Il podestà del Moroni ritorna all’Accademia Carrara

L’NTERVENTO. Il dipinto è stato restaurato grazie al sostegno dell’Asst Papa Giovanni XXIII, ma non è stato ancora identificato il personaggio ritratto.

Lo sguardo sereno, ma austero, la folta barba bianca, la veste rossa abbottonata e la sopravveste nera senza maniche. Abito e anello d’oro all’indice della mano sinistra lo identificano con un podestà. L’opera di Giovan Battista Moroni è in bella mostra nella sala dei ritratti moroniani alla Pinacoteca della Carrara. Un ritorno al museo, dopo il restauro realizzato grazie all’Asst Papa Giovanni XXIII, che ha restituito l’originale cromia al dipinto.

La conclusione del restauro di «Ritratto di un podestà (1560-1565)» è stata l’occasione per riscoprire il nuovo allestimento e rievocare collezionisti e mecenati che hanno fatto grande la pinacoteca.

A fare gli onori di casa i vertici della Carrara, Gianpietro Bonaldi, general manager e il direttore Maria Cristina Rodeschini con il conservatore Paolo Plebani. Per l’Asst Papa Giovanni XXIII, il direttore generale Maria Beatrice Stasi e il direttore amministrativo Monica Anna Fumagalli. «Con questo restauro abbiamo voluto contribuire alla restituzione alla città di un’opera che a nostra volta abbiamo ricevuto, riflesso dell’affetto che i bergamaschi hanno sempre avuto verso il loro ospedale. È grazie alla loro generosità che il patrimonio storico e artistico custodito dall’Ospedale è nato ed è cresciuto di pari passo alla storia centenaria di questa istituzione», ha detto Stasi che ha poi ricordato l’importanza della quadreria dell’Ospedale di Bergamo che è proprietaria di opere di Cariani, Fra’ Galgario, Busi, Macinata, Ceresa, Rosi, Delacroix e altri.

Le donazioni all’ospedale

Il Papa Giovanni XXIII nel corso della sua storia è stato spesso beneficiario di donazioni e si è venuta via via componendo una ricca collezione che oggi comprende oltre alla quadreria, anche una raccolta di strumenti scientifici, una biblioteca e un archivio storico, per un totale di circa 200 dipinti e oltre 7.000 volumi. Un patrimonio di notevole interesse storico, artistico e sociale, che documenta la storia dell’arte, della città, delle sue famiglie e della medicina. «L’Ospedale di Bergamo - ha aggiunto Stasi - fin dal 1879 ha trovato in Accademia Carrara, museo cittadino e casa del collezionismo, la giusta collocazione per alcuni delle opere più prestigiose della nostra raccolta e luogo ideale per la loro valorizzazione». «Il restauro e l’intervento di pulitura, sostenuti dall’Ospedale e condotti con la perizia da Carlotta Beccaria, hanno restituito a questo capolavoro di Moroni una piena leggibilità», ha sottolineato Paolo Plebani responsabile ufficio conservatori e conservatore dipinti, disegni e stampe Accademia Carrara.

Chi è il protagonista del dipinto?

Sull’identificazione del ruolo del personaggio ritratto dal Moroni non vi sono più dubbi. Si tratta di un podestà, anche se non è stato ancora possibile risalire a un nome. Lo confermano anche i confronti con altre opere, ad esempio il «Ritratto di Vittorio Michiel», eseguito dal Moroni nel 1561 e conservato al Kunsthaus di Zurigo, oppure il «Ritratto di Antonio Navagero», podestà di Bergamo, nel biennio 1564-1565, conservato nella Pinacoteca di Brera di Milano o ancora il «Ritratto di Jacopo Foscarini» al Szépmuvészeti Múzeum di Budapest. In quest’opera si intrecciano così molti aspetti artistici e storie: il talento straordinario del Moroni, il mistero del protagonista del ritratto, la generosità degli abitanti di Bergamo e due tra le istituzioni più importanti della città, l’Accademia Carrara e l’Ospedale Papa Giovanni XXIII.

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