Uptown, la web radio di Città Alta
Per una speranza in più basta la parola

Un gruppo di giovani ha dato vita a un progetto innovativo, per farsi ascoltare e ascoltarsi.

«Talvolta - scrive Christian Bobin - ascolto le voci senza lasciarmi distrarre dalle parole che contengono. In quei momenti sono le anime che sento. Ciascuna ha una vibrazione che le è propria». Come il timbro squillante di Daniele, o quello più profondo di Kostyantin e Sauro, e altri toni ancora diversi come quelli di Francesco e Jacopo, accompagnati da sorrisi, che ascoltandoli o leggendone i segni - senza vederli in viso - si intuiscono appena, come luci accese dietro le parole.

Hanno accompagnano in modo insolito il quartiere di Città Alta ai tempi della pandemia grazie alla web radio «Uptown radio podcast», www.uptpod.com. Tra i dj ci sono giovani lavoratori del progetto Lorto e redattori ingaggiati attraverso l’azione del Progetto Senzacca/lavoro di comunità. Hanno offerto agli ascoltatori versi di autori come Pablo Neruda e Nazim Hikmet come antidoti al dolore, alla paura o alla noia. Hanno riletto le canzoni cercando messaggi costruttivi da offrire in tempi difficili. Hanno interpretato con passione i racconti della quarantena scritti da persone di Città Alta di ogni età, mettendo in comune le loro solitudini, emozioni e speranze. Sono ragazzi «svantaggiati» che per una volta sono in primo piano, «sotto i riflettori» per regalare le loro qualità migliori grazie a un’opera singolare di inclusione, in cui tutte le persone coinvolte possono aggiungere valore all’azione comune.

Questa iniziativa è il frutto del lungo lavoro di progettazione comune di diversi attori: il Progetto Città AltRa promosso dall’associazione San Vincenzo de’ Paoli con altri quattro enti del quartiere, Rete socioeducativa e Rete sociale di Città Alta, Servizio reti sociali di quartiere e infine Progetto Senzacca, da tempo impegnato ad accompagnare percorsi di vita e progetti di inclusione sociale, a sua volta nato da una partnership tra Comune di Bergamo e consorzio sol.co Città aperta.

C’è un gruppo di giovani di Città Alta a tirare le fila: Ashish, nel ruolo di tecnico, Sofia, social manager, Cristiano, redattore, coordinati da Gloria Gusmaroli.

Ci sono voluti quattro anni perché la web radio passasse dal progetto alla realizzazione: «Il primo impulso - racconta Marco Sala, della cooperativa “l’Impronta”, educatore Progetto Senzacca, progetto “Lorto”, oratorio seminarino, altri servizi e progetti in Città Alta e Colli - è arrivato dalla rete di quartiere e dalla rete socio-educativa di Città Alta, da un questionario somministrato a cittadini della zona, sia adulti sia minori. I giovani in particolare avevano manifestato il desiderio di poter agire da protagonisti in contesti e modi innovativi rispetto a quelli tradizionali».

L’idea di poter esprimere idee, opinioni e raccontare storie creando una web-radio ha suscitato subito molto entusiasmo: «Abbiamo cercato le risorse necessarie per realizzarla, abbiamo acquistato tutta la strumentazione - spiega Gloria Gusmaroli, coordinatrice del progetto -, sostenendone i costi, abbastanza onerosi. I ragazzi per prepararsi a registrare le trasmissioni e a pubblicarle sul web hanno seguito alcuni incontri formativi».

Tra gli ultimi mesi del 2018 e il 2019 è arrivato il momento di scegliere una sede: «Abbiamo visitato i diversi spazi che ci sono stati proposti e messi a disposizione dagli enti del quartiere e dal Comune - continua Gloria - , coinvolto in un patto di collaborazione. Sono stati i ragazzi alla fine a scegliere le stanze comunali che si trovano in via San Lorenzo. Le abbiamo ripulite, riqualificate, ridipinto le pareti e allestito lo studio di registrazione ed eravamo pronti all’inizio del 2020. Tutto è stato fatto dai giovani: il sito, il logo, l’elaborazione dei contenuti».

Poi la pandemia si è messa di mezzo: «Siamo riusciti a preparare solo una puntata - chiarisce Gloria - prima del lockdown. Nel frattempo abbiamo lavorato anche su progetti di inclusione, ampliando il progetto originario. Alcuni ragazzi legati all’orto sociale sono entrati nella redazione e insieme ad Andrea, volontario di Senzacca ed esperto conduttore di un laboratorio legato alla musica. Ci hanno dato una mano a filmare e registrare le puntate musicali. Il loro lavoro si è integrato con quello degli altri giovani della redazione». Diverse abilità, lo stesso entusiasmo e tanta voglia di stare insieme e di impegnarsi per ottenere buoni risultati.

«Nei mesi della quarantena - osserva Sofia, 18 anni, al quinto anno di liceo delle scienze umane - il lavoro è proseguito a distanza. Nonostante fosse un tempo sospeso e un po’ difficile, abbiamo cercato di cogliere le possibilità che ci offriva». La squadra è composta da sei giovani, altri si stanno inserendo lungo la strada.

