Vaccini agli over 50, si va verso un rinvio
delle prenotazioni

Il via era previsto venerdì, ma mancano le dosi. La fascia 50-59 potrebbe slittare di un paio di settimane.

Dallo staff della vicepresidente (e assessore al Welfare e Sanità) Letizia Moratti un laconico commento: «Attendiamo direttive nazionali». Nei corridoi di Palazzo Lombardia sono invece più loquaci e il quadro che ne esce è di un possibile (probabile) rinvio delle prenotazioni per i vaccini nella fascia tra i 50 e i 59 anni: il via era ipotizzato per venerdì.

Un passo indietro. Il piano Bertolaso presentato a inizio mese prevedeva due tabelle di marcia, conseguenza della maggiore o minore disponibilità di vaccini e sulla quale tarare la macchina delle somministrazioni. Nel primo caso, quello più favorevole (144 mila vaccini al giorno), le prenotazioni per la fascia 50-59 sarebbero potute iniziare il 30 aprile, nel secondo (65 mila vaccini) il 15 maggio. Fino alla fascia anagrafica precedente, quella dai 60 ai 69 (spezzata poi in due tranche come prenotazioni), la tempistica è stata rispettata alla perfezione, ora invece potrebbero esserci dei problemi.

I pazienti cronici under 60

Perché ora si fa riferimento ad indicazioni di carattere nazionale? Perché il 20 aprile è arrivata quella del commissario Francesco Figliuolo di completare gli over 60 e anche i fragili prima di passare alle fasce anagrafiche seguenti e questo (unitamente al pasticcio AstraZeneca) ha cambiato le carte in tavola: prima di procedere con la fascia 50-59 bisogna quindi vaccinare i cronici under 60 (la cosiddetta categoria 4, «comorbilità senza quella situazione di gravità degli estremamente vulnerabili») e si parla di diverse centinaia di migliaia di persone in Lombardia, forse 750 mila. Molti sono già stati contattati su indicazione dei medici di base e sull’analisi dell’esenzione da ticket, qualcuno anche vaccinato, ma il grosso deve ancora arrivare e prenotarsi: questo porta a un inevitabile slittamento della tabella di marcia di tutto il piano.

«Non siamo nelle condizioni di aprire le prenotazioni ipotizzate per il 30 aprile perché non abbiamo una fornitura tale da arrivare a 144 mila dosi giornaliere» spiegano dalla Regione. Target indicato da Bertolaso per chiudere l’operazione Lombardia entro metà luglio. Diversamente, nel caso si fosse rimasti sulle 65 mila, tutto sarebbe slittato all’ultima decade di ottobre.

«Ci stiamo avvicinando alle 100 mila vaccinazioni al giorno. Stiamo tenendo la macchina non ad alti giri perché non abbiamo abbastanza vaccini, ma potremmo tranquillamente arrivare a 140 mila» commenta il governatore Attilio Fontana. Come dire che la macchina funziona, ma la benzina comincia a mancare: e quella che c’è serve per altro. In più l’obiettivo assegnato da Figliuolo alla Lombardia si aggira sulle 85 mila dosi al giorno, per ora, ben sotto quello massimo delineato nella road map di Bertolaso.

Un calendario in movimento

Quindi, a meno di colpi di scena tra mercoledì e giovedì ed ennesime ridefinizioni del piano (il nuovo via libera ad AstraZeneca qualche riflesso potrebbe averlo) il 30 aprile non partiranno le prenotazioni per la fascia 50-59 anni. La data più probabile, piano Bertolaso alla mano, diventa così il 15 maggio. Con tutti i ma del caso. Se invece nel frattempo dovessero arrivare indicazioni da Figliuolo di consegne di ulteriori dosi «si potrebbero anche aprire prima le prenotazioni» spiegano dalla Regione, magari dividendo anche in questo caso la fascia in due tranche, del tipo 55-59 e poi a scendere. Il via alle somministrazioni, per la cronaca, era fissato per il 19 maggio.

La tabella con meno vaccini abbozzata da Bertolaso prevede invece le prenotazioni dal 15 maggio e le vaccinazioni dal 10 giugno: a questo punto diventa abbastanza plausibile, perché se è vero che da un lato le somministrazioni stanno arrivando a 100 mila al giorno, accorciando quindi i tempi complessivi, dall’altro bisogna anche fare fronte alla categoria 4 e ai suoi non trascurabili numeri.

Ma le dosi non bastano a tutti

Da qui al 19 maggio in Lombardia è previsto l’arrivo di oltre 2 milioni di dosi, un numero importante che potrebbe essere sufficiente a chiudere (stiamo parlando sempre di prima dose) la fascia dai 60 ai 69 e anche i pazienti cronici under 60. Ma la fascia 50-59 conta ben 1.592.070 persone e già da questo dato si capisce come i vaccini non bastino e serva un’ulteriore aggiunta alle dosi già previste per rispettare la tabella di marcia più favorevole di Bertolaso, quella che avrebbe portato a chiudere le somministrazioni entro il 7 giugno. Quella meno favorevole spostava invece la conclusione al 16 luglio.

Chiaramente lo slittamento di questa fascia anagrafica ha conseguenze anche su quella immediatamente successiva, la più numerosa, genericamente indicata come under 49: 4.073.278 lombardi. L’ipotesi con più vaccini prevedeva prenotazioni dal 14 maggio, somministrazioni dall’8 giugno e completamento per il 18 luglio, ma a meno di un arrivo importante di dosi difficilmente si realizzerà. L’altra contemplava invece le prenotazioni dal 13 giugno, le somministrazioni dal 17 luglio e la chiusura il 20 ottobre. Una via di mezzo potrebbe rivelarsi un compromesso accettabile e soprattutto realistico

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