Nomade digitale per il colosso Velux: «Amburgo ormai è la casa del cuore»

La storia. Claudia Donadoni, da Filago alla Germania webmaster per la multinazionale danese che fa finestre per tetti. «Smart working e riunioni coi colleghi in mezza Europa».

Una forte passione per le lingue, la curiosità di scoprire nuove culture e una voglia smisurata di viaggiare per il mondo. Sono questi i motivi che hanno portato Claudia Donadoni, classe 1992, da Marne di Filago, nell’Isola bergamasca, nelle dirette vicinanze del castello medievale dove è cresciuta, ad Amburgo, dove oggi si occupa di comunicazione digitale per la Velux, multinazionale danese numero uno tra i produttori di finestre per mansarde e tetti. «Dopo la maturità, ottenuta nel 2011 al Liceo linguistico Leonardo da Vinci, mi sono iscritta al corso di laurea triennale in Lingue e letterature straniere moderne in Città Alta. Molti dei miei compagni di studi all’UniBg sono, a distanza di un decennio via da Bergamo, ancora miei carissimi amici».

«Già dai primi mesi di università seguivo con trepidazione l’uscita dei bandi Erasmus - ricorda -. Anche se convinta che fosse meglio aspettare il terzo anno per un’esperienza all’estero, ho voluto però assaporare la prima esperienza in autonomia con un corso di tedesco ad Amburgo durante la pausa estiva del primo anno. Questa città anseatica mi è piaciuta così tanto che ci sono poi tornata per l’Erasmus». Terminata la triennale, Claudia è stata selezionata alla magistrale a numero chiuso all’Università di Amburgo, dove si è specializzata e laureata a pieni voti in Linguistica, nel 2017.

«Ho iniziato a specializzarmi nell’ambito dell’informatica subito nel mio primo lavoro dopo l’università e ora mi occupo della gestione e del mantenimento dei siti di tre Paesi e curo diversi progetti digitali in accordo col quartier generale danese e le varie sedi globali»

«Oggi, dopo aver cambiato cinque città ed aver vissuto anche in Polonia, sono tornata stabilmente ad Amburgo. È una scelta presa durante la pandemia, quando io e il mio compagno Hendrik abbiamo deciso di tornare dove tutto era iniziato e qua abbiamo ritrovato il nostro posto felice. Lavoro per la Velux. Sono una webmaster: mi occupo della comunicazione digitale dei cosiddetti paesi Dach che compongono l’area germanofona (Germania, Austria e Svizzera) e sono l’unica persona non madrelingua tedesca in tutto il team del marketing (circa 40 persone). Ho iniziato a specializzarmi nell’ambito dell’informatica subito nel mio primo lavoro dopo l’università e ora mi occupo della gestione e del mantenimento dei siti di tre Paesi e curo diversi progetti digitali in accordo col quartier generale danese e le varie sedi globali». Un lavoro, quello di Claudia, che le consente di lavorare da dove vuole, ma anche di utilizzare le diverse competenze acquisite negli anni di studio e nelle sue esperienze precedenti.

«Siamo un team “da remoto” - spiega -. I colleghi con cui lavoro in contatto più stretto vivono ad Amburgo, a Vienna e nel Canton Argovia in Svizzera. Le nostre riunioni sono spesso virtuali, lavoriamo in smart working o in ufficio a scelta libera e ogni 3-4 mesi ci vediamo nei rispettivi luoghi di lavoro. A settembre, ad esempio, i colleghi svizzeri sono venuti da noi “tedeschi” e siamo andati a fare un workshop sul Mar Baltico. Inoltre, il bello del mio lavoro è che mi permette di mettere in pratica molte competenze apprese lungo il percorso accademico e lavorativo e mi dà tante possibilità di svilupparne nuove per il futuro». E aver studiato le lingue straniere ha fatto la sua parte. «Sicuramente essere poliglotta è un vantaggio, una bella ginnastica quotidiana per il cervello. E poi di imparare non si smette mai. Devo dire che, fin dalle elementari, ho avuto insegnanti di lingue molto validi che sono riusciti a farmi incuriosire e appassionare a nuovi linguaggi e culture. Nel corso del mio percorso accademico e professionale, sono riuscita a indirizzare i miei interessi, sempre in cambiamento, e adattarli ai tempi che corrono. Le mie lauree, prettamente umanistiche, mi hanno dato un’ottima base che sono poi riuscita a concretizzare in competenze informatiche e compiti tecnici tramite l’esperienza diretta».

