Se n’è andato l’ingegnere
che ha «salvato» Crespi

Giovanni Rinaldi si è spento a 98 anni: negli ultimi 30 ha raccolto la storia della fabbrica, in cui aveva lavorato, dando vita all’archivio.

Ha conservato libri contabili, registri presenze, lastre di vetro fotografiche ma anche pezzi di cancello ormai arrugginiti, disegni tecnici, buste paga, contometri e vecchi campioni di tessuto. Per oltre trent’anni dopo la pensione, si è dedicato a salvare e conservare tutto quello che potesse raccontare la storia di una fabbrica che aveva creato un paese, oggi patrimonio Unesco, un po’ anche per merito suo. Giovanni Rinaldi, ideatore e artefice dell’archivio storico di Crespi d’Adda, si è spento sabato sera all’età di 98 anni nella casa che condivideva con le due sorelle a Bergamo. L’ingegner Rinaldi era entrato a lavorare nel cotonificio Crespi subito dopo la laurea, seguendo le orme del papà allora direttore del reparto tessitura, e non l’aveva più lasciato: fu infatti capo dei servizi tecnici del cotonificio, come direttore responsabile fino al pensionamento.

Dopo la pensione

Gran parte di quello che oggi sappiamo sulla vita industriale di Crespi d’Adda lo si deve a lui, al suo lavoro di raccolta e memoria. Già prima della pensione Rinaldi aveva cominciato a conservare ogni oggetto o documento riguardante il passato della fabbrica e delle sue maestranze. Erano gli Anni ’80. Una volta smessi i panni lavorativi, con il permesso della proprietà - la famiglia Legler -, aveva creato un vero e proprio archivio storico all’interno dello stabilimento. Negli anni lo aveva arricchito e catalogato in modo che fosse usato da studenti, studiosi e storici. Con la chiusura della fabbrica, nel 2003, tutto il materiale da lui raccolto venne spostato nelle ex scuole elementare del villaggio. L’ingegner Giovanni se ne è preso cura fino a quattro anni fa.

«Persona di indiscussa rettitudine morale e assidua professionalità nel mantenimento di una sezione non secondaria di quel ricco patrimonio culturale quale è l’Archivio Storico di Crespi d’Adda». Così lo ricorda l’amministrazione comunale di Capriate San Gervasio. La stessa Amministrazione che per il 25° anniversario dell’ingresso del villaggio operaio nell’Unesco - il prossimo 5 dicembre -, aveva in mente di premiarlo.

«Avevamo inviato la settimana scorsa in prefettura la richiesta per il cavalierato al merito della Repubblica italiana – racconta Donatella Pirola, assessore alla Cultura – se ne va un pezzo importante di Crespi, qui è come se venisse a mancare una persona di famiglia».

Oggi il «suo» archivio, di proprietà del Comune di Capriate da due anni e posizionato all’ultimo piano del Visitor Center del paese, conta qualcosa come 780 lastre di vetro fotografiche, 1.200 documenti e 250 registri, oltre che tutta una serie di oggetti materiali che raccontano la storia aziendale dal 1877 agli Anni ’50 del Novecento. La gestione è affidata all’associazione Crespi d’Adda.

«Se non fosse stato per l’ingegner Rinaldi – spiega Giorgio Ravasio, presidente dell’associazione – molto del materiale sarebbe andato perso. La sua è stata un iniziativa personale, portata avanti per oltre trent’anni in modo volontario e direi anche molto generoso, senza mai voler essere protagonista. Il suo lavoro è partito dal basso, non ci sono stati mandati dalle istituzioni: né da parte della fabbrica all’inizio, né dal Comune poi. Esempio perfetto e preziosa componente di quel circuito che è Crespi d’Adda: in cui è la comunità a creare valore. Per l’anniversario dell’ingresso del villaggio nel patrimonio Unesco volevamo nominarlo nostro presidente onorario».

Tra chi lo conosceva bene c’è anche don Luigi Cortesi, ex parroco di Crespi, oggi apprezzato ricercatore storico: «era una persona conosciuta a Crespi e molto stimata, con un carattere schivo e modesto sebbene in fabbrica avesse compiti operativi di elevata specializzazione e importanza. Inoltre aveva un’altissima disponibilità ad assecondare studiosi e universitari. L’archivio storico che ha creato, è fondamentale per i ricercatori perché i documenti sul sito Unesco sono praticamente concentrati lì. É diventato un punto di riferimento obbligato per ogni lavoro accurato di indagine storica, sociologica, urbanistica e architettonica».

I funerali di Giovanni Rinaldi saranno celebrati domani alle ore 10 nella chiesa parrocchiale di Sant’Anna a Bergamo.

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