Universitari, protesta anche a Bergamo: «Gli alloggi sono pochi e troppo costosi, si trovino delle soluzioni»

LA PROTESTA . Bergamo quinta città in Italia per il caro-affitti: +10% in sei mesi. I posti letto nelle residenze Unibg sono 200, ne servirebbero sei volte di più. Il rettore: «Con Montelungo e via Statuto una boccata d’ossigeno».

Pochi e cari. A Bergamo non ha ancora attecchito la «rivolta delle tende», la protesta contro la carenza degli alloggi universitari e il caro-affitti, partita una settimana fa fuori dal Politecnico di Milano proprio da una studentessa di Alzano e allargatasi a macchia d’olio. Ma anche qui il problema si fa sentire. I posti letto nelle residenze universitarie Unibg sono 200 e ne servirebbero almeno sei volte di più. E da una recente indagine di Immobiliare.it Bergamo risulta quinta tra i capoluoghi italiani per il costo delle stanze in locazione, passato da 381 a 419 euro al mese (+10%) da aprile a settembre 2022.

La situazione

Da tempo i rappresentanti degli studenti si stanno confrontando con la governance dell’ateneo per trovare delle soluzioni, visto che la crescita degli iscritti non sta andando di pari passo con la disponibilità abitativa. Si calcola che il 45% dei 23mila immatricolati sia fuori sede: circa 10mila studenti, quindi, arrivano da fuori provincia, regione o dall’estero. Se non tutti cercano casa (molti fanno i pendolari), è pur vero che i posti letto disponibili sono ancora insufficienti. Al momento se ne contano 200 nelle residenze universitarie, compresi i 46 aggiunti quest’anno grazie a una convenzione col Seminario. Si arriverà a 800-900 con i recuperi in corso di Montelungo ed ex Accademia della Guardia di Finanza, ancora lontani però dal coprire un fabbisogno stimato in 1.200-1.400 posti letto. Il costo mensile di una stanza in queste strutture va dai 110 ai 250 euro, ma sono tutte esaurite. La caccia sul mercato privato non va meglio.

L’Accomodation Service, la piattaforma dell’università che fa incontrare domanda e offerta, al momento ha caricato 722 proposte per 1.027 utenti. I canoni mensili calmierati (utenze e spese condominiali comprese) vanno dai 350-370 euro per una camera singola ai 600 euro per un bilocale per una-due persone, passando da una camera doppia che costa tra i 270 e i 290 euro e un monolocale che viene 520 euro. Fuori da questi canali «controllati», è la giungla. «Non siamo a Milano, eppure anche a Bergamo gli affitti sono schizzati e non se ne capisce bene il motivo, servirebbero più controlli», conferma Alessandro Comi, rappresentante del Comitato regionale per il diritto allo studio universitario, che dopo la laurea triennale a Milano, studia International management in un master di Unibg. «Io sono di Bergamo e fortunatamente vivo con i miei, ma posso fare un paragone tra Bergamo e Milano, avendo vissuto le due esperienze – racconta –. L’asticella degli affitti sta aumentando vertiginosamente anche qui, ci sono studenti che pagano 600-700 euro per un monolocale».

Martin Manzoni, studente di Giurisprudenza, per cinque anni è stato rappresentante degli studenti e ha ben presente la questione: «La stiamo affrontando da tempo, e c’è sempre stato un confronto con l’Università: purtroppo i tempi per Montelungo ed ex Guardia di Finanza si stanno allungando di molto». Siede in Senato accademico Maria Schisano, studentessa di Scienze e tecniche psicologiche, pendolare (è di Costa di Mezzate): «Il problema è meno sentito che a Milano, ma c’è. Le residenze universitarie non bastano e i prezzi del mercato privato sono troppo alti, non a portata di studente». Non è in discussione l’impegno dell’Università. «Alcune cose possono essere migliorate, ma è indubbio che l’Università si stia muovendo per aiutare gli studenti fuori sede, ad esempio anche con le agevolazioni sui trasporti», concordano i rappresentanti degli studenti, che chiamano in causa Regione e governo: «Il Comune, per quanto di sua competenza, ha dato dei segnali positivi, ad esempio con gli investimenti sulla Montelungo», dicono.

Le risposte

Il rettore Sergio Cavalieri conferma che l’ateneo sta affrontando due aspetti del problema. «Quello strutturale degli spazi e quello infrastrutturale, della mobilità. Il disagio non è solo di chi fa fatica a trovare un alloggio a Bergamo, ma anche di chi deve arrivare in tempi ragionevoli nelle nostre sedi. Su entrambi gli aspetti si può migliorare», assicura. Se sul fronte dei collegamenti, la nuova linea Teb e i bus elettrici del Brt, legati ai fondi Pnrr, sono gli investimenti più importanti, sulla residenzialità Montelungo e via Statuto sono le sfide principali. «E qui se si vuole costruire bene, purtroppo i tempi non sono istantanei», ammette il rettore, che prevede almeno tre anni per completare le opere: «Questo è il desiderata. Arriveremo a 800-900 alloggi, che non sono la soluzione definitiva ma di sicuro un’importante boccata d’ossigeno, quadruplicando i posti».

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L’Accomodation Service aiuta gli studenti a trovare spazi a prezzi calmierati, «ma gli appartamenti sono un piano b rispetto alla residenza universitaria, che è anche luogo di socializzazione», riflette Cavalieri. Giovedì il governo ha sbloccato 660 milioni di euro previsti dal Pnrr per gli alloggi universitari. Proprio in questi giorni sulla questione si è scaldata anche la politica: il ministro dell’Istruzione Giuseppe Valditara ha accusato di immobilismo le amministrazioni locali di centrosinistra, ma è stato ripreso dalla titolare dell’Università Anna Maria Bernini, che ha invitato a un atteggiamento collaborativo. «Sull’edilizia universitaria le competenze sono tutte del governo», ricorda il sindaco Giorgio Gori. «In Italia gli affitti sono mediamente aumentati del 20% negli ultimi tre anni, a Bergamo siamo alla metà. Possiamo quindi offrire ancora un’alternativa accessibile alle metropoli come Milano dove la casa è inaccessibile». Certo una riflessione va fatta sui canoni fuori controllo e la tutela delle fasce più deboli. «Il governo dovrebbe sostenere con un contribuito affitti-gli studenti delle famiglie con redditi bassi», sostiene Gori. Che torna a chiedere che Roma dia ai sindaci il potere di regolamentare la locazione turistica. «L’avanzata delle locazioni brevi a uso turistico sottraggono alloggi dal mercato, sia per i residenti sia per gli studenti fuori sede. Con i sindaci di Bologna e Firenze, torniamo a chiedere strumenti di regolamentazione».

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