Il corto girato nell’ex carcere di Sant’Agata al Festival di Asti

IL CONCORSO. Sabato la proiezione del film «Prisoncide» del bergamasco Giulio Ferrari e di altri due giovani sulla vita in carcere.

Dall’ex carcere di Sant’Agata, dove un anno fa hanno lavorato alle riprese, all’Asti Film Festival, dove arrivano in concorso con la loro opera prima, «tesi» di laurea alla Nuova Accademia di Belle Arti (Naba) di Milano. Tre giovani artisti del cinema debuttano sul grande schermo con il cortometraggio che a marzo ha consegnato loro nientemeno che una laurea. Loro sono il bergamasco Giulio Ferrari, Giovanni Falanga e Giacomo Garampelli; la loro prima fatica cinematografica s’intitola «Prisoncide», un corto di 20 minuti girato in Città Alta nelle celle dell’ex carcere, per raccontare attraverso la storia di Domenico – un barbiere che dialoga con quattro detenuti extracomunitari – tutto il disagio, ma anche gli episodi di violenza e il dramma dei suicidi che spesso animano la vita dietro le sbarre. «Quando abbiamo deciso di girare il film – racconta Giulio Ferrari, che ha firmato la regia insieme a Giovanni Falanga – ho pensato immediatamente all’ex carcere di Sant’Agata dove, ai tempi del liceo Manzù, avevo partecipato a una mostra su Fabrizio De Andrè. Ero rimasto impressionato dal contesto, ancora molto evocativo, e dalle celle d’isolamento dove venivano rinchiusi i detenuti che si erano macchiati dei crimini più efferati».

Il film

Il soggetto arriva invece da una testimonianza raccolta da Giovanni Falanga in un centro d’accoglienza per i migranti nel Sud Italia. Nel cast ci sono anche due attori già affermati, Vittorio Nastri (interprete del film «Io sto bene» di Donato Rotunno) nel ruolo del protagonista, e l’astigiano Mario Nosengo. «I quattro detenuti sono interpretati da giovani attori extracomunitari – racconta il regista –. Il casting è durato circa un mese, abbiamo pubblicato un avviso sui social e abbiamo ricevuto tantissimi video, quasi tutti di attori con una certa esperienza sulle spalle». Gli altri attori sono Luca Boscolo, Alhassan Jallow, Khaled Balti, Sane Ansoumane e Anis Gharbi, le musiche sono di Matteo Lombardi. Nell’ex carcere di Sant’Agata le riprese sono durate una settimana – grazie al sostegno del Comune di Bergamo (in particolare del vice sindaco Sergio Gandi), che ha poi concesso il patrocinio. Prima delle riprese Giulio, Giovanni e Giacomo sono stati ricevuti anche dalla direttrice della casa circondariale di Bergamo, Teresa Mazzotta, con la quale hanno dialogato sui temi affrontati nel loro lavoro. «Insieme a lei abbiamo affrontato alcune tematiche interessanti, come il problema legato ai casi di recidiva, la difficoltà per i detenuti di reinserirsi nella società, l’uso di sostanze stupefacenti, il tema della fede religiosa e quello, purtroppo presente, delle aggressioni, che coinvolge anche gli agenti della polizia penitenziaria – spiega Ferrari –. E poi ancora gli atti di autolesionismo, che sono cresciuti in maniera preoccupante nell’ultimo anno».

All’Asti Film Festival

Il film sarà proiettato all’Asti Film Festival sabato (sala Pastrone, ore 21); la prossima primavera potrebbe approdare all’Integrazione Film Festival, rassegna cinematografica organizzata in città dalla Cooperativa Ruah e da Lab 80, al quale il corto è stato iscritto. Il lavoro, realizzato con un budget di circa 7-8mila euro, è stato autoprodotto dai tre ragazzi con il sostegno delle rispettive famiglie e con il contributo raccolto grazie a una campagna di raccolta fondi, che ha coperto una buona parte delle spese. «Proiettarlo a Bergamo sarebbe bello – conclude Giulio –, anche proprio nell’ex carcere di Sant’Agata».

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