«L’acqua fonte della storia del mondo». Giulio Boccaletti a Ponte San Pietro

L’incontro Il 18 marzo per la rassegna «Tierra!» uno dei massimi esperti di sostenibilità ambientale, racconterà le società e i conflitti legati all’oro blu.

Quella tra l’uomo e l’acqua è una storia di mutua dipendenza e di reciproco adattamento. Una storia millenaria di idee, credenze e istituzioni nate per garantire la sicurezza e il benessere delle popolazioni a fronte della forza distruttiva e allo stesso tempo vitale dell’acqua. Una storia che è in primo luogo politica, perché l’acqua in quanto «res publica», bene comune, straborda dalla proprietà privata e necessita per forza di cose di una gestione collettiva che sappia coniugare le esigenze e speranze dei singoli con quelle dell’intera comunità. Una storia che il 18 marzo, a Ponte San Pietro, alle 21 all’Auditorium centro polifunzionale Ufo, in via Legionari di Polonia, sarà oggetto del racconto di Giulio Boccaletti, massimo esperto di sostenibilità ambientale, durante «Acqua: la corsa all’oro blu», l’incontro organizzato nell’ambito della rassegna culturale itinerante «Tierra! Nuove rotte per un mondo più umano».

La civiltà umana

«L’acqua e la sua distribuzione – spiega Boccaletti –, come racconto anche nel mio volume “Acqua. Una biografia” (Mondadori, marzo 2022, 480 pagine, 28 euro), hanno plasmato la civiltà umana. Questa sostanza, infatti, determinante per la vita, è stata fondamentale nello sviluppo di istituzioni, sistemi legali, politici e commerciali che sono alla base delle nostre società moderne. La storia che racconto nel libro, che parla della relazione, del rapporto, tra la società e l’acqua e che attraversa millenni e continenti, parte nel momento in cui l’uomo ha deciso di diventare sedentario, di stare fermo e di conseguenza di gestire il mondo attorno che si muove. Trovarsi a gestire le alluvioni o la siccità di un territorio in cui si vive ha messo e mette l’uomo di fronte ad eventi che non sono su scala individuale ma sono su scala sociale. E così è stato sin dai primi sedentari. Questo, all’epoca come oggi, porta a fare collettività».

«L’acqua e la sua distribuzione hanno plasmato la civiltà umana»

La funzione sociale

Ecco che quindi si può ben capire quale sia la funzione sociale dell’acqua, che u nisce per far fronte comune ai problemi che causa, per poter così permettere alle popolazioni di sopravvivere. «L’acqua – spiega Boccaletti – ha contribuito in modo fondamentale a creare prima di tutto le istituzioni. Noi infatti pensiamo che esse non siano legate in alcun modo all’acqua, ma invece ne contengono la storia. Per esempio, l’esperimento democratico di Atene fu la risposta a un desiderio di emancipazione politica degli agricoltori del tempo, che erano ricchi grazie ai campi che possedevano. Campi che erano resi produttivi dalle piogge. Quindi la democrazia, che è astratta, nasce dal potere politico che si è creato dalla potenza dell’acqua sul territorio».

I conflitti

L’acqua è stata, anche se in pochi casi, oggetto di guerre. «Raramente – dice Boccaletti – la gestione dell’acqua ha portato direttamente a conflitti, perché solitamente porta a creare cooperazione (nel libro parlo ad esempio del fiume Indo, che seppur scorre tra India e Pakistan, nella regione del Kashmir, zona di forti contrasti politici tra i due paesi, è sempre stato gestito tra loro con accordi anche durante le guerre)».

Anche se rare, comunque, ci sono state delle eccezioni, come i conflitti avuti negli anni tra Israele e gli stati arabi per il fiume Giordano, uno dei più importanti bacini fluviali del Medio Oriente e da cui dipende la vita di milioni di persone. «È una questione particolare però – specifica Boccaletti –. Poi ci sono le storie che vedono l’acqua come causa indiretta dei conflitti. Si tratta di guerre che si combattono non per l’acqua direttamente ma per i prodotti generati dall’acqua, come ad esempio le coltivazioni.

«L’acqua ha contribuito in modo fondamentale a creare prima di tutto le istituzioni»

Ad esempio l’Ucraina, che da sempre è oggetto di conflitti, come purtroppo vediamo anche oggi, è un territorio particolare perché è l’unico posto nell’ex Unione Sovietica dove c’è un grande bacino fertile, che poi è attraversato dal fiume Nipro (o Dnepr), fiume che taglia a metà il Paese. Qui, quindi, il controllo del fiume è importante per generare le coltivazioni ma anche per il trasporto delle stesse nel mondo. Anche in questo caso l’acqua ha un ruolo importante, anche nella guerra, seppur indirettamente». Tutte le informazioni sull’incontro sul sito di «Tierra!».

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