«Pensare come una montagna»: il respiro dell’arte sale in vetta

IL PROGETTO . Sabato 4 ottobre si inaugura il quinto ciclo progetto che avvicina gli artisti alle comunità. Installazioni in stalle ed ex chiese, affreschi su case disabitate, trekking e performance.

Con una giornata di iniziative diffuse e aperte a tutti, che unisce la città alle valli, il 4 ottobre inaugura il quinto e ultimo ciclo del programma della Gamec «Pensare come una montagna - Il Biennale delle Orobie» che, con la direzione di Lorenzo Giusti, vedrà protagonisti artisti internazionali in dialogo con le comunità di Bergamo, Almenno San Bartolomeo, Dalmine, Gerosa e Sottochiesa.

Per il ciclo conclusivo, tutte le aperture in programma saranno a partecipazione gratuita e fruibili con trasferimenti autonomi, offrendo a tutti la possibilità di «disegnare» il proprio itinerario creativo.

A Sottochiesa

Primo appuntamento a Sottochiesa dove, alle 10.30, in una tipica stalla della Val Taleggio – la Stalla Gherba nel Borgo Santa Rosa - sarà presentata «Mother of Millions» di Gaia Fugazza, che mette in relazione il mondo vegetale e quello umano. Sviluppata in collaborazione con NahrNature, Art & Habitat Residency in seguito a un periodo di residenza in Val Taleggio, è una scultura di grandi dimensioni che rappresenta una figura ispirata a una pianta che ha la peculiarità di far germogliare nuovi getti dalle sue foglie (visitabile sabato 4 e domenica 5, dalle 10.30 alle 18).

A Gerosa

A Gerosa, invece, l’artista sudafricana Bianca Bondi ha realizzato un’installazione nella chiesa sconsacrata di Santa Maria in Montanis, visitabile dalle 14.30: in «Graces for Gerosa» viene ricreata una danza rituale: protagoniste, sette figure a grandezza naturale, coronate da esuberanti bouquet di fiori, coralli e materia cristallizzata, qui presenti nella forma di calchi in gesso raffiguranti membri della comunità della Val Brembilla (la chiesa è raggiungibile a piedi o con un servizio navetta; l’installazione sarà visitabile sabato fino alle 18 e domenica 5 dalle 10.30 alle 17). E alle 15.30, Concerto del Corpo Musicale di Brembilla.

Ad Almenno San Bartolomeo

Alle 15, ad Almenno San Bartolomeo, si inaugura «La montagna non esiste» di Agnese Galiotto, affresco dipinto sulla parete di un’abitazione che si affaccia sull’area pubblica antistante gli spazi della biblioteca comunale e della Villa dell’Amicizia (via IV Novembre 64). L’artista, dopo il film «Migratori» presentato nel terzo ciclo di Pensare come una montagna, riprende il tema della relazione fra esseri umani e uccelli, creando una relazione visiva tra il volo e il monte Albenza, che si innalza alle spalle dell’edificio. In parallelo, fino al 31 ottobre, negli spazi espositivi della Villa dell’Amicizia sarà presentata una serie di disegni dell’artista, insieme al cortometraggio «Migratori».

Alla Fondazione Dalmine

Per gli spazi esterni della Fondazione Dalmine (Piazzale Leonardo da Vinci 3), l’artista messicano Abraham Cruzvillegas ha ideato un’installazione che, in collaborazione con diverse associazioni del territorio, mette in dialogo ambiente naturale, attività agricola e tradizione industriale. In occasione della presentazione, alle 16, l’opera sarà attivata dal musicista e performer Dudù Kouate (visitabile sabato fino alle 18.30 e successivamente nelle date indicate su www.fondazionedalmine.org).

«Ten» in Gamec

In serata, dalle 18.30, alla Gamec apre i battenti «Ten», la mostra antologica di Atelier dell’Errore, che raccoglie le opere più significative prodotte dal 2015, anno in cui il laboratorio di arti visive dedicato ai bambini neuro-divergenti - fondato dall’artista bergamasco Luca Santiago Mora nel 2002 - si è costituito come collettivo professionalmente dedito alla pratica artistica e performativa. Proprio Atelier dell’Errore, inoltre, ha firmato l’immagine guida della Ventunesima Giornata del Contemporaneo, in occasione della quale sabato il museo sarà aperto gratuitamente al pubblico fino alle 22. In contemporanea, Gamec inaugura «Becoming Mountain», una grande installazione pittorica di Pedro Vaz, ispirata al paesaggio dell’Alta Via delle Orobie Bergamasche e sviluppata dopo un’esperienza di trekking sulle nostre montagne. La pratica dell’artista portoghese, infatti, si basa sul contatto diretto con luoghi remoti, esplorati nell’ambito di spedizioni che stimolano un’esperienza corporea immersiva.

Ad Astino

La giornata si concluderà alle 20.30, nella Valle della Biodiversità di Astino, con la presentazione di «Crops Are Not Orphans», workshop ideato dall’artista spagnola Asunción Molinos Gordo a partire dall’archivio dei semi custodito dall’Orto Botanico «Lorenzo Rota», oltre a un nuovo adattamento della performance «Spin and Break Free» di Cecilia Bengolea. Il quinto e ultimo ciclo di «Pensare come una montagna» proseguirà fino al 18 gennaio. Info su www.gamec.it

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