Turismo, l’anno dei record: in città +30% rispetto al periodo pre-Covid

EFFETTO CAPITALE DELLA CULTURA .Sono più di 879mila fra gennaio e ottobre. Gori: «Oltre le attese». Sorpasso stranieri-italiani nell’intera provincia.

La sintesi è semplice, seppur nitida: «Per il turismo di Bergamo è un anno straordinario». Il sindaco Giorgio Gori lo dice guardando alla città e allargando la visuale alla provincia, e lo fa partendo dai numeri. Tanti, e praticamente tutti positivi.

Quelli presentati giovedì da VisitBergamo, Comune, Provincia – ed elaborati da InTwig – raccontano di un 2023 da record, da più punti di vista: tra gennaio e ottobre in Bergamasca gli arrivi turistici sono stati 1.195.420, in crescita del 22,4% rispetto al 2022 (+219mila arrivi) e del 12,1% sul record del 2019 (+129mila arrivi), mentre le presenze – cioè il numero di notti trascorse nelle strutture ricettive – sfiorano quota 2,5 milioni (2.492.935) e segnano un +21,6% sul 2022 (+443mila) e un +18,4% sul record del 2019 (+386mila). C’è lo storico sorpasso degli stranieri sugli italiani, brilla sostanzialmente l’intero territorio orobico e cresce ovviamente la città. Due numeri, sul capoluogo: in dieci mesi sono arrivati 439.840 turisti (+42,7% sul 2022 e +24,1% sul 2019), mentre le presenze (le notti trascorse in città) sono salite a quota 879.256 (+42,5% sul 2022, +30,7% sul 2019). È l’effetto-Capitale.

Bergamo «international»

Bergamo ha spalancato le proprie porte all’Europa, anche al mondo. Non solo la città, ma anche la provincia: il 2023 è stato l’anno del «sorpasso». Ovvero, sempre nei primi dieci mesi del 2023, il 51,2% dei turisti è stato di nazionalità straniera (612mila persone), mentre nel 2022 erano al 47,3%; da un’altra prospettiva, quest’anno i turisti stranieri sono cresciuti del 25% mentre quelli italiani «solo» dell’11%. Ma quanto ci si ferma in terra orobica? Qui il dato non ha differenze di nazionalità, il soggiorno medio è di 2,1 giorni: «Nel 2019 la permanenza media era di 1,9 giorni – osserva Christophe Sanchez, amministratore delegato di VisitBergamo -: l’aumento di due punti decimali era un obiettivo ed è un risultato molto importante, se calcolato su flussi turistici così importanti».

Addirittura, in città il 74% degli arrivi (e il 76% delle presenze) è dato da turisti stranieri. Cioè «quelli che trainano la nostra crescita», come rileva Gori, rimarcando l’«anno straordinario»: «Sono due gli elementi determinanti – aggiunge il sindaco -. Il primo è il successo, al di là delle nostre aspettative, della Capitale italiana della Cultura, uno status trainante che ha anche rafforzato la vocazione internazionale della città. L’altro punto è l’efficacia della relazione città-provincia, mai così visibile: mettere in comunicazione capoluogo e territorio, soprattutto la montagna e il lago, permette di apprezzare punti della provincia che si aprono al turismo europeo e internazionale». Certo, «difficilmente l’anno prossimo potremo fare ancora di più – è il realismo di Gori -, ma l’obiettivo di confermarci su questi target è alla nostra portata». Il futuro è già iniziato: «È importante non perdere l’abbrivio – fa eco Sanchez -. Già da ottobre stiamo lavorando sui mercati internazionali e intercontinentali, per rendere strutturale il dato straordinario di quest’anno. Superarlo sarebbe eccezionale».

L’identikit dei turisti

I numeri elaborati ormai in tempo reale da InTwig confermano – come spiega l’amministratore delegato Aldo Cristadoro – che «per la Bergamasca è luglio il mese di maggior afflusso, con quasi 150mila arrivi e 356mila presenze quest’anno, nuovo record storico». Scorre anche la classifica delle principali nazionalità del turismo straniero: la Germania è in testa con 41.242 arrivi su tutta la provincia, tallonata da Polonia (40.837, guadagna una posizione rispetto al 2022), poi Francia (38.372), Regno Unito (28.743), Spagna (25.803), Svizzera (22.073), Romania (21.747) e Paesi Bassi (15.359).

C’è un caleidoscopio di fattori, nell’indagare l’attrattività per alcuni Paesi. «Per tedeschi e polacchi è importante l’offerta che il territorio bergamasco dà in termini di rapporto qualità-prezzo», ragiona Sanchez, e per i polacchi in particolare ci sarebbe anche un curioso «link culturale» alla figura di Francesco Nullo (garibaldino bergamasco, morì poi in Polonia dove era partito per combattere al fianco degli insorti polacchi contro la dominazione russa). Ma c’è anche un respiro più ampio su cui lavorare: «Gli Stati Uniti sono la prima nazione intercontinentale per numero di arrivi, con una crescita importante – indica Sanchez -. Stiamo aspettando la piena ripresa dei movimenti dai mercati asiatici (la cui ripartenza post-Covid è stata più lenta, ndr), che immaginiamo accada nel 2024». Se il turismo è fatto di «ponti», anche in senso figurato, una direttrice di particolare interesse è quella che unisce Bergamo a Milano: «I grandi eventi a Milano hanno una ripercussione immediata anche su Bergamo, dal Salone del Mobile al Gran premio di Monza, che portano turisti anche da noi – segnala Sanchez -. Uno degli elementi per cui i turisti scelgono Bergamo è perché le persone gliene parlano bene».

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