Accademia Carrara, un ritratto di Cesare Tallone entra nella collezione

Arte In mostra il «Ritratto del pittore bergamasco Carlo Ferrari» (1890-1899 circa), grazie alla Direzione regionale Musei Lombardia e al MiC.

Un capolavoro di Cesare Tallone (1853-1919), già appartenuto alla collezione Luigi Agliardi di Bergamo, entra a far parte delle raccolte di Accademia Carrara. Si tratta del «Ritratto del pittore bergamasco Carlo Ferrari (1890-1899 circa)», acquisito dal ministero della Cultura e affidato in comodato d’uso grazie alla mediazione della Direzione regionale Musei Lombardia, che ha individuato in Accademia Carrara il museo più idoneo a ricevere l’assegnazione, per esprimere al massimo i valori storici dell’opera e arricchirne la lettura. La Carrara, che già dispone di 10 opere di Cesare Tallone, ha formalmente accettato di esporre la tela a partire dal 2021, anno in cui il dipinto, in occasione dell’allestimento «Una storia meravigliosa», ha fatto il suo ingresso in sala 26 dove tuttora è esposto.

Il successo di Tallone

Cesare Tallone, pittore di origine savonese, ebbe grande successo in Lombardia e in particolare coltivò uno stretto rapporto con la città di Bergamo e la Carrara, ottenendo nel 1885 la cattedra presso la Scuola di Pittura, avviandone un profondo rinnovamento dei metodi d’insegnamento. Qui conobbe Carlo Ferrari, definito dallo stesso Tallone «uno dei suoi migliori allievi», con il quale instaurò anche un significativo legame di amicizia. Un sodalizio fondato su un’analoga pittura di naturalezza e di umanità nella rappresentazione dei soggetti, oltre che sulla predilezione per le tonalità calde, per la plasticità delle pose e per il risalto chiaroscurale di luce e ombre.

Ritratto aderente al vero

Nella tela data in comodato alla Carrara, Carlo Ferrari è ritratto in veste di pittore, con la tavolozza appena accennata in mano, sulla soglia dei trent’anni. L’opera rappresenta uno dei migliori esempi della ritrattistica di Tallone per la sua spiccata aderenza al vero, sia nella resa del camice del pittore, sia nell’acceso incarnato del volto, oltre che per la pennellata rapida e sciolta, memore della lezione di Velázquez, al quale il maestro viene spesso accostato. Il dipinto rappresenta non solo una delle testimonianze più emblematiche della maestria raggiunta dal pittore nel campo della ritrattistica, ma anche un prezioso documento per ricostruire il milieu culturale bergamasco dell’epoca, in quel desiderio di rinnovamento e di ricerca di nuovi modelli pittorici più sensibili al colore e alla luce e maggiormente attenti al quotidiano.

«Il recente intervento di restauro, condotto da Antonio Zaccaria, restituisce il ritratto in tutto il brio pittorico, l’energia e la libertà della pittura di Cesare Tallone».

Spiega Maria Cristina Rodeschini, direttrice dell’Accademia Carrara: «Alla guida dell’Accademia Carrara, dopo la quarantennale direzione di Enrico Scuri, Cesare Tallone giunge a Bergamo nel 1885 nel cuore della propria parabola artistica, dedicandosi a innovare profondamente la scuola di pittura bergamasca. In questo periodo riceve le attenzioni di Pellizza da Volpedo, di 15 anni più giovane, che si recherà a Bergamo per conoscerlo e tessere con lui un’amicale relazione artistica. La Carrara dispone nelle sue raccolte di dieci dipinti di Tallone che bene illustrano la sua attività ritrattistica. L’ingresso della nuova opera, che fa seguito a quella del magnifico “Ritratto di gentiluomo” di Fra Galgario del 2020, conferma ancora una volta la grande attenzione culturale riservata al museo, arricchendo le collezioni della Carrara di una tela di qualità che ritrae il pittore Carlo Ferrari, attivo sulla scena artistica del periodo, e sottolineando la forte relazione tra museo e scuola».

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