Bergamo e Milano come Londra: quando la guida era a sinistra

La curiosità. Cent’anni fa auto, tram e carrozze viaggiavano sulla corsia di marcia opposta a quella attuale. Ma nel 1923 Benito Mussolini decretò: «Tenere la destra in tutta Italia».

Guida a destra o guida a sinistra? Politicamente parlando, la risposta lo diranno le urne di fine settembre. Ma ci fu un tempo in cui la guida – in senso strettamente automobilistico – era tutta a sinistra. E non per spirito di emulazione dell’abitudine britannica. È una storia antica quella della guida a destra o a sinistra. E al tempo stesso moderna. Basti pensare che chiunque decida di noleggiare un’auto in Inghilterra o in Irlanda, ma anche a Cipro o Malta (sono una dozzina i Paesi con la guida a sinistra) non lo fa a cuor leggero. Come sorpassare? Come imboccare le rotonde? Come cambiare la marce visto che chi conduce siede sul lato destro?

Ci fu un tempo in cui la guida a Bergamo era a sinistra, Solo nel 1923 Mussolini decise che tutt’Italia avrebbe marciato a destra

È una storia lunga ormai cent’anni visto che proprio nel 1923 Benito Mussolini stabilì che la guida sarebbe stata a destra. Fino ad allora in Italia – Bergamo compresa - aveva regnato il caos, infatti ogni provincia poteva decidere liberamente la «mano» da tenere. E tutto ciò già dal 1901. Nonostante la circolazione delle auto non fosse come quella attuale, non mancavano certo incidenti, anche perché alle norme di circolazione si sarebbero dovute attenere anche carri trainati da cavalli.

Ma facciamo un passo indietro del tempo. Gli storici affermano che già gli Egizi, gli antichi Greci e i Romani usavano tenere la sinistra: una consuetudine protrattasi fino alla fine del Settecento. Quale il motivo di questa scelta? Sembra sia dovuto al fatto che anticamente ci si spostava soprattutto a cavallo, quindi stare sulla sinistra della strada permetteva di avere la mano destra libera, quella per estrarre la spada in caso di pericolo o di un’aggressione.

Nel XIV secolo ci pensò Bonifacio VIII ad intervenire con un editto imponendo l’obbligo, ai pellegrini che si recavano a Roma a piedi per il Giubileo, di mantenere sempre la sinistra. L’evento giubilare portò nella città eterna tantissimi fedeli e la regola papale era rivolta a scongiurare ingorghi di persone, soprattutto vicino al ponte di Sant’Angelo a Roma che la gente avrebbe dovuto attraversare. Queste consuetudini rimasero fino al 1700, quando lo sviluppo commerciale impose l’utilizzo di grandi carri tirati da almeno due cavalli. E i conducenti cominciarono a trovare più comodo e sicuro manovrare il carro tenendo la destra della carreggiata, anche per usare più facilmente la frusta.

In Russia nel 1752, la zarina Elisabetta, figlia di Pietro il Grande, decise la guida a destra, seguita poi da Italia, Germania, Olanda, Lussemburgo, Belgio, Svizzera, Polonia, Spagna, mentre l’Inghilterra, con le colonie britanniche, optò per la sinistra. Ma con l’Unità d’Italia, un Regio Decreto del 1901 (n. 416) diede ad ogni provincia la facoltà di scegliere liberamente il lato della strada per la circolazione nel proprio territorio.

Così a Bergamo si girava a sinistra, a Brescia a destra, a Como si teneva la sinistra, a Varese e Lecco la destra

Così a Bergamo si girava a sinistra, a Brescia a destra, a Como si teneva la sinistra, a Varese e Lecco la destra. Un caos, così si decise di apporre cartelli che avvertivano i conducenti quale mano tenere.

Durante la prima guerra mondiale (1915) fu imposta la guida a sinistra nelle zone di operazione militare, con la conseguenza che a Caporetto i mezzi in ritirata marciavano a sinistra e i rinforzi da sud a destra. Risultato: migliaia di militari rimasero intrappolati sulle strade alpine, divenendo facile bersaglio del nemico. A dare un taglio netto alla vicenda ci pensò Benito Mussolini, con una legge del 31 dicembre 1923: «guida a destra in tutta Italia».

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