«Bepi Quiss», via alle semifinali: sfida a colpi di pirlì e pedriöl

BERGAMOTV. Due puntate decisive, il 17 e il 24 aprile, per selezionare i concorrenti che si giocheranno la vittoria a maggio. È l’unico quiz di questo genere in Lombardia.

Mercoledì 17 e 24 aprile andranno in onda su Bergamo Tv le semifinali del «Bepi Quiss», mentre per individuare il vincitore bisognerà aspettare maggio. Questa è la decima edizione del programma ideato e condotto dal cantautore e presentatore Tiziano Incani, in arte il Bepi, ma il programma esiste da 13 anni (la prima edizione fu nel 2011) ed è sempre molto seguito.

Novità di questa edizione 2024 la durata maggiore: un’ora e mezza invece di una, con più domande e più giochi. «L’età media è più bassa degli anni precedenti, sui 45 anni, e prevalentemente maschile – racconta il responsabile di produzione Alessandro Zanchi -, il “Bepi Quiss” desta sempre molto interesse anche da fuori provincia lo vediamo sia nelle richieste di partecipazione sia dalle e-mail che ci arrivano. Credo che sia perché è un unicum: in Lombardia è il solo quiz di questo genere».

La squadra

Il regista è Cristian Fulgosi, nella squadra del «Bepi Quiss» ci sono: Renato Pedretti al mixer audio, Roberto Persico alla grafica, Franco Signorelli come cameraman in studio. Al di là dei piccoli ritocchi messi a punto ogni anno, il quiz è sempre rimasto fedele a sé stesso: il fulcro sono le domande su Bergamo e il suo territorio, che permettono di mettere in luce la preparazione dei concorrenti riguardo a storia, geografia, lingua, personaggi, cultura e curiosità della bergamasca e del suo articolato territorio, dalla Bassa alle montagne, dalla città ai paesi.

«La cosa più strana di questa edizione è che nelle semifinali c’è un concorrente da fuori provincia, Luca da Morbegno, appassionato del versante valtellinese delle Orobie – racconta il Bepi -. Abbiamo già avuto altri partecipanti da fuori provincia, ma lui è molto forte e sta facendo bene. Mi meraviglia sempre che siamo seguiti anche da Brescia, Milano, perché il nostro contenuto è molto specifico sul territorio bergamasco. Ma io credo da sempre che il contenuto sia la scusa per vedere il programma, che è molto ridanciano».

Le sfide

Nelle puntate finali i concorrenti si sfidano con dieci domande e cinque giochi: la lavagna, che comprende cinque definizioni a sinistra da collegare ad altrettante definizioni a destra. Il pais incerto, dove bisogna indovinare un paese attraverso tre fotografie, in ordine decrescente di difficoltà. Il gioco del pedriöl prevede di dare un nome a un volto bergamasco, da indovinare man mano l’acqua tróbbia dell’imbuto scende; il bergamascóm, dove bisogna comporre la parola in dialetto più lunga con dieci lettere estratte casualmente e il Ndondói?, cioè un percorso virtuale da fare in auto mettendo in ordine sei paesi. Non manca il pirlì, l’antica trottola bergamasca antenata del flipper, entrata nel patrimonio immateriale dell’Unesco: «Mi piace molto questo aspetto storico e simbolico, il pirlì è anche l’unico dei giochi dove c’è una forte componente di fortuna», commenta il Bepi. Il pirlì usato nel programma risale al 1930 ed è stato prestato dalla cooperativa sociale l’Innesto di Gaverina, che con Lodovico Patelli si spende molto per la tradizione e la storia. Il «Bepi Quiss» si conclude con una mitragliata di domande vero/falso a cui bisogna semplicemente rispondere vero o falso.

«Spero che la trasmissione duri a lungo perché per me è un pretesto per imparare un sacco di cose. Ogni volta che sono in giro leggo tutti i cartelli, spesso sono amici o conoscenti a segnalarmi delle curiosità. A volte, confesso, mi capita di riciclare delle domande, ma noto che nessuno se ne ricorda», racconta il Bepi. Per la prossima edizione del «Bepi Quiss» sono già arrivate 40 o 50 richieste di partecipazione, ma le candidature sono sempre attese: «Faccio un appello soprattutto alle telespettatrici: invece di iscrivere mariti e fratelli venite voi. In questa edizione avevamo solo due donne su 26 concorrenti, gli uomini si preoccupano di meno di sbagliare o di fare brutte figure». Chi volesse provarci può inviare la sua richiesta di candidatura scrivendo una e-mail all’indirizzo [email protected].

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