Aida in Piazza Vecchia, una marcia trionfale per invocare la pace

LIRICA. Lunedì 21 agosto in Città Alta il capolavoro di Verdi. Il Ducato di Piazza Pontida, dai vestiti alle scene, ha voluto dare all’opera una connotazione attuale.

Sarà un’Aida ispirata alla pace. Il tradizionale appuntamento estivo con la lirica in piazza del Ducato di Piazza Pontida presenta questa sera, 21 agosto, (alle 20.30, ingresso 25/20 euro, alcuni biglietti ancora disponibili) in Piazza Vecchia il capolavoro esotico di Giuseppe Verdi, versione italiana del grand’opera francese e variante alle soluzioni drammaturgiche wagneriane.

«Abbiamo puntato a fare un’Aida dalla connotazione pacifica - spiega il duca Mario Morotti -. E d’accordo con il regista Mario Binetti e il direttore d’orchestra Antonio Brena abbiamo puntato su voci bergamasche». Tali sono il basso Alessandro Ravasio come Re, figlio d’arte (il padre è il noto Luciano Ravasio) che sta registrando un crescente successo nazionale, il basso Alberto Rota di Cisano Bergamasco (lavora stabilmente alla Scala) come capo sacerdote Ramfis e il baritono Marzio Giossi nel ruolo di Amonasro, re d’Etiopia.

«Non era un’impresa facile»

Le altre voci principali sono quelle delle due rivali femminili: il soprano Roberta Salvati, la protagonista del titolo, pianista oltre che cantante, di ampia esperienza nazionale (non ultima alla Scala) e il mezzosoprano Alessandra Notarnicola - che sarà Amneris - particolarmente versata nel repertorio verdiano. Il tenore Fabio Valenti sarà il capitano egizio conteso dalle due donne. «Ci tenevo a portare Aida nell’anno della Capitale della cultura, anche se non nascondo che non era un’impresa facile. L’avevamo già fatta nel 2016 e altre due volte precedentemente. Questa è una produzione completamente nuova, con addobbi egizi, e un palco che può accogliere tutte le masse necessarie».

Le scene sono inedite, i costumi di Franz Cancelli, il corpo di ballo vede il coinvolgimento di Arabesque di Peia di Roberta Quadri, i costumi sono della Scuola Silv di Bergamo. Il direttore di palcoscenico è Paola Marta Facchinetti e poi naturalmente ci sono gli organici consueti, il Coro Calauce di Calolziocorte e l’Orchestra Gianandrea Gavazzeni diretti e concertati da Antonio Brena, bacchetta con cui fin dal 2001 prese il via l’idea della «lirica in piazza» e del «circuito lirico estivo» con successo.

«È un titolo che chiede il massimo sforzo - conferma Brena -, nel repertorio di tradizione è un impegno particolarmente gravoso per tutti, a partire dai cantanti, fino al coro che canta dall’inizio alla fine, e anche per il direttore non è semplice concertare e dirigere insieme masse così importanti. Anche i tre balletti sono uno diverso dall’altro, con un registro e necessità di attenzione molto diversi».

Focus sulla pace

Il giovane regista Mario Binetti, in ascesa nel ruolo che ha svolto in questa produzione, spiega i motivi che la caratterizzano: «Abbiamo scelto un focus sulla pace, tutti i vestiti si richiamano alla pace. Nel corso della marcia trionfale faccio entrare coro e corpo di ballo con le lance, a ciascuna delle quali è attaccato un tessuto per formare una bandiera della pace. Sì, potrà essere un focus non originalissimo, ma lo abbiamo ritenuto necessario in questi frangenti». Peraltro nel finale del IV atto Amneris, inginocchiata sopra la tomba dell’amato Radames, invoca proprio la pace.

«Ho inserito nel finale - continua Binetti - un particolare modo di entrata in scena della morte che va incontro a Radames e Aida: non è un momento crudo, piuttosto la morte accarezza i due sfortunati amanti. Dopo tutti i turbamenti la pace porta una carezza, non necessariamente la morte. Il lavoro maggiore è stato fatto per armonizzare tutte le parti in gioco. Un’ idea che è piaciuta molto ad artisti, coro e corpo di ballo».

«Mi piace trattare il repertorio popolare - aggiunge Binetti -, magari aggiungendo qualche elemento, qualche spunto, ma senza rivoluzionare troppo. Sono favorevole alla modernità, come certi elementi scenografici. Qui ad esempio abbiamo le piramidi in plexiglas, ma non sono amante dello stravolgimento e dei registi che lo fanno per partito preso. Alla scuola Paolo Grassi c’erano registi che volevano il nuovo per far innamorare dell’opera. Io sono per le radici e le tradizioni».

Biglietti acquistabili al Ristorante il Sole in via Colleoni, 1 in Città Alta fino alle 12.30, dalle 15 presso il check-in del Ducato in Piazza Vecchia.

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