Addio al maestro Ruggero Barbieri, una vita in musica

Il lutto Fondatore dell’Orchestra «Città di Bergamo», per anni diresse la Philippine Philharmonic Orchestra. L’amicizia con don Spada, il ricordo dell’amico Andrea Spolti.

Si è spento domenica 20 marzo, nella sua casa di via alla Rocca, in Città Alta, il direttore d’orchestra Ruggero Barbieri. Il 5 maggio avrebbe compiuto 61 anni. Barbieri se n’è andato per un ictus, che lo aveva colpito il 10 marzo. Ricoverato al Papa Giovanni non si è più risvegliato. Lascia il figlio Piolo e le sorelle Daniela (col marito Ermanno Baldassarre, avvocato) e Federica. I funerali si svolgeranno giovedì 24 alle 14.15 nella chieda di Ognissanti al Cimitero. La carriera di Barbieri si è svolta prevalentemente tra Europa e Asia. Ha diretto varie orchestre in Argentina, Messico, Singapore, Spagna, Praga, e i Pomeriggi Musicali di Milano.

Ruggero Barbieri è stato un uomo che ha vissuto per la musica e di musica è vissuto. Raramente ho incontrato una persona come lui, con la musica letteralmente inscritta nel suo dna. Il mio primo ricordo è in quel di Schilpario, località che per molti anni ha accolto Ruggero e la sua famiglia durante i periodi di villeggiatura. Una famiglia di musicisti, molto unita, che il più delle volte era possibile incontrare tutta insieme per le vie del paese, e che spesso vedevo conversare con monsignor Andrea Spada.

Il padre di Ruggero aveva suonato e insegnato contrabbasso, la madre Teresa aveva studiato canto, e anche le figlie Daniela e Federica erano musiciste, tanto che un’estate si erano offerte di darmi lezioni gratuite di teoria e solfeggio. Lo stesso Ruggero, nel 2005, per il primo anniversario della scomparsa di monsignor Spada era stato scelto per dirigere il concerto in suo ricordo organizzato dal nostro quotidiano al Teatro Donizetti. La scelta era stata quasi naturale, per via della loro frequentazione. Quel concerto, che anch’io avevo contribuito ad organizzare, me lo ricorderò sempre: «Se è per monsignor Spada - mi disse subito Ruggero quando gli proponemmo di essere sul podio - non voglio alcun compenso». E così fu.

Ruggero Barbieri è stato un uomo che ha vissuto per la musica e di musica è vissuto

L’amicizia con monsignor Spada

Ingaggiammo la Czech National Symphony Orchestra. Fu lui a scegliere la monumentale «Quinta Sinfonia» di Čajkovskij come brano cardine della serata, forse memore di qualche conversazione musicale che aveva avuto a Schilpario con monsignor Spada, anche lui cultore della miglior musica classica, e a cui io devo il fatto di essere musicista.

Così come ricordo un fatto di tanti anni fa, sempre a Schilpario, quando era parroco don Giuseppe Ferrari e Ruggero accettò di suonare l’organo Serassi per un’importante funzione. Lo ricordo bene perché ero seduto accanto a lui, io che normalmente ero l’organista a Schilpario durante le vacanze. Gli giravo le pagine e ammiravo il suo approccio alla musica, molto diverso dal mio. Si vedeva subito che non era tanto un «pianista» o per lo meno non era così avvezzo alle tastiere, ma era un musicista che era in grado di trasformare persino le note dell’organo in «orchestra». Come quell’Orchestra «Città di Bergamo» che lui aveva fondato nei primissimi anni della sua carriera (1986), e che avevo avuto il piacere di ascoltare al Teatro Donizetti al suo debutto, con il padre Giusto sul palco, al contrabbasso. È da questa formazione che è nata successivamente l’Orchestra Bergamo-Musica Festival G. Donizetti che portò in tournée in Alto Adige e in Francia nel 1992.

In giro per il mondo

Dopo quell’esperienza la Spagna come assistente del maestro Aldo Ceccato, occupando alternativamente lo stesso ruolo con i maestri Donato Renzetti e Thomas Briccetti. Poi le Filippine dove per anni aveva diretto la Philippine Philharmonic Orchestra, e dove anche di recente tornava spessissimo, invitato come principale direttore ospite. Anche il maestro Paolo Bordoni, figura di spicco del panorama musicale internazionale, da sempre innamorato di Schilpario, era stato protagonista nelle Filippine sotto la direzione del maestro Barbieri.

Nel 2009, a termine del mio Master in Piano Performance all’Università delle Hawaii, ero stato invitato dall’Ambasciata italiana a Manila per un concerto per la Festa del 2 giugno. Mi aveva subito colpito quanto Ruggero fosse stimato e quanto vivo fosse il suo ricordo. Avevo avuto occasione di incontrare sia orchestrali e sia persone legate all’orchestra a vario titolo. Tutti mi avevano parlato delle qualità artistiche, umane, ma anche manageriali di Ruggero.

La sua scomparsa ha lasciato un vuoto nel mondo musicale e non. I messaggi di cordoglio che in queste ore circolano in rete arrivano da tutto il mondo, non soltanto dalle Filippine, a ulteriore testimonianza di quanto la sua Arte sia stata apprezzata alle più diverse latitudini.

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