Caro-affitti per gli universitari, la protesta si allarga. Ilaria: «Non mi aspettavo tanta solidarietà»

LA PROTESTA. La studentessa bergamasca per prima ha dormito in tenda fuori dal Politecnico di Milano. Ora tanti studenti in varie città stanno seguendo il suo esempio.

«Dagli studenti mi aspettavo questa solidarietà ma mi ha stupito quella di un’intera nazione anche di chi non vive una situazione di difficoltà». Così Ilaria Lamera, la studentessa di 23 anni bergamasca del Politecnico di Milano che la scorsa settimana ha piantato una tenda davanti all’ateneo per protestare contro il caro affitti, ha commentato il dilagarsi della protesta. Altri studenti come lei infatti negli ultimi giorni a Milano, a Roma, a Venezia, a Bologna hanno deciso di accamparsi e piantare le tende fuori dalle loro università per denunciare la difficoltà di trovare una casa o una stanza a prezzi decenti.

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«Adesso - ha spiegato Ilaria - dobbiamo trovare il modo di coordinarci tra le varie città. Però prima di tutto voglio ringraziare tutti gli studenti che stanno protestando e mandargli un messaggio, cioè che dobbiamo rimanere uniti sullo stesso fronte per ottenere risultati concreti in tutte le città». Oggi la studentessa del Politecnico è una delle protagoniste del tavolo di confronto sul caro affitti promosso dal Comune di Milano alle 18.30 a cui partecipano, oltre al sindaco Giuseppe Sala, i rettori delle principali università milanesi e una rappresentanza degli studenti. «Capiremo cosa hanno da offrirci - ha proseguito Ilaria - mi aspetto che venga promosso un tavolo permanente per parlare di questi temi, che si riunisca fino a quando il problema non sarà risolto. Servono strategie di lungo termine».

A chi ha commentato la sua protesta in tenda per il caro affitti consigliandole di fare la pendolare perché tanto abita in provincia di Bergamo Ilaria risponde che «per anni ho viaggiato avanti e indietro in treno ma se posso lottare per migliorare la mia vita e quella di altre persone perché non farlo - ha proseguito -, non capisco perché dobbiamo per forza portare avanti questa filosofia del sacrificio. Ognuno deve avere il diritto di vivere dove preferisce, qualcuno per questo mi ha definito una ragazza viziata, ma vorrei sottolineare che nelle grandi città europee gli studenti hanno i campus vicino alle università e in Italia siamo gli unici ad averne così pochi».

Adesso Ilaria ha dismesso la tenda e ha portato la sua lotta ai tavoli istituzionali dove spera di poter cambiare le cose, non solo per gli studenti ma anche per le famiglie in difficoltà a trovare una casa. «Per quanto riguarda la protesta delle tende ho lasciato che fosse il movimento spontaneo che si è creato a proseguire - ha concluso -. Non dobbiamo smettere di lottare perché il diritto ad uno studio e a una casa sono costituzionali e li dobbiamo rivendicare perché adesso ci sono negati».

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