Una vita di colonne sonore, i fratelli De Angelis sul palco di piazzale Alpini

Concerti. Gli Oliver Onions hanno scelto Bergamo per l’unica data estiva del «Future Memorabilia Tour», il 27 agosto al Nxt Station di piazzale Alpini. Guido e Maurizio hanno realizzato oltre 120 musiche per film che hanno segnato gli anni Ottanta. Gli arrangiamenti per Dalla e Baglioni.

Archiviato il successo dei concerti di primavera, al Brancaccio (Roma) e agli Arcimboldi (Milano), gli Oliver Onions hanno scelto Bergamo per l’unica data estiva del «Future Memorabilia Tour» il 27 agosto al Nxt Station di piazzale Alpini (ore 21.15; accesso gratuito sino alle 19; biglietti disponibili). In occasione del concerto di Guido e Maurizio De Angelis con la band, BG Comics organizza un raduno di Dune Buggy e un incontro con Alberto Baldisserotto, disegnatore dei fumetti di Bud Spencer e Terence Hill. I De Angelis sono i «fratelli colonna sonora»: ne hanno realizzate più di 120 sino agli anni ’80, scrivendo musica per gli sceneggiati tv: da «Sandokan» a «Furia», sino alle colonne sonore dei film con Bud Spencer e Terence Hill. Una grande produzione musicale che è entrata nell’immaginario collettivo di almeno tre generazioni di ascoltatori cresciuti con hit come «Dune Buggy», «Orzowei», «Sherrif», «Bulldozer». «Non può immaginare la gioia che ci dà il fatto di vedere ai nostri concerti il nonno con il figlio e il nipotino di otto o dieci anni», spiega Guido De Angelis.

«Fa un certo effetto. È un colpo al cuore. Vuol dire che in fondo qualche cosa abbiamo fatto, qualche emozione l’abbiamo data. Per tanto tempo non abbiamo più fatto musica, le ultime colonne sonore risalgono al 1983-1984. Mio fratello ha continuato a farne qualcuna, io mi sono buttato nella produzione di serie come “Incantesimo”, “Elisa di Rivombrosa”, “Giulio Cesare” con Christopher Walken. Ho fatto film in giro per il mondo. Quando è nato il mio primo figlio io e Maurizio giravamo come trottole: eravamo sempre in giro per promuovere la nostra musica. Quando tornavo a casa il bambino quasi stentava a riconoscermi. Così mi sono fermato; mio fratello ha capito. Abbiamo continuato a fare musiche mandando in giro gli altri».

La parentesi delle produzioni è stata lunga.

«Ho girato tutto il mondo. In America ho prodotto il remake del film di Orson Welles “Magnificent Ambersons”. Poi nel 2016 quando l’amico Bud Spencer ci ha lasciato abbiamo tenuto un concerto in sua memoria e da lì è ripartita l’avventura della musica dal vivo. Abbiamo deciso di tornare da chi ci ama, da chi conosce le nostre musiche. E’ stato uno shock per noi. Durante quel concerto abbiamo ricordato Bud e c’è stata una standing ovation di dodici minuti. Non finiva più. Ora la casa di produzione l’ho lasciata ai miei figli che son più bravi di me, lavorano con Netflix».

Insomma, siete tornati on the road, da splendidi settantenni.

«Chi verrà al concerto lì a Bergamo si renderà conto che gli anni non li sentiamo proprio. L’album “Future Memorabilia” ha ricevuto grandi accoglienze. Abbiamo scelto i brani più significativi, ma ne abbiamo talmente tanti che potremmo farne dieci di dischi. Tanti amici hanno voluto partecipare, da Baglioni a Elio e le Storie Tese, a Tommaso Paradiso, nostro fan incallito. E’ un disco antologico, c’è anche la musica di “Verde” uno strumentale che ha fatto successo a ogni latitudine. Con le parole è diventata una canzone che abbiamo cantato accompagnati da un coro di bambini ».

In musica avete fatto un po’ di tutto: compositori, arrangiatori produttori. Avete arrangiato le canzoni di Ferri, Paoli, Baglioni, Lucio Dalla. Avete iniziato a scrivere per il cinema con la colonna sonora di «Per grazia ricevuta». Da lì a «Dune Buggy» sono accadute molte cose. Come si fa a stare al passo di così tanta musica?

«Sì, c’è un bel salto tra quelle colonne sonore. Alla RCA abbiamo scritto arrangiamenti per tutti, Ricchi e Poveri, Vianella. Saremmo rimasti lì se dopo “Tanto pe’ canta’”, che andò a Sanremo, Nino Manfredi non ci avesse chiamato a far la colonna sonora del suo primo film da regista. Quando dissi a mio fratello che l’avevo incontrato e ci aveva proposto di scrivere una colonna sonora, mi disse che ero matto. Lui è molto più responsabile di me. Era al piano e gli dissi: chiudi e andiamo a scuola. Si studiava al cinema. Poi abbiamo scritto “Viva Sant’Eusebio” e subito dopo sono arrivati Bud Spencer e Trerence Hill. Le musiche dei film le facevamo sentire prima a loro che ai produttori. Eravamo quattro amici al bar».

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