Un musical per dire che il Ducato non è un posto solo per vecchi - Il trailer

LO SPETTACOLO. Domenica 12 maggio il Teatro Donizetti ospiterà la manifestazione voluta per celebrare il secolo di vita del sodalizio. «Accogliamo anche i più giovani».

Dalle origini ai giorni nostri, in un crescendo storico che guarda al futuro con fiducia e speranza. Musica e parole racconteranno così in un musical, in programma domenica 12 maggio alle 20.45 al Teatro Donizetti, la storia centenaria del Ducato di Piazza Pontida. Nato da un’idea dell’autore e regista Mario Binetti, con musiche di Fabrizio Dettamanti, il progetto – la direzione di produzione è di Luciano Vezzali – porterà sul palco un’ottantina di artisti, con alcuni nomi di fama nazionale. Nello staff artistico ci saranno infatti i doppiatori Niseem Riccardo Onorato e Chiara Colizzi, il mattatore Daniele Vavassori, in arte Vava77, l’attore Roberto Rossi, il cantante Enea Poma, il cantante lirico Rivoli e Gabriele Codognola, nipote del grande Pietro Roncelli, che impersonerà proprio il ruolo di un giovane burattinaio. Lo sviluppo drammaturgico dello spettacolo sarà curato dalla Compagnia Stabile «Il Teatro del Gioppino» di Zanica.

«L’obiettivo primario del Duca Smiciatöt, Mario Morotti, è quello di avvicinare i giovani alla realtà del Ducato. Il musical ha un linguaggio fresco, intrigante e accattivante che dovrebbe avere una presa maggiore sulle nuove generazioni»

Il corpo di ballo Arabesque colorerà invece la scena durante tutte le canzoni del musical. Con il regista Mario Binetti, che nel 2022 ha realizzato un musical per la canonizzazione di Don Luigi Palazzolo, capiamo l’importanza del progetto, cuore pulsante dei festeggiamenti per il centenario del Ducato.

I 100 anni del Ducato, il trailer del musical

Come è nata l’idea di scrivere e realizzare un musical?

L’obiettivo primario del Duca Smiciatöt, Mario Morotti, è quello di avvicinare i giovani alla realtà del Ducato. Il musical ha un linguaggio fresco, intrigante e accattivante che dovrebbe avere una presa maggiore sulle nuove generazioni. Per questa ragione, quando ho proposto questo progetto, tutto il Consiglio della Corona ha sposato con favore l’iniziativa.

Cosa vedremo in questo spettacolo ambientato all’Osteria dei Tre Gobbi?

In scena convivranno due realtà. Da una parte ci saranno “i giorni nostri”, con delle persone in osteria che commenteranno il centenario, e dall’altra ci catapulteremo nella notte del 31 dicembre 1923, quando la storia del Ducato prese vita. Porteremo in vita quei momenti con tutti i crismi storici dell’epoca, concentrandoci poi sulla nascita del Ducato, avvenuta il 15 marzo del 1924. In questa lunga storia parleremo del dialetto, della musica, della convivialità bergamasca, in un confronto tra passato e futuro che porterà lo spettatore a riflettere su ciò che è stato e, soprattutto, su ciò che sarà.

Cosa rende unico questo musical?

Una serie di ingredienti: la musica di Dettamanti è il mezzo comunicativo più potente dello spettacolo, la capacità gestionale di Vezzali, la vitalità della compagnia del Gioppino, la professionalità e la dedizione di tutte le parti coinvolte, sul palco e fuori. Un gruppo di oltre cento persone che mette tutto sé stesso per un tema che la maggior parte del mondo ritiene superfluo e non importante è un unicum a tutti gli effetti. Queste persone hanno creduto in una storia che ha un vissuto particolare: non è da tutti sposarla e assumersi la responsabilità di mettersi nei panni di personaggi che hanno fatto la nostra storia. E poi perché la tradizione e il sapore bergamasco trovano spazio nel più importante palcoscenico della città.

A proposito del «Donizetti», qual è stata la reazione della Fondazione Teatro Donizetti al vostro progetto?

Ci hanno accolto non a braccia aperte, ma spalancate. Si sono resi disponibili dal primo minuto, offrendo a tutti noi assistenza, consigli e consulenza. Siamo profondamente grati per l’affetto e la vicinanza che ci hanno dimostrato.

Oltre al musical, cosa dovrebbe fare il Ducato per avvicinare ancora di più le giovani generazioni?

Per prima cosa vorrei sfatare una chiacchiera trita e ritrita: il Ducato non è un ambiente solo per vecchi. Alcuni componenti hanno sicuramente un’età importante, ma non è vero che non ci sia predisposizione ad accogliere le novità, le proposte e anche i collaboratori più giovani. Detto questo, credo che la strategia migliore per puntare a festeggiare il secondo centenario ducale sia continuare a proporre un programma di iniziative di qualità: tanto volte non è fare una cosa per i giovani o no, è farla bene per valorizzare al massimo la nostra tradizione e catturare automaticamente l’attenzione di tutta la comunità.

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