Addio a Pievani, sobrietà e rigore di un artista libero

Dietelmo è morto venerdì a 86 anni. Ha saputo coniugare pittura e scultura, architettura e design in una poetica sempre al passo con i tempi, ma senza smancerie

l mondo dell’arte bergamasca piange la scomparsa dell’artista Telmo (Dietelmo) Pievani, morto venerdì all’età di 86 anni. Una carriera che ha attraversato oltre cinque decenni e che è stata costellata di ricerche e sperimentazioni individuali che hanno portato Pievani ad abbattere le distinzioni tra le arti, con la pittura e la scultura che si sono unite e mescolate ai procedimenti tecnici dell’architettura. Formatosi presso la Scuola d’arte Fantoni e poi l’Accademia Carrara, sotto la direzione dei maestri Achille Funi e Trento Longaretti, Pievani si è distinto nell’ambito della poetica informale e materica, con numerosi progetti, esposizioni e opere che hanno abbracciato nel corso del tempo anche l’architettura d’interni e il design.

L’artista lascia nel dolore il figlio Marco, con la moglie Paola e i figli Davide e Lucilla, e il nipote Telmo Pievani, filosofo ed evoluzionista di fama. «Mio zio – racconta – nutriva il desiderio di essere ricordato come pittore, forse perché legato ai tempi dell’Accademia Carrara, dove era famoso per la sua mano strepitosa, capace di replicare qualsiasi opera. Aveva una grande capacità artistica che univa a rigore e precisione. Ha saputo in tutta la sua carriera unire la pittura alla scultura e all’architettura: un mix di arti che ha consentito alle sue opere di conquistare non solo le gallerie d’arte, ma anche studi di architettura e di design. Aveva un carattere schivo, un po’ burbero, ha sempre rifiutato lo “star system” dell’arte e il marketing delle opere».

Un atteggiamento che gli ha consentito comunque di conquistare pubblico e critica. Anche la città di Bergamo ha riconosciuto la sua influenza dedicandogli nel 2009 in Gamec una mostra personale: un tributo ufficiale per sancire la rilevanza del suo percorso artistico: «Dietelmo Pievani – spiega la direttrice dell’Accademia Carrara Maria Cristina Rodeschini, nel 2009 direttrice della Gamec - è stato uno degli artisti più innovativi della città del secondo dopoguerra, insieme ad Alberto Zilocchi, di cui era amico. Libero di pensiero, negli anni ’60 fu attratto da quanto accadeva a Milano, in modo particolare da Piero Manzoni e Lucio Fontana. La sua attività si colloca in un territorio di confine tra arte e architettura, spaziando anche dall’architettura d’interni alla pubblicità».

La mostra in Gamec del 2009

Un uomo appassionato – prosegue la direttrice - «che ha partecipato attivamente alla vita delle istituzioni cittadine – fece parte del consiglio di amministrazione dell’Accademia Carrara – e al dibattito, negli anni ’80, sulla nascita della Galleria d’Arte Moderna e Contemporanea di Bergamo. Informato e attento alla contemporaneità, non ha mai smesso di confrontarsi con i mutamenti degli scenari dell’arte. La sua vita d’artista è stata segnata ed è stata guidata da una particolare sensibilità per la materia e per l’esplorazione del rapporto con la tridimensionalità e i valori dello spazio».

La camera ardente è stata allestita presso il salone di Villa Benaglia a Longuelo, dove da tempo è presente una sua esposizione di opere. I funerali si terranno domani alle ore 10 presso la chiesa parrocchiale di Longuelo, che ospita una delle pochissime opere sacre di Pievani: la grande Madonna Immacolata che si trova nella vela absidale. E proprio la comunità di Longuelo si è già stretta attorno alla famiglia di Dietelmo con un messaggio affidato ai social dal parroco don Massimo Maffioletti. «Ci ha lasciato Telmo Pievani, un grande artista – dice il parroco -. A Longuelo rimarrà per sempre traccia della sua Immacolata in stile optical art. Artista libero, tutto d’un pezzo, senza smancerie e piaggerie: quello che c’era da dire andava detto. A costo dell’amicizia e dei buoni rapporti. A costo dei ritorni economici. Era un uomo molto consapevole della sua qualità artistica. Stava lavorando a un nuovo progetto sempre di arte astratta. Lo saluto, a nome della comunità, con sincera gratitudine».

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