Cavalli deperiti, il gip archivia. «Ma costretti a chiudere il maneggio»

MAPELLO. Il titolare: «Clienti in fuga dopo le accuse rivolte dalla onlus della nipote di Silvio Berlusconi».

I due mesi trascorsi dalla denuncia all’archiviazione del fascicolo sono un tempo tutto sommato record per la giustizia italiana. Ma non ditelo a Piermauro Antali, padre dei gestori del centro ippico Ca’ del Pianone di via delle Fosse a Mapello. «Da aprile a giugno abbiamo perso 50mila euro, tra mancati incassi e spese legali per affrontare la vicenda penale e quella amministrativa. I clienti se ne sono andati dopo che è stata pubblicata la notizia - lamenta Antali -. Penso che chiuderemo il centro, ci trasferiremo in un’altra scuderia, sempre nella Bergamasca. La cosa che mi ha fatto più male è che questa vicenda è avvenuta mentre per la nostra famiglia si stava consumando una tragedia immane: mia figlia Sara Alice, disabile terminale, che si è spenta a 30 anni il 9 giugno».

La denuncia

Tutto parte da una denuncia presentata ad aprile dalla onlus Progetto Islander, fondata da Nicole Berlusconi, figlia di Paolo Berlusconi, fratello di Silvio, in cui si accennava a «molte situazioni di incuria, denutrizione e scarsa igiene dei cavalli detenuti». Il pm Maria Cristina Rota apre un fascicolo a carico di ignoti (e tale rimarrà sino all’archiviazione) per maltrattamento di animali. I veterinari dell’Ats e i carabinieri forestali di Almenno San Salvatore vengono incaricati di sopralluoghi al centro ippico, gestito dai figli di Antali, Michaela (presidente) e Daniele (vice), affiliato alla Fise (Federazione italiana sport equestri) e assistito in questa vicenda dagli avvocati Ramona Li Calzi e Stefania Russo. Gli accertamenti non portano però al riscontro di irregolarità di natura penale ed è in base agli esiti di queste indagini che a maggio il pm Rota formula la richiesta di archiviazione. Concessa dal gip Federica Gaudino il 14 giugno per «infondatezza della notizia di reato». Nelle motivazioni del provvedimento il giudice riporta in sostanza le argomentazione del procuratore aggiunto: e cioè che nessuna irregolarità è emersa dagli accertamenti svolti.

La decisione Fise

«Non è mai stato disposto alcun sequestro durante le indagini, vuol dire che non c’era nulla fuori posto - osserva Antali -. Pensi che a gennaio abbiamo venduto un cavallo a un cavaliere svizzero olimpionico per una cifra importante. Ora stiamo facendo solo attività sportiva, gare e allevamento dei puledri, anche per dimostrare che queste accuse erano infondate. E mi duole sapere che la Fise, solo sulla base di una notizia diffusa da una onlus, senza fare un minimo accertamento e alla faccia del garantismo, abbia disposto la sospensione dell’attività del nostro centro e la sospensione di mio figlio Lorenzo dall’incarico di steward (una sorta di ispettore, ndr) della federazione. Con l’assistenza dell’avvocato Vincenzo Giardino di Livorno, abbiamo vinto il ricorso e fatto annullare il provvedimento. Ma per due mesi non abbiamo potuto fare alcuna attività, né approntare il Centro ricreativo estivo che organizziamo ogni estate. Nel frattempo però le spese non sono diminuite, perché dovevamo provvedere comunque alla cura e al sostentamento dei cavalli».

© RIPRODUZIONE RISERVATA