«Amburgo è una città-stato dalla mentalità aperta e liberale e dove un terzo della popolazione ha origini diverse da quella tedesca. Un tessuto demografico e sociopolitico abbastanza diverso dalla Bergamasca»

Claudia si è innamorata di Amburgo sin dalla sua prima esperienza e oggi è ormai la sua seconda casa. «Coi suoi quasi due milioni di abitanti, Amburgo è la settima città dell’Unione europea per popolazione. Una delle metropoli più ricche del continente. Amburgo è una città-stato dalla mentalità aperta e liberale e dove un terzo della popolazione ha origini diverse da quella tedesca. Un tessuto demografico e sociopolitico abbastanza diverso dalla Bergamasca. Il porto poi, secondo in Europa soltanto a Rotterdam, ha reso Amburgo un importante crocevia di scambi commerciali e culturali nonché luogo di passaggio per migliaia di emigranti in partenza verso le Americhe, peculiarità che le hanno guadagnato il soprannome di “porta sul mondo”. Le tante possibilità e servizi, l’ampia offerta culturale e di divertimenti e il benessere economico la rendono in sintesi una città con un’eccellente qualità della vita».

Ma un occhio di riguardo per l’Italia e per Bergamo non manca mai. «Dell’Italia mi manca la sensazione di spensieratezza che provo quando ci torno e sono in vacanza, le giornate di sole e dal cielo terso, i paesaggi stupendi delle valli bergamasche, e – last but not least – le persone a me care. Tengo molto al rapporto sia con la mia famiglia che con amiche e amici in Italia, che cerco di sentire e vedere regolarmente. Per me è importante non tagliare i ponti, ma piuttosto costruire varchi e discutere insieme sui cambiamenti e le sfide della nostra società, nella politica e in altri aspetti della vita quotidiana. Non è facile giostrarsi tra due mondi e mantenere l’equilibrio, ma questa duplicità è la mia ricchezza più profonda». E il futuro? «Il prossimo obiettivo è sicuramente ottenere la cittadinanza tedesca, che ho già richiesto».

«Complice la digitalizzazione, potrei già ora svolgere il mio lavoro da remoto in qualsiasi luogo del mondo. Scelgo e riscelgo di vivere ad Amburgo perché qui sto bene»

La cosiddetta naturalizzazione è concessa dopo appena otto anni di residenza in Germania, il processo per cittadini Ue è abbastanza snello. «Grazie agli accordi tra Italia e Germania, potrò avere entrambe le cittadinanze, un bel vantaggio, no? Il mio futuro imminente lo vedo sicuramente ad Amburgo, e vorrei poter votare alle prossime elezioni, che in Germania saranno nel 2025. Poi in tempi di incertezza crescente, mi riferisco alla situazione politica italiana e globale, avere un porto sicuro dove qualcuno ci aspetta è fondamentale. Io sono fortunata in quanto ne ho almeno due: casa mia è ad Amburgo, ma anche Bergamo è casa. Con gli anni ho imparato a convivere e a trarre il meglio da questa pluralità. Complice la digitalizzazione, potrei già ora svolgere il mio lavoro da remoto in qualsiasi luogo del mondo. Scelgo e riscelgo di vivere ad Amburgo perché qui sto bene. Non escludo però di ritirarmi, tra qualche lustro, a sud delle Alpi, complice il clima più mite. Ma perché scegliere se posso avere entrambe le opzioni?».

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