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Mercoledì 17 Settembre 2025
Le «Contaminazioni contemporanee»: viaggi fra improvvisazione e tradizioni
LA RASSEGNA. Dal 17 ottobre tre concerti nella Basilica di Santa Maria Maggiore. Il cartellone si apre con le invenzioni musicali del pianista Fred Hersch. Meditazioni e virtuosismi dall’Ensemble Gurdjieff e dalla chitarrista Boros
Si è spesso detto che «Contaminazioni contemporanee» fosse un viaggio nell’immaginario sonoro dei tempi, un’indagine su incontri e contaminazioni dei linguaggi e delle culture, in realtà, nel tempo, è stata di più. A chi ha seguito la preziosa rassegna, da tempo incastonata in autonomia artistica nel programma di «Bergamo Scienza», ha consentito di allargare lo sguardo verso un orizzonte musicale composito che ha spaziato e spazia dalla musica religiosa, al jazz, dalla musica contemporanea, alle espressioni che serbano legami ancestrali con il folklore acido di terra.
Quest’anno, giunti alla diciannovesima edizione, il festival serba il suo stile di ricerca in toto. Dal 17 al 19 ottobre tre concerti nella Basilica di Santa Maria Maggiore in Città Alta: un pianista jazz di eccezionale valore, Fred Hersch, il gruppo musicale armeno Gurdjieff Ensemble, alle prese con un repertorio del filosofo Georges Ivanovič Gurdjieff, arrangiate dal direttore dell’ensemble Levon Eskenian, infine un salto nella musica contemporanea pura, con la chitarrista ungherese Zsófia Boros, da più parti considerata una delle strumentista più talentuose del panorama concertistico internazionale.
Il piano di Hersch
Fred Hersch (17 ottobre, alle 21) si presenta in una delle dimensioni che gli è più congeniale, il piano solo. Presenta il suo ultimo disco ECM, l’etichetta di Manfred Eicher che da sempre sostiene questa manifestazione con apporti artistici importanti. Nel panorama del pianismo jazz contemporaneo, Hersch ha un posto tutto suo, accanto a musicisti come Art Tatum, Oscar Peterson, Keith Jarrett, Brad Mehldau. Lui combina umorismo e swing ad un senso armonico unico, un tocco straordinario che l’aiuta a disegnare con nitore un lirismo raro ed emotivo. Nell’arco di tre decenni si è distinto come efficace improvvisatore, compositore di grande respiro, band leader, collaboratore, nonché artista discografico.
Qualcuno l’ha anche nominato «Il pianista più straordinariamente innovativo del jazz degli ultimi dieci anni», qualcun altro l’ha definito «Una elegante forza di invenzione musicale». Al di là di questo Fred Hersch ha dato vita una ricca discografia, una cinquantina d’album, tante collaborazioni eccellenti, compresa quella con Enrico Rava, in tempi recenti. Il suo ultimo disco «Silent Listening» viene presentato anche a Bergamo nella serata inaugurale della rassegna. E’ un esempio di misura, grazia, dettaglio melodico.
Spiritualità popolare
L’Ensemble Gurdjieff, diretto da Levon Eskenian (18 ottobre, alle 21), è composto da musicisti di spicco della scena armena, specialisti in strumenti tradizionali della loro terra e del Medio Oriente. Il maestro che guida questo combo ha scelto arrangiamenti «etnograficamente autentici» per dare più intensità alle musiche del mistico Gurdjieff, allargando poi il repertorio a musiche antiche mediorientali, musiche popolari armene dal tratto schiettamente spirituale. Accanto a questa convivono le canzoni dei trovieri del Caucaso, nonché scritture di compositori contemporanei. L’album dell’Ensemble Gurdjieff per ECM ha ottenuto ovunque lusinghieri riscontri.
Atmosfere argentine
Libera da ogni vincolo di stile, dalle etichette che servono si e no ad inquadrare qualche tratto di musica, l’ungherese Zsófia Boros (19 ottobre alle 21) è una chitarrista di ventura che s’è messa al servizio del suo estro e dei compositori contemporanei che ama di più. Anche questa valente strumentista incide per l’etichetta ECM. Ha preso casa discografica a Monaco dove ha già inciso tre album, compreso l’ultimo che presenterà in Santa Maria Maggiore, «El último aliento». In questo lavoro Zsófia Boros interpreta colonne sonore argentine contemporanee e opere di compositori francesi come Mathias Duplessy, compositore con cui mantiene un rapporto artistico stretto e fruttuoso.
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