Quando il dipinto diventa melodia: a San Pellegrino il concerto del Vagues Saxophone Quartet

«I colori dell’aria 2». Il 26 novembre nella chiesa parrocchiale di Santa Croce la formazione suonerà anche una nuova composizione di Marialuisa Balza ispirata alla pala d’altare.

Nell’ambito del progetto concertistico «I colori dell’aria», ideato dal poeta e promotore culturale Alessandro Bottelli e giunto al suo secondo appuntamento, sabato 26 novembre alle 18.30 nella chiesa parrocchiale di Santa Croce in San Pellegrino Terme si esibiranno i giovani e agguerriti componenti del Vagues Saxophone Quartet (Andrea Mocci soprano, Francesco Ronzio alto, Mattia Quirico tenore, Salvatore Castellano baritono). La formazione, già coronata da numerosi riconoscimenti (premio speciale del Concorso Internazionale «Luigi Nono» nel 2016, primo premio assoluto al Concorso Internazionale per concertisti «Cosima Wagner» di Bellagio e al Concorso Internazionale per solisti e gruppi cameristici «Carlo Maria Giulini» di Bolzano nel 2022), da presenze a rassegne e festival di rilievo (Milano Musica, Società del Quartetto di Milano) e dalla recentissima uscita del primo disco per l’etichetta Da Vinci con lavori di A. Glazunov, J. Françaix e J. Nagao, si caratterizza per una vivace e attiva partecipazione alla creazione di nuove partiture, che negli anni ha visto la realizzazione di brani a loro dedicati da parte di compositori quali Paolo Ugoletti, Gabriele Cosmi, Federico Troncatti.

I quattro musicisti eseguiranno musiche anche di Rossini, Čajkovskij, Piazzolla, Sting e da «West Side Story» di Bernstein

Anche a Santa Croce i quattro musicisti terranno a battesimo Ex qua mundo lux est orta (Fulgit Crucis), una «sacra conversazione» site specific scritta appositamente per l’occasione da Marialuisa Balza e ispirata, nelle sue linee essenziali, alla pala cinquecentesca raffigurante una Madonna col Bambino in trono e Santi di Francesco Rizzo da Santacroce – pittore nativo del luogo ma di formazione veneziana e discepolo di Giovanni Bellini – collocata dietro l’altare maggiore. Nata a Rimini nel 1970, Marialuisa Balza si è diplomata in pianoforte, organo e composizione, perfezionandosi successivamente con Azio Corghi, scomparso il 17 novembre scorso, e Luis Bacalov all’Accademia Musicale Chigiana di Siena e con Salvatore Sciarrino a Pesaro. Dal 2004 insegna armonia, contrappunto e fuga e dal 2015 anche composizione e orchestrazione presso il Pontificio Istituto di Musica Sacra di Roma. Come compositrice ha partecipato a vari progetti collettivi indetti dal Pims di Roma: Responsori della Settimana Santa (2010), Messa dedicata a Papa Giovanni Paolo II (2011), Cantico dei Cantici (2012), Doni dello Spirito Santo (2013), Antifone mariane (2015), l’oratorio Agnosce, fili, misericordiam patris per il giubileo della misericordia (2016), Sequenze mariane (2019). Ha scritto l’opera La bottega dell’orefice, tratta dall’omonimo lavoro teatrale di Karol Wojtyla e, nel 2015, ha partecipato insieme ad altre quattro compositrici italiane e cinque argentine alla stesura della Missa pro terrae humilibus, promossa dalla fondazione Adkins Chiti Donne in musica e dedicata a Papa Francesco, poi eseguita nella Basilica di San Pietro e ripresa più volte a Napoli, Roma, Buenos Aires e ultimamente, nel maggio 2022, a Torino per i festeggiamenti della Sacra Sindone.

