A deSidera festival un viaggio musicale e l’ironia di Giacomo Poretti

Teatro Il 16 settembre a Urgnano «Almost Blue» con musiche dal vivo, il 17 a Martinengo sul palco l’attore comico con lo spettacolo «Fare un’anima».

Amsterdam – New York andata e ritorno: è un viaggio, quindi, quello proposto dallo spettacolo «Almost Blue», ma è un viaggio particolare: è un viaggio musicale. Scritto da Enrico Duranti, interpretato da Tiziano Ferrari per la regia di Riccardo Mallus, il lavoro è accompagnato dalle musiche eseguite dal vivo da Chiara Lucchini, voce e sax e Matteo Corio, pianoforte (Marco Cortinovis, adattamento musicale, Simone Moretti, disegno luci), «Almost Blue» intreccia le vicende di cinque personaggi: l’esploratore Henry Hudson, la schiava Pegg Morehouse, il librettista Lorenzo Da Ponte, il poeta Federico García Lorca e il musicista Chet Baker, il quale chiude il viaggio proprio ad Amsterdam, la città nel quale era iniziato. «Cinque personaggi, una piccola costellazione di volti che accompagna lo spettatore in un percorso tracciato dalla musica». L’ampio repertorio di musiche spazia dalla lirica al jazz, da Mozart a Chet Baker. Lo spettacolo va in scena il 16 settembre alle 21 a Urgnano, sul sagrato del campanile (via Roma, 74, in caso di maltempo, al Cineteatro Cagnola), presentato nell’ambito della Stagione di deSidera Bergamo Festival.

Divagazioni e provocazioni

Sempre deSidera presenta, il 17 settembre in Piazza Maggiore a Martinengo (ore 21, in caso di maltempo chiesa parrocchiale S. Agata), lo spettacolo «Fare un’anima» di e con Giacomo Poretti (con la collaborazione di Luca Doninelli, regia Andrea Chiodi, produzione Teatro de Gli Incamminati). Uno spettacolo che raccoglie divagazioni e provocazioni su di un «organo» che i moderni manuali di anatomia non contemplano, ma di cui da millenni si parla: l’anima. «Il progetto di questo monologo – spiega Giacomo Poretti – mi frulla in testa da quando è nato mio figlio Emanuele e venne a trovarci in ospedale un anziano sacerdote che mia moglie e io conoscevamo bene. Ci disse: bene, avete fatto un corpo, ora dovete fare l’anima. Questa frase mi è rimasta dentro, finché non mi sono deciso ad affrontare la questione, con il linguaggio dell’umorismo e dell’ironia. Come nasce l’anima? Spunta coi dentini da latte? Quanto incide una corretta alimentazione a farla crescere? L’anima esiste davvero o è una nostra invenzione? E ancora: è una parola da mandare in pensione, o i tempi complicati che stiamo attraversando la rendono più che mai ineludibile?».

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