno è quello più diffuso in assoluto nel nostro Paese e costituisce il 30% di tutti i tumori femminili. Al momento sono 834.154 le donne che ne soffrono. Numeri importanti come importante è anche il fatto che stanno aumentando le possibilità di cura e di guarigione. Prevenzione e diagnosi precoce rimangono le armi più potenti. Questi i temi al centro del convegno «Contro il cancro al seno. Per un futuro in rosa», organizzato ieri nella sede dell’Ats di Bergamo nell’ambito della sesta edizione del progetto «Insieme si può. Insieme funziona- 2023», la nuova Campagna Nastro Rosa.

La campagna è promossa dalla Lilt Bergamo onlus (Lega italiana per la lotta contro i tumori), da Politerapica-Terapie della Salute insieme alle associazioni di volontariato che si occupano di salute, Acp-Associazione cure palliative, Ailar-Associazione italiana laringectomizzati, Aob-Associazione oncologica bergamasca, Associazione Amici di Gabry e Associazione Insieme con il sole dentro. «Purtroppo dobbiamo registrare una leggera crescita, pari allo 0,5% nel 2023 sul 2022, delle diagnosi di tumore al seno – ha esordito Pasquale Intini di Politerapica –. A fronte però di questo dato va sottolineato che se la diagnosi è fatta in modo precoce e preciso ci sono altissime probabilità di soluzioni positive».

Dal convegno è emerso anche il dato che il cancro al seno è la patologia più diagnosticata: «Una donna su 8 nel corso della vita ha questa possibilità – ha sottolineato la senologa Caterina Valerii, dell’Asst Papa Giovanni –. È una malattia i cui fattori di rischio sono riconosciuti e tra questi c’è l’età, il rischio è più alto man mano questa avanza, la familiarità, i fattori genetici riconosciuti, l’obesità, l’esposizione agli ormoni, e altri ancora. Di questi però non si conosce ancora la precisa incidenza di ciascuno». Cruciale quindi prevenzione e diagnosi precoce, ma anche le nuove frontiere di cura. «Tra le terapie più avanzate – ha ricordato Elena Rota Caremoli, oncologa all’Asst Papa Giovanni di Bergamo – ci sono quelle biologiche, come gli anticorpi monoclonali e l’immunoterapia». Il Covid purtroppo ha di fatto segnato un momento di arresto nella prevenzione, e non solo per questo tumore. «Oggi registriamo 800 nuovi casi all’anno e temo che il trend sia in crescita. Nel 2020 e nel 2021 l’attività di screening è stata rallentata – ha ricordato Elena Lombarda, della Medicina preventiva dell’Ats di Bergamo –. Prima del Covid c’era un’adesione alle campagne di prevenzione del 75%, oggi siamo intorno al 70%». Non ultimo l’intervento di Marcella Messina, presidente della Conferenza dei Sindaci della provincia di Bergamo, che ha sottolineato la solitudine davanti alla diagnosi: «Il lavoro dell’amministrazione è quello di intercettare questa solitudine e dare delle risposte, ma non possiamo farcela da soli. C’è bisogno della comunità e di mettere in rete tutte le risorse del territorio. Per far questo bisogna uscire da una logica dei servizi sociali per dare risposte di comunità a questo tipo di domanda». Presenti all’incontro anche Lucia De Ponti, Lilt Bergamo onlus Campagna Nastro Rosa, Irene Kalb, Lilt Bergamo onlus Gruppo Più Donna, Ivana Marinoni, Asst Bergamo Est, Antonella Martinelli, responsabile corso di laurea in fisioterapia Asst Papa Giovanni Riabilitazione e linfodrenaggio, Cinzia Monti, Humanitas Gavazzeni diagnosi e terapia radiologica, Valeria Perego, di Politerapica e Lilt Bergamo onlus.

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