Richieste d’aiuto in crescita: 14 donne sotto protezione

ISOLA E VAL SAN MARTINO. Quest’anno già 170 si sono rivolte alla Rete antiviolenza: maltrattamenti nel 40% dei casi, poi pressioni psicologiche ed economiche.

Aumenta progressivamente il numero di donne vittime di violenza che si rivolgono alla Rete interistituzionale antiviolenza «Ascolta chi parla» di Isola e Val San Martino. Un po’ perché crescono i casi, ma anche perché sempre più donne scelgono di denunciare. Cresce il numero e s’inverte la tendenza nel rapporto tra italiane e straniere: quello delle donne del nostro Paese che si sono rivolte al Centro antiviolenza di zona è tornato ai livelli dei primi anni dopo che le percentuali erano diventate quasi pari. Nel 2023, infatti, ha denunciato il 65% di donne italiane a fronte del 34% di straniere, con l’autore dei maltrattamenti che è italiano nel 59% dei casi e straniero nel 36%.

I dati

Non solo, il 52% degli uomini che abusano ha un reddito medio, il 25% alto mentre ‹‹solo› il 18% è senza reddito. Al contrario, il maggior numero di donne a denunciare, il 35%, non ha reddito, il 29% ha un reddito medio, il 28% basso e solo l’1% alto.

Attiva da ormai cinque anni, la Rete antiviolenza di Isola Bergamasca e Bassa Val San Martino ha raccolto 677 richieste di aiuto: nel 2023, fino al 7 novembre, 170 contro le 165 del 2022 e le 151 del 2021. Di queste, sono 82 le donne prese in carico e 14 quelle messe sotto protezione, con il numero di vittime di violenza collocate in comunità-rifugio che è raddoppiato, specie per quelle senza figli, anche se a denunciare sono soprattutto le madri (87%).

Violenze fisiche e psicologiche

«Nel 40% dei casi di maltrattamento – dichiara la coordinatrice della Rete antiviolenza di Isola e Val San Martino, Maria Teresa Heredia – si tratta di violenza psicologica e nel 28% fisica. Ma parliamo anche di violenza economica nel 17% delle denunce, mentre la percentuale di stalking è del 10% e il 5% violenza sessuale».

La Rete, che nel maggio 2002 ha anche avviato un progetto d’inserimento e reinserimento lavorativo delle donne in percorso di fuoriuscita dalla violenza e in costruzione dell’autodeterminazione, opera in sinergia con il territorio: il Centro antiviolenza «Ascolta chi Parla» dell’associazione «Aiuto Donna» di Terno d’Isola, Ats, Asst Bergamo Ovest, il Pronto soccorso di Ponte San Pietro, Azienda Isola, l’Istituto Palazzolo per le comunità rifugio e le comunità rifugio stesse e si avvale, oltre che di fondi regionali e di cofinanziamenti territoriali, del sostegno dei Comuni dell’Ambito.

Quello dell’Isola è tra l’altro l’Ambito la cui Assemblea di sindaci ha finanziato più di chiunque altro in Bergamasca i percorsi di formazione nelle scuole di ogni ordine e grado attraverso la Rete di scopo locale contro la violenza di genere. «Su questo tema, tutte le amministrazioni sono impegnate con iniziative che vanno soprattutto nella direzione di prevenire – dichiara la presidente dell’Assemblea dei sindaci dell’Ambito distrettuale Isola e Bassa Val San Martino, Alessandra Locatelli –. Anche i sindaci del nostro Ambito sono consapevoli dell’importanza di farlo partendo dalle scuole, con la formazione dei docenti, i primi che possono cogliere i segnali di un disagio familiare. Come amministratore donna sento forte la responsabilità di un impegno concreto, soprattutto nel combattere la cultura maschilista e patriarcale che si cela dietro alle violenze contro noi donne». Non mancheranno nemmeno iniziative in occasione della Giornata mondiale contro la violenza sulle donne, come quella realizzata con il sostegno dell’Unità operativa complessa Promozione della salute e prevenzione fattori di rischio comportamentali, in particolare dalla direttrice Giuliana Rocca e Franco Martinoni.

«Per dire no alla violenza maschile contro le donne e grazie alla collaborazione con i gruppi di cammino – conclude Heredia – il 24 e 25 novembre diversi Comuni dell’Ambito si coloreranno di rosso con camminate di sensibilizzazione dislocate in tutto il nostro territorio».

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