«Una stella ha il tuo nome»: una targa in ricordo di Sharon

L’OMICIDIO. Posata nel luogo in cui la giovane fu uccisa un anno fa. In sua memoria un progetto a fini solidali.

A un anno dalla morte della 33enne Sharon Verzeni, uccisa nella notte tra il 29 e il 30 luglio (a processo c’è il 31enne Moussa Sangare), il Comune di Terno d’Isola ha voluto ricordarla collocando una targa nel punto dove venne accoltellata. «Nel cielo di ogni sera, una stella ha il tuo nome», è la frase dello scrittore statunitense Nicholas Charles Sparks riportata sulla targa, seguita dalla scritta: «In ricordo di Sharon, 30 luglio 2024».

«La piccola targa è stata posta nella serata di venerdì alla presenza del sindaco Gianluca

Sala, con gli assessori, i familiari e il sottoscritto – afferma il parroco di Terno, don Angelo Giudici –. I genitori non hanno voluto pubblicizzare la cerimonia. La lapide è posta nel luogo in cui la gente da un anno lascia fiori e lumicini. Come comunità – aggiunge – la ricorderemo nella Messa di suffragio di sabato prossimo».

In questi giorni, il luogo dove Sharon perse la vita in quel modo così tragico si è riempito di fiori e ceri portati da amici, familiari e conoscenti.

A Bottanuco, dove tuttora risiedono papà Bruno Verzeni e mamma Maria Teresa Previtali, il ricordo si è tenuto sabato 26 luglio: alla Messa di suffragio delle 18, sono accorsi molti amici della donna, tra cui i colleghi di lavoro, che si sono stretti ancora una volta intorno ai genitori e ai familiari. «Abbiamo ricordato Sharon durante la Messa di suffragio, come solitamente lo si fa per le Messe in ricordo dei propri cari», riferisce il parroco di Bottanuco, don Corrado Capitanio.

L’amministrazione comunale, in accordo con i genitori e il fidanzato Sergio Ruocco, ha voluto ricordare la concittadina con questa targa. E per onorare ancora di più la vita di Sharon è stato annunciato che nascerà in suo nome un progetto di solidarietà. Lo ha spiegato il padre, Bruno: «Siamo legati a un istituto religioso di Parma, il quale sostiene la rete Talitha Kum, che gestisce alcuni progetti in Africa. Seguiranno donne e bambine maltrattate. Nel nostro piccolo – conclude – abbiamo pensato di dare un aiuto a chi ha più bisogno».

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