I 50 anni di Nek: «Amo cantare e ora anche la tv»

Il ritorno ai concerti. Il cantante festeggia il mezzo secolo e i 30 anni di carriera: nel mio futuro c’è più televisione.

«La teoria del caos» è il nuovo singolo leggero e subliminale, «5030» l’album celebrativo, stile anni Ottanta. Cade nelle cifre tonde di un artista amato dal grande pubblico. Filippo Neviani in arte Nek compie cinquant’anni e ne festeggia trenta di carriera. Qualche giorno fa in concerto agli Arcimboldi, nell’anno nuovo i festeggiamenti si sposteranno a Bologna, il 14 gennaio, a Roma il 16, a Torino il 21. Poi si vedrà. Nel disco i classici di sempre con tre duetti d’eccezione: «Fatti avanti amore» a due voci con Jovanotti, «Dimmi cos’è» con Francesco Renga, «Cuori in tempesta» con Giuliano Sangiorgi. Tre chicche, un regalo ai fan di sempre.

«C’è più televisione nel futuro, mi piace l’idea», spiega Nek. «Le esperienze fatte hanno portato buoni risultati. All’orizzonte c’è qualcosa di diverso e stimolante. La musica resta il mio primo amore, ma sono allettato da altri linguaggi. Bilanci non ne faccio mai, ho una stanza piena di ricordi di viaggio. Ho girato tanto e raccolto tanti trofei affettivi».

Il concerto del ritorno alla musica, dopo due anni e l’incidente alla mano, è stato pieno d’emozione. «Ritrovarmi sul palco con i musicisti di sempre, quelli che hanno suonato nel primo album, è stato bellissimo. La cosa più complicata nella musica è resistere, mantenere l’affetto della gente. Le persone che hanno cominciato a seguirmi dal 1992 sono ancora lì e questa è una conquista importante».

Il duetto con Renga è quello che ha più prospettive future. Qualcuno quando ha visto il post dei due su Instagram ha pensato subito a Sanremo, ma per ora non c’è Festival nei programmi. «Io e Francesco abbiamo una grande alchimia e ci piacerebbe fare qualcosa insieme. Sono partito dal Sanremo del ’93, ora il Festival è anche più forte mediaticamente. Con Renga non è detto che accada qualcos’altro ancora. Ho un legame più forte con lui che con Max (ndr.: Pezzali) e quando ci siamo ritrovati noi due non ci siamo posti il problema di avvertirlo. Lui va in tour e avrà altri progetti discografici. A cinquant’anni arriva l’ora di divertirsi, la strategia arriva dopo. Io e Francesco ci vediamo spesso, siamo una coppia di fatto, artisticamente parlando».

Fare più televisione non dipende da quella mano tornata efficiente all’80%. «La mano accidentata non tornerà come prima: dovrò cercare di avere gli stessi risultati cambiando tecnica. A Milano in concerto ho imbracciato la chitarra ed è andata abbastanza bene. Ho suonato due canzoni soltanto. La televisione però non c’entra con la mia mano sinistra: sento di avere un bel trasporto verso quel mezzo. Se nella musica sono passati trent’anni e mi sento navigato, in tv comincio quasi da zero. Devo crescere e questa è la cosa che m’intriga di più. Quando devo imparare mi si accende la lampadina».

Ci sono tante televisioni oggi e altrettanti modi di far programmi. «A me piace il varietà. La prima esperienza è stata da Maria, ad “Amici”, aiutavo i ragazzi ad esprimersi, davo un mio parere. Poi è arrivata l’esperienza del programma “Dalla strada al palco” con buoni risultati. Comunque sono a disposizione di una televisione d intrattenimento. Non sono interessato al Grande Fratello. Il mio sguardo va altrove, anche se non so ancora dove».

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