Gianluca Iodice: «Una rete di biblioteche davvero unica»

INTERVISTE ALLO SPECCHIO. Il presidente: «Cresce il libro digitale in prestito, ma la carta anche ai ragazzi piace ancora». Proseguono le «Interviste allo specchio» su «L’Eco di Bergamo» e «Il Giornale di Brescia».

Nell’immaginario comune, l’Italia è il solito Paese di non-lettori, maglia nera nelle classifiche europee per libri letti all’anno pro capite. A consultare i dati forniti dalla Rete Bibliotecaria Bergamasca, invece, si resta stupiti. Un esempio: nel 2022 i prestiti di libri cartacei, nelle biblioteche della Provincia di Bergamo sono stati 2.574.172. I prestiti totali, compresi libri, giornali, materiali diversi sulla piattaforma digitale, 2.670.162. Un numero enorme. Presidente della Rete Bibliotecaria che collega le molte biblioteche dei Comuni della Bergamasca è il professor Gianluca Iodice.

Cosa dicono questi numeri?

«Ci si rende poco conto dell’entità dei sevizi bibliotecari. Ogni Comune ha una sua biblioteca di pubblica lettura. Nella nostra provincia abbiamo un patrimonio in comune di milioni di volumi. Un utente di Valbondione che voglia prendere a prestito un libro alla biblioteca di Dalmine può farlo senza problemi. Non è scontato. Prestito interbibliotecario e biblioteche di pubblica lettura comunale così diffuse non esistono in tutta Italia. La capillarità premia molto. Nel 2020, causa Covid, c’è stata una diminuzione fortissima di molti dati, ma ora siamo in fase di recupero».

La serie storica delle statistiche dei prestiti degi ultimi anni sembra raccontare quel periodo.

«Sì. Gli utenti attivi sono quelli che, in un anno, hanno preso in prestito almeno un libro. Nel 2019 sono stati 188.707; nel 2020 128.761: meno 31%».

Anche questo ha contribuito a spostare l’utenza sul digitale?

«Dal 2019, in effetti, sono aumentate tantissimo le richieste sulla biblioteca digitale, o Media Library on line: nel 2019 i prestiti Mlol erano 50.510, nel 2021 105.795, nel 2022 95.990: praticamente raddoppiati. L’aumento adesso si è un po’ stabilizzato, anche perché i cittadini hanno ricominciato a frequentare la biblioteca. C’è ancora una predominanza enorme del prestito cartaceo».

L’anagrafe dei lettori è un fattore significativo?

«Mah…Gli stessi ragazzini di 15 anni, che nascono digitali, quando si tratta di libri preferiscono il cartaceo. Da insegnante (Iodice è docente di Lettere nelle scuole superiori in aspettativa, ndr) ho verificato che, in una classe, sono uno o due che prendono il libro digitale. Per i giornali è molto diverso, c’è una netta predominanza del digitale. Alla fine il libro digitale non è altro che un cartaceo su un tablet o su Liber, non hai una fruizione diversa: a quel punto mi tengo il cartaceo, che mi permette di sfogliare le pagine più agevolmente».

A proposito di adolescenti: come sono i rapporti con le scuole?

«L’anno scorso abbiamo varato un servizio nuovo, in fase sperimentale: Mlol per le scuole superiori, una biblioteca digitale apposita. Finora hanno aderito più di venti scuole superiori, e si sono iscritti circa ventimila ragazzi. Un modo per avvicinare i giovani ai servizi bibliotecari, che spesso non conoscono».

I rapporti pubblico-privato?

«C’è una forte collaborazione con il terzo settore, in progetti culturali, partecipazione a bandi e altro. Di particolare importanza il progetto “DigEducati”, promosso dalla Fondazione Comunità Bergamasca per contrastare la povertà educativa e il divario digitale nella fascia 6/13 anni: progetto che si attua nelle biblioteche. Poi, sono diversi i festival di lettura e letteratura organizzati insieme a soggetti privati, come librerie o associazioni. Privati sono i fornitori di servizi, come Cpm, che, su appalto della Rete, gestisce l’interprestito per conto delle biblioteche. Circa 23 mila passaggi all’anno per portare i libri da una biblioteca all’altra. Quel dato così grande di prestiti deriva anche dai giri che fanno questi furgoncini».

In cosa consiste «Produzioni ininterrotte», il progetto della Rete per Bergamo Brescia Capitale della Cultura, e quale ne è l’idea-base?

«È un viaggio lungo un anno, per valorizzare piccoli gioielli sul territorio di Bergamo e Brescia. Parliamo di lavoro, in conformità con la reputazione che bergamaschi e bresciani si sono costruiti nel tempo. Abbiamo chiesto ai Comuni cosa avessero di bello da presentare. Ha aderito un centinaio tra Comuni, biblioteche, musei d’impresa, fondazioni e associazioni culturali. Quasi cento iniziative per valorizzare luoghi sul territorio. Il lavoro e la produzione sono il leitmotiv del progetto. Si rendono accessibili, in particolare, siti industriali storici: filande, linifici, magli, miniere, cementifici, cotonifici, cave, fabbriche».

Per il programma completo si può consultare il sito www.produzioniininterrotte.it/rbbg-bgbs2023/.

Il progetto «Interviste allo specchio»

Questa intervista è parte del progetto «Interviste allo specchio», condiviso con «Il Giornale di Brescia» e nato in occasione del 2023, l’anno che vede i due capoluoghi uniti come Capitale della Cultura. Ogni domenica i due quotidiani propongono l’intervista a due personaggi autorevoli del mondo culturale (nell’accezione più ampia), uno bergamasco e uno bresciano, realizzate da giornalisti delle due testate. Leggi sul sito del Giornale di Brescia l’intervista a Roberta Sisti, pubblicata anche sull’edizione cartacea de L’Eco di Bergamo di domenica 10 settembre.

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