Calusco, il nuovo ponte San Michele sarà accanto all’attuale

IL CANTIERE. Le conclusioni di Rfi sul dibattito pubblico, per il progetto si farà un concorso internazionale.

Calusco d’Adda

«La migliore collocazione possibile della nuova opera è quella in stretto affiancamento». Ovvero, il «nuovo» ponte San Michele tra Calusco e Paderno d’Adda dovrà sorgere accanto all’esistente. A scendere più nel dettaglio sarà un concorso di progettazione internazionale che verrà bandito nei primi mesi del prossimo anno. È questa la decisione a cui Rfi (Rete ferroviaria italiana) è arrivata al termine del dibattito pubblico aperto lo scorso maggio, quindi sette mesi fa, per raccogliere osservazioni sulle ipotesi progettuali.

Di fianco al vecchio ponte

Alla fine del procedimento, previsto per legge dal Codice degli appalti pubblici per opere di una certa caratura, non si è quindi arrivati a nessuna indicazione definitiva. Salvo il fatto che il nuovo viadotto dovrà essere, appunto, realizzato a fianco del San Michele.

Ciò restringe di parecchio il cerchio delle proposte avanzate nell’ambito del dibattito pubblico. A fronte di questo requisito, infatti, sembrerebbero rimanere in piedi solo due ipotesi: o la realizzazione di un ponte misto ferroviario/stradale a Sud del San Michele, distante meno di 40 metri, come previsto dall’ipotesi progettuale 1 di Rfi (appoggiata anche da Regione e Provincia); oppure quella avanzata dallo stesso Comune di Calusco di un ponte misto ferroviario/stradale a Nord.

Tutte le numerose e diverse soluzioni avanzate negli ultimi mesi da altri enti locali, associazioni, comitati o privati non trovano dunque terreno. Per Rfi, comunque, da maggio ad oggi non si è perso tempo. Secondo la società ferroviaria, il dibattito pubblico ha evidenziato una sostanziale convergenza dei portatori di interesse su alcune priorità come, si legge ancora sul documento conclusivo, «minimizzare l’impatto ambientale della nuova opera; attuare il miglior inserimento architettonico e paesaggistico nel contesto del cono visivo dell’attuale ponte San Michele, minimizzare l’impatto espropriativo, garantire il più possibile la continuità del servizio ferroviario durante l’esecuzione della nuova opera, integrare il nuovo ponte stradale con la rete viabilistica locale di adduzione».

Per Rfi, il nuovo ponte dovrà essere realizzato in stretto affiancamento al San Michele e dovrà essere «bandito un concorso internazionale di progettazione per lo sviluppo del Pfte (Progetto di fattibilità tecnico ed economica) della nuova opera»

Ed è proprio per soddisfare tutte queste esigenze che, per Rfi, il nuovo ponte dovrà essere realizzato in stretto affiancamento al San Michele e dovrà essere «bandito un concorso internazionale di progettazione per lo sviluppo del Pfte (Progetto di fattibilità tecnico ed economica) della nuova opera».

Ma, a questo punto, come si procederà, e con che tempi? La questione, come noto, è fondamentale a fronte del fatto che il «fine vita» del San Michele, dopo la sua messa in sicurezza e riapertura avvenuta nel 2019, è stato fissato al 2030. Ovviamente per questa data il «sostituto» non sarà pronto. Si renderà quindi necessaria una proroga che Rfi, almeno fino ad ora, non ha mai dato per scontata. «Una nuova chiusura del ponte – avevano affermato i tecnici a maggio, in fase di presentazione del dibattito pubblico – è scongiurabile solo a condizione che sia partita nel frattempo la costruzione del sostituto». Secondo quanto riferito ieri dalla società ferroviaria, «la pubblicazione del concorso internazionale avverrà nei primi mesi dell’anno prossimo». Per le fasi successive non ci sono, al momento, tempi certi. «Sulla durata della progettazione – affermano ancora dalla società ferroviaria – questa dipenderà dalla soluzione tecnica e architettonica che risulterà vincente nel concorso; anche la durata dei lavori potrà essere correttamente determinata solo al termine della stessa».

Nella relazione conclusiva del dibattito pubblico viene infine evidenziata la necessità di approfondire lo studio del traffico realizzato alcuni anni fa da Rfi in merito all’impatto del nuovo ponte sulla viabilità del territorio: serve, si legge ancora sul documento «approfondire e valutare la domanda di traffico attualmente inespressa che verrà attratta dal nuovo ponte e la sostenibilità della rete viabilistica locale di adduzione ad esso. L’area di riferimento comprende significative porzioni della rete infrastrutturale indicativamente compresa entro i poli urbanizzati di Bergamo, Treviglio, Monza e, definito in termini viabilistici, dall’asse della statale 470 ad Est, della A4 a Sud e della statale 36 a Ovest».

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