Zona arancione, Bergamo si rianima
Ma rispettando le regole: zero multe

Con il via alla zona arancione tanta gente domenica in centro e in Città Alta.
Controlli dei vigili, niente assembramenti. Comincia a rianimarsi lo shopping.

«Abbiamo aspettato oggi pomeriggio per rivederci. Giusto un paio d’ore, un po’ di shopping insieme e poi ognuna a casa propria. Con due bimbi piccoli, meglio mantenere una certa cautela». Mara e Simona sono in fila per entrare in un negozio di vestiti; sono mamma e figlia, vivono entrambe in città, ma si sono riviste ieri dopo quasi un mese per effetto dei vincoli, rispettati alla lettera, imposti dalla zona rossa. Il primo giorno in arancione per Bergamo e per il resto della Lombardia regala anche questi spaccati di vita familiare: dopo tre settimane di semi isolamento, i bergamaschi sono tornati ieri ad affollare le strade del centro. Nessun assembramento in senso stretto, ma tanta gente a passeggio, molta più dei giorni scorsi ovviamente, soprattutto nelle vie dello shopping e in Città Alta, dove la Corsarola si è riempita perlopiù in mattinata. Ieri è stato il giorno della riapertura dei negozi di abbigliamento e calzature, delle gioiellerie e di tutte quelle attività che per quasi un mese, in zona rossa, hanno dovuto abbassare le serrande.

In tanti, approfittando dell’onda lunga del Black Friday, sono tornati ad accogliere i clienti con sconti e promozioni in media del 20-30% sui prezzi di listino. Un’iniziativa per invogliare ai primi acquisti prenatalizi (in considerazione anche del fatto che i centri commerciali, ieri, erano chiusi), ma che per alcuni si è rivelata una necessità, visto il prolungato periodo di chiusura: «Abbiamo poche alternative – dice Paolo Cisotto, titolare della boutique di abbigliamento Serafino in Città Alta –. Quest’anno abbiamo perso due collezioni, quella primaverile e quella autunnale. L’apertura a macchia di leopardo, poi, non aiuta: dobbiamo vendere per poter pagare i fornitori e di gente in giro non ce n’è ancora abbastanza».

Chi si è riversato ieri in città lo ha fatto rispettando le buone pratiche anticontagio: distanziamenti dentro e fuori dai negozi, file composte, mascherine indossate. Insomma, immagini della nuova normalità con la quale ci toccherà convivere probabilmente ancora per alcuni mesi. Qua e là qualche pattuglia della polizia locale, controlli discreti, una presenza costante, soprattutto nelle ore in cui il centro si è vivacizzato di più, ma nessun intervento particolare e, soprattutto, nessuna sanzione. Tutto sommato, anche questa è una buona notizia, dopo i timori della vigilia.

È stata dunque la giornata del ritorno alla passeggiata in centro, anche se permessa solo ai residenti del Comune di Bergamo, come previsto dalle regole della zona arancione, con le strade pressoché sgombre di automobili sia al mattino che al pomeriggio. Per un ritorno alla normalità ci vorrà ancora del tempo, ma intanto Bergamo è tornata a ripopolarsi all’ombra del grande albero di Natale inaugurato sabato sera sul Sentierone, così come sono tornati i bimbi con la letterina per Santa Lucia da consegnare nella chiesa di via XX Settembre. Anche in questo caso un via vai scandito dal distanziamento, senza peraltro alcuna coda lungo la strada.

E per la prima volta dopo circa un mese, sono tornati a ripopolarsi di domenica anche i borghi: «Questa mattina sono entrate solo due clienti – racconta Delia Facchinetti, titolare del negozio di abbigliamento Sperani di via Borgo Palazzo – non molte, ma le assicuro che per chi, come noi, è stato chiuso così tanto tempo, è stato come vedere il Papa. Speriamo solo che questa riapertura possa far tornare alle persone anche la voglia di uscire e di stare bene, lasciando per un attimo il pensiero del dramma che abbiamo vissuto».

A fine giornata, pochi gli affari per i commercianti, ma non è senz’altro questo il tempo dei bilanci, anzi: «Abbiamo riaperto con la speranza che la gente torni pian piano a ripopolare la città – dice Renata Nicoli, titolare del negozio di calzature Penelope di via Tiraboschi –. Stiamo facendo molta fatica e sappiamo che anche le persone sono in difficoltà. Speriamo di poter mantenere entrambi i nostri punti vendita, perché i costi sono alti e quest’anno è stato davvero difficile». «Auguriamoci in questo mese un po’ di serenità per tutti – dice Alessandra Cornaro, titolare dell’omonima gioielleria di via Camozzi – anche e soprattutto per combattere questo virus che ci sta distruggendo».

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