Università di Bergamo, matricole già a quota 6.500. Si vola verso i 25 mila iscritti

Confermato il trend dello scorso anno: in 4.300 per le lauree triennali, 2.200 alle magistrali.

A meno di una settimana dalla chiusura delle immatricolazioni l’Università di Bergamo registra 6.500 nuovi arrivi, confermando così la tendenza positiva degli ultimi anni, compresi quelli segnati dal Covid . Il 4 settembre il numero complessivo di immatricolati e pre-immatricolati alle lauree triennali e a ciclo unico era pari a 4.300, mentre gli iscritti e pre-iscritti alle lauree magistrali erano circa 2.200. Numeri – l’esperienza insegna che gli indecisi si iscrivono in zona Cesarini – destinati a crescere negli ultimi giorni di apertura delle iscrizioni (che chiuderanno il 13 settembre per le triennali e il 10 settembre per le magistrali) così da superare, con ogni probabilità, i 7.000 neo iscritti dello scorso anno.

«Il confronto con l’anno accademico che ci lasciamo alle spalle è complicato dal fatto che nel 2020-21 tutte le triennali erano a numero programmato – spiega il prorettore Paolo Buonanno –, quest’anno, invece, i numeri programmati riguardano solo i corsi di laurea triennali e magistrali di Scienze umane e sociali e di Scienze aziendali, oltre alla triennale di Scienze della comunicazione (sostanzialmente i corsi più affollati, ndr). Possiamo comunque dire che questi numeri sono più che soddisfacenti, e ci consentono di crescere assicurando un’offerta formativa sostenibile e di livello».

Nel dettaglio le 18 lauree triennali e a ciclo unico degli otto dipartimenti dell’ateneo «registrano tutte buone performance» continua Buonanno. Al top della classifica, per numero di iscritti, si conferma Scienze umane e sociali (990), seguita da Scienze aziendali (700), che con Scienze economiche raggiunge le 1.100 matricole. Balzo in avanti di Lettere, filosofia e comunicazione (quest’ultima tradizionalmente apprezzata dagli studenti) con 675 matricole. Testa a testa tra Ingegneria gestionale, dell’informazione e della produzione (510) e Lingue (500), mentre Giurisprudenza (290) precede Ingegneria e Scienze applicate (205). Quanto alle 24 magistrali, Lingue (490) e Scienze aziendali (400) guidano la classifica. A seguire ci sono i 320 iscritti alle specialistiche di Ingegneria gestionale, i 300 di Lettere, filosofia e comunicazione, i 280 di Scienze umane e sociali. E poi Scienze economiche (190), Ingegneria e scienze applicate (120) e Giurisprudenza (60). Al di là dei numeri, si fanno strada nuove tendenze in questo secondo anno accademico segnato dalla pandemia. Lo stop ai viaggi ha inciso sui corsi di studio che implicano trasferimenti all’estero (leggasi Lingue), nonostante ciò i corsi di laurea internazionali tenuti in inglese sono sempre più apprezzati. Continua il boom degli indirizzi in Scienze economiche focalizzati sull’analisi dei dati, mentre le incertezze legate al mercato del lavoro fanno sì che diminuisca il numero degli studenti indirizzati verso le libere professioni.

«Siamo molto soddisfatti – dice il rettore Remo Morzenti Pellegrini –; di fatto abbiamo raggiunto gli stessi numeri dello scorso anno con più di due mesi di anticipo, considerato che nel 2020 abbiamo chiuso le iscrizioni a fine novembre . Quest’anno, poi, le procedure di iscrizione si sono semplificate e velocizzate. Di questo passo ci attendiamo trai 6.500 e i 7.000 neo iscritti, il che ci porterà ad avere 25 mila iscritti nel complesso, un trend che ci ha indotto a istituire i numeri programmati».

Dal primo settembre esami al via in presenza nelle sedi di UniBg, dove si entra solo se dotati di green pass . Attraverso un’app – già in uso per prenotare i posti in aule, sale studio, biblioteche e mense – gli studenti hanno la possibilità di autocertificare il possesso del green pass. Una fase di rodaggio in attesa dell’inizio delle lezioni, il 4 ottobre. L’obiettivo – ha spiegato il rettore – è arrivare al 75% delle lezioni in presenza. Ma considerato il numero di nuovi iscritti sarà necessario proseguire anche con la didattica a distanza, che verrà mantenuta almeno per il primo semestre del nuovo anno accademico.

© RIPRODUZIONE RISERVATA