Con l’auto nel lago di Como, due morti: l’ipotesi del guasto - Foto e video

LA TRAGEDIA. Il dramma sabato sera, 6 gennaio: vittime Morgan Algeri, pilota 38enne di Brembate Sopra, e Tiziana Tozzo, 45 anni, di Cantù. Indaga la Squadra mobile di Como.

Non sarà facile venire a capo del mistero che ancora sabato sera, 6 gennaio, a quasi 24 ore di distanza, avvolge la morte di Morgan Algeri, 38enne di Brembate di Sopra, pilota e proprietario di una ditta di vendita e assistenza dei prodotti Smeg, e Tiziana Tozzo, 45 anni di Cantù, con un passato da impiegata alla «Bolton» di Cermenate, annegati attorno alle 23 di sabato 6 gennaio nelle acque del lago di Como di fronte al posteggio in fondo a viale Geno. I due erano al loro primo appuntamento. L’ipotesi più accreditata, quella a cui lavora la Squadra mobile della polizia di Como, è quella di un guasto alla Mercedes di Morgan, un suv modello Gls nuovo di pacca che i Vigili del fuoco hanno riportato in superficie domenica in tarda mattinata, dopo che attorno alle 4 i colleghi del Nucleo sommozzatori di Torino avevano già recuperato le salme a una profondità di circa 15 metri.

Il dramma

Suona tutto assurdo, ma se è vero quel che la sorella di Morgan avrebbe riferito agli investigatori – e cioè che la macchina negli ultimi giorni aveva già dato qualche problema – allora l’incredibile diventa un po’ più credibile, perché questo è più o meno quello che hanno riferito un paio di testimoni, la coppia di amici che l’altra sera ha lanciato l’allarme dopo avere assistito alla scena in diretta: la Mercedes – hanno raccontato – era posteggiata con l’anteriore rivolto verso il lago, a una distanza di tre metri scarsi dalla ringhiera, da cui la separavano il marciapiede e una delle sei panchine di granito disposte lungo tutto l’emiciclo della piazza.

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Morgan avrebbe messo in moto innescando l’incredibile reazione del veicolo, schizzato in avanti al massimo dei giri e della potenza abbattendo prima la panchina e poi la balaustra, per cadere infine in acqua da una altezza di circa tre metri. Qui non esistono acque basse; questo è un luogo in cui il lago scende a precipizio a una profondità di una trentina di metri. Il punto in cui il veicolo si è inabissato è peraltro vicinissimo a quello in cui da anni giace una riproduzione del Cristo degli abissi, una piccola statua che segna anche un riferimento per i tanti sommozzatori che amano immergersi in queste acque.

La macchina è precipitata sul fondale prima ancora che, intontiti dall’esplosione dei due airbag, Morgan e Tiziana avessero il tempo di reagire, forse persino di capire. Sette, otto minuti più tardi le torce dei primi Vigili del fuoco arrivati in viale Geno illuminavano il buio di un lago mai tanto limpido come in questa stagione, e però freddissimo, senza scampo. Le prime ricerche le hanno svolte con il gommone utilizzato per il soccorso in acqua, mentre da Torino si attivava il Nucleo sommozzatori attrezzato per il recupero in profondità; per qualche momento nello stupore generale e alla luce dell’assurdità della ricostruzione di quei primi testimoni si è addirittura pensato a un gesto volontario, deliberato, ipotesi che a qualche ora di distanza è stata definitivamente esclusa.

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Perizie sull’auto

A questo punto tutto dipenderà dalle perizie tecniche che la Procura disporrà sull’auto finita sotto sequestro e dalle autopsie da disporre sui corpi delle vittime, visto che quantomeno sulla carta resta in piedi anche l’ipotesi di un malore che potrebbe aver fatto perdere i sensi al conducente, inducendolo a premere a fondo sull’acceleratore senza riaversi, e spingendo quindi l’auto a tutta potenza verso il lago. Morgan Algeri era un pilota con una passione per il volo, ma anche per la boxe, per le motociclette (e per la Harley Davidson in particolare), uno che amava anche immergersi con le bombole – magari in acque più accoglienti di queste –, un sub esperto. Sembra davvero che lui e Tiziana sabato sera si fossero incontrati per la prima volta, e che fosse stata lei a suggerirgli di trascorrere quella prima loro serata sul lago. Ci si è messo di nuovo il destino, che è spesso atroce e sempre indecifrabile.

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