Voce ai personaggi del dipinto

Attraverso un vorticoso impiego di temi mariani, Balza ha dato voce ai vari personaggi che figurano nel dipinto (Maria, Gesù Bambino, i quattro santi attorno al trono, gli angeli, il puttino musicante in primo piano), intrecciando le linee strumentali in un susseguirsi di passaggi e citazioni, al cui centro svetta il fulget Crucis tratta dall’inno dei vespri della Settimana Santa Vexilla regis. Come scrive la stessa compositrice: «Quattro i temi mariani che emergono dalla conversazione dei quattro strumenti: il popolare Mira il tuo popolo per tratteggiare i quattro santi, la bucolica Ave Maris stella per delineare il tratto un po’ birichino del bimbetto musicante, il tenero e austero Tota pulchra per rappresentare la Madonna in trono col Bambino, e il luminoso Ave regina coelorum per accompagnare la danza degli angeli in cielo colti nell’atto di coronare la Vergine. E al centro di questa conversazione, come un filo rosso che accompagna il tutto, la citazione del fulget Crucis. La Santa Croce trapela nella struttura del dipinto e, allo stesso modo, intesse la struttura del dialogo musicale. La Vergine reca nel mondo la luce (ex qua mundo lux est orta), recita l’antifona Ave regina coelorum. Questa luce è Cristo, salvezza per gli uomini, salvezza che si realizza pienamente nel mistero della Santa Croce.

Il brano è diviso in quattro parti che si succedono l’un l’altra senza interruzione: introduzione, pastorale, moderato e vivace conclusivo, in cui i sassofoni soprano e contralto si rincorrono in una imitazione libera e gioiosa del tema a ricordarci i due angeli nella parte superiore del dipinto, mentre gli altri due strumenti punteggiano con un ritmo ostinato e staccato fino alla progressiva salita finale che conduce alla citazione dell’“ex qua mundo lux est orta”. Poi, per sottolineare che la luce è Cristo e che la salvezza passa attraverso la Santa Croce, il brano si conclude con un’ultima e definitiva ripresa del fulget Crucis. Come si conviene ad una sacra conversazione, l’opera di Francesco Rizzo da Santacroce è piena di vita, ritmo, colore, slancio, tenerezza, gaudio, compostezza, movimento ed equilibrio, qualità che ritroviamo anche nei quattro sassofoni, strumenti duttili, dai mille colori, ricchi di ritmi e sfumature timbriche».

Le altre musiche in programma

Il programma del concerto – promosso dalla Parrocchia di Santa Croce in collaborazione con l’Associazione Santa Croce odv –, prevede, in apertura, il frizzante Rossini… per quattro, un elettrizzante pot-pourri di celebri temi del genio pesarese – dall’ouverture del Barbiere di Siviglia a quella della Gazza ladra, dalla Semiramide fino all’Italiana in Algeri – nell’arrangiamento del sassofonista Gaetano Di Bacco. A seguire, di Pëtr Il’ič Čajkovskij, la variopinta Suite dal balletto Lo Schiaccianoci, forse una delle opere più conosciute del compositore anche grazie all’impiego di queste musiche in diversi film d’animazione, e che sicuramente ben si addicono ad un concerto alle porte di Natale. Dalle danze russe, ma anche orientali, di Čajkovskij, si passa a quelle sudamericane con la Milonga del Angel di Astor Piazzolla, autentico capolavoro riarrangiato per quartetto di sassofoni da Johan van der Linden, il quale affida il bel solo iniziale, struggente e malinconico, alla voce scura e calda del sax baritono. Dopo la «sacra conversazione» in suoni di Marialuisa Balza, spazio a Englishman in New York, una canzone di Sting datata 1987 nell’adattamento di Bernd Franke, che si collega idealmente al brano successivo. La «Grande Mela» è infatti anche la città in cui sono ambientate le vicende di West Side Story, celeberrimo successo di Leonard Bernstein – e di cui sarà proposta una esaustiva selezione –, dove Maria e Tony, Giulietta e Romeo dei tempi moderni, fanno parte di due bande rivali che si contendono a colpi di danza il dominio del quartiere (West Side) in un musical che affronta problemi di intolleranza, razzismo e divario sociale, tematiche ancora oggi molto attuali. «I colori dell’aria 2 - Concerto per Santa Croce» è a ingresso libero fino a esaurimento posti. Per informazioni e prenotazioni: 388.5863106. Al prezzo di euro 35 è possibile prenotare anche la cena con i musicisti protagonisti della serata, che si terrà subito dopo il concerto presso l’agriturismo «La Fruslina» di Santa Croce.

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