La web-radio ha una sede, ma non resta chiusa nei confini di una stanza: tiene occhi e orecchie aperte, gira per il quartiere, stringe relazioni. «Ci stiamo impegnando a mantenere vivo il legame con il territorio - chiarisce Marco -, perché vogliamo che sia un progetto ad ampia partecipazione, che coinvolga più persone possibile».

«Per me questo gruppo è come una seconda famiglia - osserva Daniele, tirocinante de Lorto - mi piace molto lavorare con gli altri giovani della redazione. Il mio ruolo è quello di speaker, ho letto poesie di diversi autori, è stata un’esperienza bellissima. Pensavo di essere negato a leggere, invece ho scoperto un nuovo mondo molto coinvolgente. Ho scoperto poesie che mi hanno colpito molto, soprattutto quelle di Neruda e Hikmet».

Daniele ha accettato con coraggio di mettersi in gioco in un campo che non gli era familiare: «Non avevo precedenti esperienze teatrali e non mi attiravano neppure. Quando ho iniziato a partecipare alla web radio, però, ho cambiato idea. Ho immaginato di trovarmi davanti a un pubblico e questo mi ha spinto a impegnarmi a fondo, cercando di regalare anche ad altri le emozioni che i versi suscitavano in me. Mi ritengo fortunato ad aver avuto la possibilità di far parte di un’esperienza come questa. All’inizio mandavo dei vocali a mia madre per avere un riscontro e sapere se le piacevano. Le sue opinioni e i suoi consigli mi hanno aiutato e incoraggiato. Ho scoperto di avere una voce sonora e potente, ho imparato a controllarla e a modularla nel modo più adatto alle trasmissioni».

Daniele ha iniziato anche a scrivere poesie: «Ne ho composta una, per esempio, sui paesaggi che avevo ammirato in Toscana, vicino a Siena, durante una vacanza. Mi ha fatto piacere notare che altri la apprezzavano».

Preparare contenuti per la web radio ha offerto a Daniele anche l’occasione di scoprire nuovi argomenti: «In una trasmissione ho spiegato, per esempio, che cosa sia la comunicazione aumentativa, nata per aiutare persone che non possono parlare o scrivere. È stato molto interessante».

Anche Kostyantin, un altro ragazzo che lavora a Lorto, ha trovato nella web radio l’occasione giusta per dare spazio alle sue passioni: «Mi piace molto la musica, perciò nelle trasmissioni ho scelto di esprimere alcune riflessioni a partire dalle mie canzoni preferite. Le prima puntate di questa rubrica andranno in onda da settembre, anche se le abbiamo già registrate. Racconto cosa sento, cerco di far affiorare gli aspetti più interessanti di un brano, i pensieri che può suscitare. Mi interessa scoprire come gli autori interagiscono col mondo, quale sguardo regalano attraverso ritmi, suoni e parole. Ci si può esprimere attraverso la musica su qualunque tema di attualità, su qualunque problema del mondo. Mi sono concentrato con particolare piacere sulla canzone “Rinascerò, rinascerai” di Robi Facchinetti, perché mi ha permesso di esternare anche le fatiche e le difficoltà che ho affrontato durante la pandemia».

Durante il lockdown i ragazzi della web-radio hanno raccolto e rilanciato le voci e le storie di tante persone del quartiere: «Ci è sembrato interessante - dice Sofia - dare spazio alla situazione eccezionale che tutti stavamo vivendo. Abbiamo raccolto testi che contenevano difficoltà, speranze, le reazioni delle famiglie, le contromisure prese per affrontare problemi, paure, esperienze preziose da condividere».

Nella «Uptown radio» si incontrano generazioni diverse, e c’è spazio anche per i bambini: alcune trasmissioni hanno coinvolto i bambini della scuola primaria di Città Alta, altre i ragazzi del Cre dell’oratorio del Seminarino. «I ragazzi - prosegue Sofia - hanno letto brani di fiabe e classici attualizzati. Purtroppo il covid ci ha costretti a mettere in pausa la collaborazione con la scuola, ma contiamo di riprenderla non appena possibile. Da settembre dovremmo riuscire a pubblicare una trasmissione o due alla settimana. Fino ad ora non siamo riusciti a dare una periodicità precisa, ma durante l’estate siamo riusciti a preparare un po’ di materiale per l’autunno».

Ashish, 18 anni, è uno studente all’ultimo anno dell’istituto tecnico informatico Paleocapa: «Nella web radio - racconta - ho trovato l’occasione per applicare concretamente tante cose che ho imparato a scuola. Non è semplice, ci vuole molto impegno sia per gestire il sito sia per l’editing del materiale che poi pubblichiamo, ma mi dà molte soddisfazioni». Le idee per il futuro sono molte: «Stiamo pensando - aggiunge Ashish - a una trasmissione che parli del quartiere, in modo da essere ancora più vicini agli abitanti di Città Alta».

I giovani de Lorto sognano invece di creare un legame ancora più forte fra questo progetto e il loro lavoro quotidiano: Sauro vorrebbe raccontare la vita degli insetti, Daniele è appassionato dalle diverse varietà delle specie, dai tempi di semina, i metodi di coltivazione. «I giovani, per una volta, sono al timone - conclude Marco - a fare da collante tra generazioni, interessi e competenze diversi». Così anche la radio diventa un seme, da cui possono fiorire relazioni significative e immagini di speranza.

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