
Cultura e Spettacoli
Martedì 02 Settembre 2025
«Con Màkari racconto una Sicilia che va oltre gli stereotipi»
L’INTERVISTA. Gaetano Savatteri, giornalista e scrittore, è la penna che ha dato vita ai racconti della serie televisiva trasmessa dalla Rai. Nato a Milano, ha conosciuto Leonardo Sciascia e Andrea Camilleri: due modi di narrare la Sicilia.
Tra i successi letterari e televisivi degli ultimi anni compare certamente «Màkari». Una vicenda letteraria che è stata creata da Gaetano Savatteri, un giornalista e scrittore nato a Milano da genitori siciliani. Fin da piccolo era affascinato dalla macchina per scrivere, ritornato con la famiglia in Sicilia, partecipò a quel gruppo di liceali che creò nella piccola cittadina mineraria di Racalmuto, un piccolo giornale intitolato «Malgrado tutto». Quei ragazzi andarono a trovare la maggiore celebrità del paese seguendo l’indicazione di un vecchio detto siciliano «o bonu o nenti» (ossia o il meglio o nulla), si trattava infatti di Leonardo Sciascia che scrisse un pezzo per il loro giornalino. E parafrasando il film Hollywoodiano «Forrest Gump», interpretato da Tom Hanks, in cui il personaggio a un certo punto della sua vita inizia a correre senza sosta, Gaetano Savatteri non smise più di scrivere. Entrò più tardi nella redazione del Giornale di Sicilia, poi a Roma nell’Indipendente e infine nella redazione giornalistica di Mediaset, dove ha lavorato nel TG 5 e nella trasmissione «Quarta Repubblica» di Nicola Porro.
I gialli e i saggi
Il primo successo editoriale arrivò 25 anni fa, con il romanzo «La congiura dei loquaci» edito da Sellerio, la stessa casa editrice che anni dopo avrebbe visto il trionfo della serie di «Màkari» con il giornalista Saverio La Manna, la sua compagna Suleima e il fedele amico Peppe Piccionello alle prese con le loro indagini. Ma i successi di Savatteri non sono solo letterari, ma anche saggistici con testi come «I Siciliani» pubblicati dalla Laterza, oppure «I ragazzi di Regalpetra», che racconta la guerra di mafia tra cosa nostra e stidda durante gli anni ‘90.
Lei è nato a Milano, ma cresciuto in Sicilia, per poi andare a vivere a Roma. Le differenze tra Nord e Sud persistono oppure è vero che tutto il mondo è paese?
«Da tempo si parla di unità di Italia, federalismo ed altro, io penso che sia sempre importante ricordare che l’Italia di oggi l’hanno fatta tutti gli italiani insieme. Per il resto le diversità tra nord e sud ci sono, sopra c’è un maggiore senso del bene comune collettivo, giù c’è un maggiore individualismo che non manca spesso di sfociare nel pettegolezzo, ma anche una maggiore socialità nei rapporti personali».
Ha conosciuto personalmente sia Leonardo Sciascia che Andrea Camilleri, cosa li accomunava e cosa li differenziava?
«Sciascia era più pessimista e moderava molto le parole, la sua era una Sicilia bianco e nero. Con Camilleri le cose cambiano perché i successi editoriali avvengono dopo le stragi di mafia e la relativa reazione dello Stato e dei siciliani contro l’omertà. Lo scrittore di Porto Empedocle - Vigàta è un grande affabulatore e proviene dal teatro, descrive quindi una Sicilia a colori cambiando la narrazione di questa terra con la sua teatralità, l’ironia, il sesso, e la passione, con un linguaggio addirittura inventato. Va però ricordato che Camilleri in più interviste spiegò di come quando avesse le batterie scariche, tornasse a leggere i libri di Sciascia per ricaricarle. Quindi i rapporti di parentela letteraria non sono mai venuti a mancare».
Il protagonista di Màkari è il giornalista Saverio Lamanna,quale è stato il suo percorso?
«La storia di Lamanna è quella di un giornalista deluso che ha collaborato con un politico come portavoce. Poi tornato nella sua terra, dove riscopre le ragioni e la passione di fare giornalismo e fare indagini diventando un detective».
Quali sono le differenze tra il mestiere del giornalista e quello dello scrittore?
«Fare il giornalista o fare lo scrittore significa fondamentalmente raccontare delle storie. Inventate di fantasia per uno scrittore, storie reali che stanno sotto gli occhi di tutti invece per un giornalista. In ogni caso l’obiettivo è lo stesso, quello di fare appassionare chi legge o chi ascolta alle storie che raccontiamo».
Come spiega il successo della serie televisiva Màkari trasmessa dalla Rai?
«Il successo, oltre alla capacità recitativa degli attori, è da addebitare secondo me al modo stesso di raccontare la Sicilia, smontando certi stereotipi e mettendo in comune valori presenti in tutti gli italiani riprendendo da quella descrizione della Sicilia a colori iniziata dallo stesso Andrea Camilleri che ha aperto alla mia generazione questo nuovo orizzonte. In autunno è in arrivo la quarta serie che sarà trasmessa su Rai 1».
Dopo tutti questi successi hai ancora qualche sogno editoriale nel cassetto?
«Sì, scrivere un romanzo d’amore. Perché scrivere d’amore è qualcosa di difficile e impegnativo».
Non ci resta quindi che aspettare le nuove avventure del giornalista Lamanna interpretato dall’attore Claudio Gioè, mentre Suleima è Ester Pantano.
La prima puntata è prevista per lunedì 6 ottobre in prima serata, dove oltre alle bellezze di una magnifica Sicilia, non mancheranno i colpi di scena tipici del giallo per una storia generata da uno scrittore come Gaetano Savatteri, figlio d’arte di grandi della letteratura come Sciascia e Camilleri.
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