Premio Calvino allo scrittore esordiente Jacopo Iannuzzi

LETTERATURA. Jacopo Iannuzzi, nato a Trento ma residente a Bergamo, è il vincitore della 36ª edizione del Premio Calvino per esordienti. La cerimonia di premiazione si è tenuta martedì al Circolo dei Lettori di Torino.

Jacopo Iannuzzi, nato a Trento nel ’93, ma residente a Bergamo, è il vincitore, con «White people rape dogs», della 36ª edizione del Premio Calvino per esordienti. La cerimonia di premiazione si è tenuta martedì al Circolo dei Lettori di Torino.

Il libro

Iannuzzi, studi tecnici, qualche anno di lavoro «in fabbrica», laurea triennale in Lettere moderne alla Ca’ Foscari di Venezia, magistrale all’Alma Mater di Bologna, è venuto a Bergamo seguendo la compagna che frequenta l’università. Il libro è una rappresentazione, «tra il divertente e il tragico» della vita di alcuni ventenni di oggi di estrazione sociale «media». Vita un po’ sospesa, limbale, fra fine delle superiori e necessità di trovarsi, prima o poi, una collocazione nel mondo «adulto». Un po’ di sicurezze, anche economiche, che vengono dalla famiglia, dal passato, ma una condizione presente «esposta al rischio». Storie di ragazzi che «vivono in una città di provincia immaginaria», comunque non dichiarata, del Nord-Est dell’Italia: «Un ibrido fra alcune città dove ho vissuto, Trento in primo luogo, e poi l’Adriatico, Venezia».

Questi ventenni ne combinano, fanno uso di droghe, «cercano e vivono emozioni ed esperienze un po’ estreme. Può sembrare qualcosa di tragico ma il tratto è più demenziale». È un libro «pop», di avventure di «moderni Tom Sawyer urbani, che vivono vite «un po’ sregolate. Non sono completamente cresciuti, trasportano il loro desiderio di divertirsi e di giocare in un mondo più rischioso: quello dello spaccio, dei tanti soldi, dei furti, degli imbrogli. Cercano una loro euforia, ma sanno che prima o poi dovranno mettere la testa a posto».

Il testo non è ancora pubblicato ma ora «diversi editori si stanno facendo avanti». Tra i giurati c’erano Giorgio Fontana, autore di «Prima di noi» e «Il mago di Riga»: «Il testo di Iannuzzi mi è piaciuto moltissimo, l’ho votato con convinzione. Mi ha colpito la lingua: precisa, affilata, anche stranamente psichedelica». Il racconto poi, «va molto al di là del realismo».

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