«L’aio nell’imbarazzo» di Donizetti fa ridere anche nel futuro

Festival Do Il capolavoro comico del compositore bergamasco ambientato nel 2040 in un conflitto generazionale tra padri e figli. Nelle scene scarne la dimensione claustrofobica della vicenda. Bene il cast, l’orchestra e il coro.

Tra sorrisi e risate «L’aio nell’imbarazzo» ha chiuso il 20 novembre il trittico del Donizetti Opera 2022. Un successo, proprio come nel 1824 alla sua apparizione a Roma, con un libretto irresistibile di Jacopo Ferretti, amico romano di Donizetti. E grazie alla vitalità della musica del genio bergamasco, tanto che unanimemente l’aio è considerato il suo primo grande successo comico del periodo napoletano. Gli ingredienti principali della nuova produzione della Fondazione Teatro Donizetti - sulla revisione critica di Maria Chiara Bertieri - sono sostanzialmente due: la regia di Francesco Micheli e la coppia di grandi esperti Alex Esposito-Alessandro Corbelli, chiamati a far da «chiocce» a un gruppo di giovani ugole, quelle della Bottega Donizetti.

La cifra voluta dal direttore artistico del Festival era dirompente, forte: impossibile che passasse inosservata (e qualche dissenso lo ha certificato a fine opera). Trasferendo la vicenda nel 2040 - oltre due secoli dopo - ha certificato una atemporalità del conflitto generazionale, tra spirito conservatore dei padri e desiderio di vivere la propria vita sentimentale, con i relativi rischi, dei giovani. La dimensione claustrofobica della vicenda e dell’ossessione del padre don Giulio Antiquati (un nome un programma) era esaltata dalle scene nette e scarne, geometriche, e semoventi, ideate da Mauro Tinti, a volte dal sapore futurista: ideali per abbinarsi con le luci e le proiezioni e video che - proprio come una doppia narrazione - dividevano lo spazio scenico in due fasce, adatte a incuriosire le giovani generazioni (e così è successo nell’anteprima under 30) abituate agli schermi di tablet e dispositivi vari. Un congegno scenico per moltiplicare il dinamismo, già effervescente, della vicenda originale: ad esso hanno pure contribuito movimenti scelti, e costumi monocromatici e brillanti, per un tocco futuristico perfettamente riuscito.

L’antefatto

A ciò, Micheli ha aggiunto un breve antefatto, suggestivo ed efficace, per dar conto del timore ossessivo per le donne da cui il protagonista, il marchese Giulio Antiquati, vuol (vanamente) preservare i due figli: una serie di immagini che raccontano come il marchese Giulio Antiquati sia stato lasciato dalla moglie per un giovane aiutante, trovando rivincita nell’affido della prole dal giudice. Una ferita che nemmeno una brillante carriera politica (fino a diventare sottosegretario) è riuscita a cancellare: il suo spazio, una libreria tratteggiata, è sempre bianco-grigio, come la sua vita incolore.

Il duo Esposito-Corbelli, come prevedibile, ha dominato con carisma e magnetismo teatrale i due atti comici. Esposito ha sfoderato quella verve vocale, quell’autorevolezza carica di espressioni e sottigliezze che hanno segnato la sua scesa come interprete comico, con colori decisi ed espressione di impagabile magnetismo teatrale. Parallello e opposto, il baritono Alessandro Corbelli è stato protagonista di una prova brillantissima e ineccepibile, vincente,

disegnando un marchese Giulio perfettamente adeguato al ruolo. Attorno a loro i giovani si sono mossi con cognizione di causa e in modo pertinente: l’Enrico del tenore Francesco Lucii, di bel colore ed espressione curata, e il fratello Lorenzo Martelli, altro tenore, ben calato nella parte un po’ infantilizzata di Pippetto. Bella eleganza di fraseggio e timbro interessante quello di Marilena Ruta, soprano nella veste di Gilda e il mezzosoprano Caterina Dellaere, convincente e disinvolta Leonarda. L’orchestra e il coro Donizetti Opera si sono mossi in modo funzionale sotto la guida del giovane Vincenzo Milletarì, scrupoloso e puntuale, a volte fin troppo concitato nel già carico dinamismo della partitura.

Le prossime tappe salienti del Festival sono il Dies Natalis, martedì 29 novembre con un’elevazione musicale nella basilica di Santa Maria Maggiore (alle 11.15) e la presentazione del nuovo libro di Luca Zoppelli «Donizetti» alla libreria incrocio Quarenghi (alle 18) mentre la festa di compleanno «Happy Birthday Gaetano!» sarà in un luogo misterioso (dalle 19). Poi il 4 dicembre sarà il «Donizetti Christmas Day», spettacolo diffuso tra teatro Donizetti e il rinnovato Centro Piacentiniano. Sabato 26 novembre (alle 17) nel Ridotto Gavazzeni del Teatro Donizetti è in programma «Il giovane Gaetano», biografia in parole e musica, un reading con canto a cappella con il narratore Ferruccio Filipazzi e le attrici-cantanti Ilaria Pezzera, Miriam Gotti e Barbara Menegardo. Sempre sabato 26, dalle 19.45 e poi domenica 27 dalle 15.15 per Donizetti Opera Tube ritorna «Citofonare Gaetano» con Diego Passoni e Cristina Bugatty.

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